Rifondazione per Toscana a Sinistra, Bianchi e Barsi puntano su sanità pubblica, scuola e ambiente

A Lucca anche anche Paolo Ferrero, vicepresidente del partito della Sinistra europea

Sanità pubblica, tutela del lavoro, quello ‘buono’, e protezione dell’ambiente. ‘Pupporona’ in veste rossa questa mattina (10 settembre) in occasione della conferenza stampa aperta alla cittadinanza in cui Rifondazione comunista ha presentato i suoi due candidati per le elezioni regionali che, ricordiamo, si terranno il 20 e il 21 settembre.

Oltre ai due candidati Roberta Bianchi e Filippo Barsi, insieme nella lista Toscana a Sinistra per Fattori presidente, questa mattina in piazza San Salvatore era presente anche Paolo Ferrero, vicepresidente del partito della Sinistra europea che ha spiegato l’importanza di dare il voto a Rifondazione non solo per poter vedere il ‘popolo’ finalmente rappresentato in Consiglio regionale, ma anche per dare un “bello schiaffo ai potenti che, sia a destra che a sinistra, oramai seguono tutti la stessa direzione”.

Ma vediamo nel dettaglio chi sono i due candidati. La prima, già nota, è Roberta Bianchi: una vita passata alla cattedra della scuola elementare di Santa Maria del Giudice ma anche una ‘carriera’ da sindacalista e attivista in Rifondazione. Ben due i mandati in consiglio comunale di Lucca dove si è resa ‘celebre’ per essere stata l’unica a dire ‘no’ al progetto dell’ospedale San Luca, da lei ritenuta solo un’”operazione speculativa”. Tante le battaglie contro gli appalti nelle Rsa e negli asili e la sanità pubblica, per lei come per il resto del gruppo, rimane uno dei punti più importanti per cui lottare: “Tante promesse ma mai mantenute – ha commentato Bianchi – E’ necessario potenziare l’assistenza domiciliare che, specie, in questa emergenza sanitaria, ha visto molti nodi arrivare al pettine: tanti, nei mesi del lockdown, i malati oncologici che non hanno potuto avere accesso alle cure di cui avevano bisogno. Importante anche aumentare il numero del personale sanitario non solo per gestire meglio i pazienti ma anche per evitare particolari situazioni di stress al personale stesso”.

E se da una parte c’è l’esperienza, dall’altra ecco che arriva una ventata fresca di gioventù: Filippo Barsi, 22 anni, laureando in storia contemporanea all’ateneo di Pisa, è infatti l’altra faccia della medaglia firmata P.c: “Uno temi che ho a cuore – ha detto Barsi – è proprio quello dei giovani e della politica: da sempre ci viene detto che non ci interessiamo di niente ma non è affatto così, e lo abbiamo dimostrato creando movimenti come Fridays for future per l’ambiente e contro i cambiamenti climatici e Black lives matter, contro il razzismo. Ogni giorno noi giovani lottiamo per un futuro e per un mondo migliore. Un altro tema importante per me è sicuramente quello della scuola: io ho frequentato il liceo classico di Lucca e so bene quali siano le condizioni degli istituti qui in centro storico. Vecchi, cadenti, insicuri, e ce ne siamo resi conto soprattutto adesso a causa delle normative Covid. Come Rifondazione proponiamo di utilizzare spazi pubblici proprio per la scuola, ad esempio l’ex manifattura tabacchi che si presterebbe molto bene per un nuovo polo scolastico del centro storico”.

