Manifattura sud, ok alla variante e via al piano attuativo. La minoranza abbandona l’aula

L'assessore Mammini: "Nessuna marcia indietro, avanti tutta per riqualificare l'area"

Torna in consiglio comunale il tema della variante urbanistica sul complesso dell’ex manifattura tabacchi, in particolare nella sua area sud.

Un consiglio convocato in via d’urgenza per poter procedere l’iter per la riqualificazione dell’area e per poter iniziare a realizzare alcune opere senza dover attendere l’approvazione del piano operativo.

L’introduzione spetta all’assessore all’urbanistica, Serena Mammini: “Siamo a discutere – dice l’assessora – una variante urbanistica normativa per una eventuale ristrutturazione del complesso.
Questa è l’ennesima variante urbanistica normativa che viene discussa in questo consiglio su proposta di questa amministrazione. Ricorderete quindi che le varianti, soprattutto se normative, non hanno in allegato, piante, prospetti, sezioni, rendering o spaccati assonometrici, ma solo algide norme che però servono, per come è concepita la materia, a rendere possibili eventuali interventi sul territorio e sugli immobili. Nel nostro caso servirà per provare a realizzare alcune delle tante idee e proposte, alcune emerse, o che sarebbero dovute emergere, nei tre consigli dedicati all’argomento Manifattura. Senz’altro servirà a trasformare in norma quella che era la nostra idea contenuta nell’atto di indirizzo-masterplan, che non ha valenza urbanistica, varato dal consiglio comunale il 28 luglio 2016 e condiviso all’epoca con la locale Soprintendenza che avrebbe previsto, nell’idea dell’epoca una variante normativa semplificata e un piano attuativo. Masterplan che oltre a dare una visione, un’idea dell’area, suscitò la curiosità di alcuni soggetti e quindi la richiesta di diversi sopralluoghi, interessi che però sfumarono, perché l’area è molto vasta, richiede investimenti importanti e procedure chiare e snelle. Siamo una città meravigliosa, ma non in grado, soprattutto di questi tempi, di attrarre investimenti così cospicui. Tanto è che nonostante nel dibattito cittadino si parlasse a più riprese di prestigiose aziende interessate e anche dell’interesse di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, al 2019 non si era ancora concretizzato nulla”.

“Questa ipotesi – ricorda l’assessora Mammini – destò l’interesse di diversi soggetti che, però, poi sfumarono. Tanto che si è arrivati al 2019 quando ancora nulla si era ancora concretizzato. Nel maggio del 2019 fu il sindaco a richiedere all’ufficio urbanistica di avviare una procedura per una variante urbanistica che prevedesse uno strumento di attuazione più snello rispetto a quello del programma complesso. che è poi quello che è ancora in vigore. Per questo, visto che non sono previsti nuovi volumi, nuova edificazione e soprattutto perché l’area oggetto di variante è tutelata da tre vincoli, fu accantonata l’idea del 2016 di ritornare al piano attuativo e di prevedere un intervento diretto, impartendo però indirizzi specifici riguardo alle funzioni per i vari immobili e favorendo la rifunzionalizzazione nell’ottica della conservazione dell’impianto vincolato. Questo per cercare di recuperare il complesso dall’avanzato stato di degrado in cui si trova e provare a dare vita nuova a oltre 20mila metri quadri di città, senza considerare gli spazi esterni. La variante di stasera quindi ha lo scopo di normare un’area che ad oggi è unicamente a destinazione produttiva. Andremo quindi ad approvare norme, destinazioni d’uso, strumenti di pianificazione, ma nessun progetto. Quindi, la domanda è questa: vogliamo lasciare le cose come stanno, oppure rendere possibile un recupero dell’area? Fosse anche da parte del Comune. Senza la variante qualsiasi discussione è astratta, con l’approvazione della variante possiamo invece mettere la spunta sul primo check di un possibile percorso”

“L’obiettivo della variante dunque – ribadisce Mammini – non è quello di approvare alcun progetto. Tutto questo perché il dibattito si è sviluppato dopo che nel febbraio 2020 è stata presentata da Coima e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca una proposta di project financing che è sempre al vaglio dell’amministrazione e per cui sono stati rilevati diversi profili di criticità. Ma di certo questa è l’unica proposta presente al momento. Inoltre, guardando al futuro, qualunque siano le proposte che arrivino senza la variante dovremmo attendere per fare qualunque cosa il piano operativo, che anche se sarà bellissimo e funzionale ha bisogno ancora di alcuni mesi per la sua approvazione”.

“Chiedo venia – spiega Mammini – per lo spostamento del Consiglio, anche se per soli due giorni. Ma lo abbiamo fatto per garantire il miglior percorso possibile. Che è quello che prevede l’inserimento nella pratica dell’iter per il piano attuativo, che prevede la costituzione della commissione paesaggistica regionale e che vedrà la necessaria espressione anche della Soprintendenza”.

“Siamo convinti – dice Mammini – che le destinazioni scelte sono coerenti con quelle inserite nel 2016 nel masterplan, votato nel consiglio comunale, che aveva l’ok della Soprintendenza. Destinazioni che sono residenziale, direzionale, di servizio, commerciale al dettaglio, turistico ricettivo, industriale leggero, artigianale e che prevede la realizzazione di piazze e parcheggi. A questo punto però, data l’inefficacia, nella sostanza, di un intervento diretto l’amministrazione, ha dato mandato agli uffici di prevedere nelle norme della variante l’inserimento dell’iter del piano attuativo che garantirà, tramite gli step previsti dell’avvio, dell’adozione, dell’approvazione e con la possibilità per tutti i cittadini di esprimersi attraverso lo strumento delle osservazioni. Garantirà inoltre una distribuzione delle destinazioni per consentire un mix di funzioni all’interno del complesso. Saranno esclusi la demolizione, l’incremento volumetrico, la traslazione dei volumi demoliti su aree inedificate nel rispetto del Pit-Ppr e comunque in conformità alle prescrizioni, appunto, delle autorità di settore. Saranno realizzabili parcheggi in superficie e fuori terra, silos o in sottosuolo. Nelle more dell’approvazione del piano attuativo è ammessa la realizzazione di opere pubbliche, il superamento delle barriere architettoniche, la manutenzione straordinaria, il restauro e risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia conservativa ove non ci sia cambio di destinazione d’uso”.

“Nessuna marcia indietro, insomma – conclude Mammini – ma solo un cambio di percorso per ottenere la stessa cosa. Avanti tutta, quindi, per rianimare sua maestà la manifattura”.

Il dibattito scorre sulla stessa falsariga delle polemiche dei giorni scorsi. Per Enrico Torrini (SiAmo Lucca)
“l’amministrazione agisce in maniera improvvisata e tutto l’iter ha dimostrato questa improvvisazione. Inoltre la Fondazione Cassa di Risparmio non doveva essere portata nella polemica politica, era una situazione che poteva e doveva essere evitata”. Torrini annuncia, dopo l’astensione in commissione, che comunque non voterà contrario alla pratica.

Due questioni pregiudiziali, sui tempi di presentazione degli atti e delle convocazioni, le presenta il consigliere Massimiliano Bindocci del Movimento Cinque Stelle: sia per la mancanza delle 24 ore di tempo per l’acquisizione del parere della commissione (che si è svolta nel pomeriggio, ndr), sia per la mancanza di indicazione nella convocazione dei motivi di urgenza di convocazione del Consiglio. Entrambe le questioni pregiudiziali vengono respinte dai 18 consiglieri di maggioranza.

La respinta delle pregiudiziali porta l’opposizione composta da SiAmo Lucca, Fabio Barsanti e Nicola Buchignani ad abbandonare l’aula. Li seguirà, dopo il suo intervento, anche il pentastellato Bindocci.

Ad aprire la discussione è la consigliera di SiAmo Lucca, Cristina Consani: “Avendo votato a favore delle pregiudiziali – dice – a nostro parere questo consiglio comunale non si doveva tenere. Se il consigliere del Movimento Cinque Stelle non avesse presentato queste questioni il nostro gruppo avrebbe partecipato alla discussione e si sarebbe astenuto al momento del voto. Invece con questa premessa non parteciperemo alla discussione abbandonando l’aula”. Gli fa eco anche il consigliere Fabio Barsanti che annuncia la non partecipazione al dibattito.

Per il capogruppo Remo Santini “l’abbandono dell’aula non è una resa – dice – Solo grazie a noi si è riusciti a discurre in quest’aula del progetto della manifattura. Ma i presupposti non ci sono per discutere sulla variante, per l’assoluta mancanza dei tempi corretti per la conoscenza degli atti e delle pratiche”.

Per Gianni Giannini, presidente della commissione urbanistica, i documenti sono stati regolarmente consegnati in tempo già per la riunione dello scorso 9 di settembre: “Le modifiche al testo – dice – che riguarda meno di dieci righe sono state regolarmente evidenziate nel testo presentato nella commissione di oggi”.

A sollevare la polemica è Daniele Bianucci di Sinistra con Tambellini, che sottolinea la spaccatura nell’ambito del centrodestra (leggasi la posizione del capogruppo di Marco Martinelli) e si scontra con il consigliere Barsanti: “Sulla proposta che porta l’assessora Mammini, se ci fosse responsabilità da parte dei consiglieri di centrodestra credo che possa davvero partire un percorso di confronto importante sul futuro di un bene comune della città,. Non è il caso di fare campagna elettorale su questi argomenti”.

Martinelli: “Riqualificazione Manifattura opportunità unica di sviluppo per la città”

Bindocci (M5S) contesta ancora la bocciatura delle questioni pregiudiziali e accusa, prima di uscire dall’aula, la maggioranza di farsi zerbino rispetto alle volontà di un privato.

“Il dibattito si mette nei binari giusti”, commenta Gabriele Olivati di Lucca Civica. “Lo fa – spiega – con un percorso aperto e partecipato. Adesso inizia la parte interessante e possiamo adottare l’approccio aperto e utile alla città che serve a questa amministrazione, al centro storico e alla città di Lucca”.

Roberto Guidotti, del Pd, parla di responsabilità: “Noi siamo chiamati responsabilimente a fare una scelta, ma non una scelta di progetto. I cittadini di Lucca lo devono sapere e devono sapere che se domani in quell’area ci sarà un futuro è per merito di questa maggioranza e non di questa minoranza che scappa. Se quest’area fra 20-30 anni avrà un futuro sarà solito per merito delle scelte che stiamo prendendo oggi”.

“La maggioranza è a un crinale – commenta Bonturi, capogruppo del Pd – Continuare a portare in Consiglio la spazzatura o dare un contributo concreto al dibattito per lo sviluppo dell’area senza strumentalizzazioni”.

La variante, alla fine del dibattito, in assenza dell’opposizione, riceve i 18 voti favorevoli della maggioranza. Può iniziare l’iter per la riqualificazione.

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