A cosa serve però il voto a questi candidati? Lo ha spiegato bene Ferrero: “Noi siamo gli unici a rappresentare le voci che si sentono ‘al mercato’. Nessuno, né nel centrodestra né nel centrosinistra, dà infatti voce al suo popolo, parlando una dialettica che, nonostante i colori siano diversi, è ormai molto simile. Nessuno dice che vuole la sanità privata, eppure, sia a destra che a sinistra, si stanno muovendo verso quella strada, basta pensare che nel pronto soccorso lavorano cooperative private. Sia a destra che a sinistra, poi, parlano di inceneritori, di grandi opere sopra spazi verdi. A sentirli ragionare però sono tutti a favore dell’ambiente. Per quanto riguarda il lavoro non ne parliamo: tutti, sia a destra che a sinistra, hanno creato appalti, lavoro sottopagato, diciamolo, sono girate anche delle belle mazzette. Gli unici a lottare contro la precarizzazione del lavoro, a lottare per il lavoro vero, quello buono, siamo solo noi. L’Italia quando è cambiata? Quando c’era la sinistra al governo o quando il Pci dall’opposizione ha avuto la forza di farsi sentire? Le grandi conquiste che abbiamo avuto nel nostro paese quando le abbiamo avute? Con un governo ingabbiato nelle mediazioni, con una sinistra moderata, quando doveva avere il benestare delle grandi testate giornalistiche, o quando facevamo le battaglie dall’opposizione?”.

“Non – continua Ferrero – siamo una sinistra che non serve, ma una sinistra che, in questo caso in consiglio regionale, obbliga gli altri a tirar fuori le cose che nessuno in campagna elettorale dice. Chi è che dice che non vuole la sanità privata? Nessuno. Tutti vanno in giro a raccontare la storia del lupo, poi, quando si trovano a governare, mettono le cooperative private a gestire i pronto soccorsi. Far notare questo è decisivo per riuscire a garantire i diritti delle persone più deboli, dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti, abbiano una rappresentanza vera dentro il consiglio regionale. Altro che voto utile, il nostro vale doppio: serve per sconfiggere le destre ed è un voto che serve a cambiare la sinistra”.

“Con tutti i soldi che ci arrivano dall’Unione europea – commenta – nessuno venga a dirci che non ci sono, il problema è che vengono regalati agli industriali per fare i loro porci comodi. Questi soldi devono servire per far funzionare la sanità, l’istruzione e tutto il resto. Noi siamo andati avanti per anni sulla storia dei fannulloni, e poi viene fuori il Covid e si scopre che l’unica cosa che regge in Italia non è la sanità privata ma quella pubblica. E si scopre che quelli che erano i fannulloni diventano eroi, eroi che sono andati a lavorare anche senza le più elementari protezioni – perché ai tempi non ce le avevamo – e molti purtroppo hanno anche perso la vita. Si è scoperto che anche la scuola pubblica ha retto bene: gli insegnati hanno fatto bene il loro lavoro mantenendo un rapporto con gli studenti anche a distanza. Mentre ci hanno raccontato per trent’anni che i dipendenti pubblici sono dei fannulloni è venuto fuori che hanno retto l’Italia”.

“Ci hanno raccontato anche che il libero mercato era la cosa migliore, infatti grazie a quello non avevamo nemmeno le mascherine – ha detto Ferrero – Quelle prodotte in Italia se le son portate via ‘gli alleati’, mentre ‘i nemici’ ci hanno fatto arrivare medici e infermieri. Con il libero mercato noi non avevamo nemmeno i prodotti chimici per fare i tamponi. Il libero mercato funziona solo nei giorni di festa, quando c’è un’emergenza le uniche cose che funzionano sono quelle che non funzionano sul profitto ma sulla solidarietà, sulla risoluzione dei problemi della gente. Passata l’emergenza gli eroi sono tornati ad essere dimenticati e quando si discute si torna a parlare di privatizzazione della sanità. Di potenziare sanità e istruzione pubblica non se ne parla più. Serve la sinistra anche perché, adesso che stanno arrivando miliari dall’Ue, bisogna discutere sul come spenderli Li regaliamo alle imprese? Bucherelliamo tutta Italia per opere che non servono a nulla o sistemiamo le cose? Se lasciamo gestire i soldi a Pd e destre, che si fanno concorrenza tra loro, finiremo male”.

“Chiediamo al governo – ha concluso – di prolungare il blocco dei licenziamenti, non a novembre ma almeno fino a dicembre 2021. Bisogna garantire che la gente rimanga a lavorare, bisogna garantire la cassa integrazione. Se in Italia la gente che lavora sa che non perde il posto e sa che è tutelato, la gente pensa in termini di ‘andiamo avanti’. Se invece scade il blocco comincia la paura e avremo una crisi bestiale. I soldi usiamoli bene, non diamoli ai padroni”.

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