Urbanistica, l’assessore Mammini: “Sogno una città inclusiva che recuperi il tempo perso per le infrastrutture”

Un bilancio di sette anni di delega con al centro 'sua maestà' la manifattura: "Sulla questione tante inesattezze e provocazioni, senza di noi l'area sarebbe ancora a destinazione produttiva"

Sette anni da assessora all’urbanistica con l’obiettivo raggiunto dell’approvazione del nuovo piano strutturale e l’iter avviato per il nuovo piano operativo. E il tema aperto della riqualificazione dell’area della Manifattura Tabacchi che sta occupando il dibattito pubblico di queste settimane. Serena Mammini parla a 360 gradi con Lucca in Diretta del futuro della città e degli obiettivi dell’amministrazione negli ultimi due anni e qualche mese di mandato.

– La complessiva riqualificazione della Manifattura Tabacchi, con i lavori Piuss ed extra Piuss, in un modo o nell’altro rappresenterà un elemento di valutazione dei due mandati di amministrazione Tambellini? A poco più di due anni da fine mandato che previsioni si sente di fare: promossi o bocciati?

Senz’altro una parte importante di città come sua maestà la manifattura non può che rappresentare un elemento di valutazione per l’operato dell’amministrazione Tambellini. Alla fine del 2013, quando personalmente ho ricevuto la delega dal sindaco, ho trovato non pochi problemi sui progetti, sul cronoprogramma e sulle funzioni pensate per quell’area. Proprio per questo abbiamo, con la Regione, rimodulato tutti gli interventi a vantaggio di una più organica visione d’insieme della manifattura stessa. Se chiudo gli occhi e immagino quello che sarà a lavori ultimati, e che sarebbe dovuto già essere, vedo tante persone che vanno e vengono nella porzione nord, tutta pubblica, che usufruiscono del front office del Comune dedicato ai cittadini, che vanno a prendersi un caffè sotto la piazza coperta e che la sera, sempre lì, ascoltano buona musica. Persone che si ritrovano alla Casa della Città, l’urban center del Comune, o che frequentano il centro di documentazione della Soprintendenza. E ancora, gli studenti del turismo che danno anima al quartiere, che si incontrano e confrontano con le presenze, anche internazionali, che graviteranno intorno all’expo del fumetto. Se li riapro, però, purtroppo vedo un cantiere da più di un anno bloccato e umiliato, un’offesa alla città. Per questo abbiamo sollecitato l’intervento della Soprintendenza: infatti l’edificio, come sappiamo bene, è sottoposto a vincolo diretto. Uno stallo conseguente al fallimento di Aspera, ditta subentrata a Unieco su proposta delle altre aziende lucchesi che facevano parte dell’associazione temporanea di imprese. Una vicenda complessa, anche da spiegare, che ad oggi è ferma al tribunale delle imprese di Firenze. Il Comune sta lavorando per riappropriarsi del cantiere, e procedere così con nuove gare d’appalto. Spero, a breve, di poter comunicare novità a riguardo. Certo è con amarezza che dico queste cose perché è paradossale che un Comune, pur avendo le risorse economiche per completare dei lavori, per cause esterne non possa procedere. Quindi per la parte nord ex Piuss mi tocca rispondere che l’alunno si è applicato molto, ma in concreto gli obiettivi non sono stati ancora raggiunti. Altra storia, invece, quella della manifattura sud. Con l’atto di indirizzo (masterplan) prima e la variante approvata lo scorso 17 settembre dopo, abbiamo attribuito funzioni e iter di recupero all’area che, prima, era a destinazione produttiva.

– Nei giorni scorsi SiAmo Lucca ha avanzato ancora dubbi sulla trasparenza dell’operazione Manifattura sud e ha attribuito alla propria azione di pungolo dell’amministrazione il nuovo iter urbanistico individuato dalla variante approvata il 17 settembre per il recupero dell’immobile. Come commenta questa posizione?

Il giochino minoranza contro maggioranza e viceversa funziona da sempre, ha le sue regole e si nutre spesso di inesattezze, provocazioni e anche di offese quando da queste regole si esce.
Nel caso della variante urbanistica per la Manifattura Sud però un minimo di pudore sarebbe auspicabile. I tre consiglieri comunali rimasti di SiamoLucca si danno un gran da fare a raccontare una storia che forse a loro piacerebbe, ma la realtà è un’altra. Abbiamo letto che proprio uno dei motivi della fuoriuscita dal gruppo di alcuni consiglieri sia stato l’atteggiamento tenuto sul tema Manifattura. Così come Martinelli (centrodestra) a poche ore dal consiglio dedicato alla variante, è uscito sulla stampa annunciando la presa di distanza dall’atteggiamento tenuto dal resto della minoranza che, la sera dell’approvazione definitiva della variante, ha deciso di abbandonare l’aula. Punto. Quali meriti quindi?

Se fosse stato per l’opposizione la Manifattura sud sarebbe ancora a destinazione produttiva perché per loro la variante urbanistica non sarebbe stata nemmeno adottata lo scorso 26 novembre. In quel Consiglio non entrarono nemmeno in argomento avallando una pregiudiziale dietro l’altra in un goffo tentativo di dilatare i tempi e quindi rendere inefficace il provvedimento. Non ci fu dibattito e della variante non si è più parlato fino a settembre. Non c’è stata nessuna marcia indietro su “spinta dell’opposizione” né tantomeno “di associazioni e personalità cittadine”. Non perché non debbano essere ascoltate a prescindere, anzi, ma perché in questo caso il tentativo è stato per mesi solo quello di generare confusione tra un project financing per piazze e parcheggi e un progetto di riqualificazione degli immobili della Manifattura Sud non ancora presentato all’amministrazione dal promotore del project stesso ossia Coima sgr su proposta di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Per mesi si è letto però di 90 appartamenti, di fantomatici aperitivi sul baluardo San Paolino per ricchi residenti, di musei contadini o gran teatri, di 1000 parcheggi, di amministrazione ostaggio e altre assurdità piuttosto pesanti, complice anche una tristissima e vuota campagna elettorale per cui ognuno doveva comunque esprimersi per esistere. Poi, alcuni giorni prima dell’adozione della variante abbiamo dovuto assistere a un altro tentativo di “terrorismo psicologico” verso i consiglieri, tramite una diffida che è stata smontata punto-punto dall’amministrazione o altre strane dichiarazioni secondo cui la variante sarebbe addirittura stata illegittima. La risposta è semplice e senza misteri: date le prescrizioni del segretariato regionale del Mibact che impediscono funzioni importanti (come il residenziale e il turistico-ricettivo) l’intervento diretto non aveva più senso. L’aver introdotto l’iter del piano attuativo al posto dell’intervento diretto dimostra quindi l’alto senso di responsabilità dell’amministrazione Tambellini che di fronte alla possibilità di veder rinascere una parte consistente del centro storico con la ristrutturazione della Manifattura tabacchi, va oltre le polemiche e le strumentalizzazioni del momento per scegliere l’iter migliore al presente. Questo è stato possibile tramite l’accoglimento parziale di un’osservazione presentata, senza misteri. Succede spesso negli iter urbanistici. Altrimenti lo strumento delle osservazioni a cosa servirebbe?
Certo, se per mesi si è preferito scrivere, e si continua, che l’amministrazione è succube, piegata a 90 gradi a cucire addosso ad un possibile investitore chissà che cosa, capiamo lo stupore di chi invece vuol vedere chissà quale macchinazione dietro a iter invece corretti come quelli che l’amministrazione Tambellini è abituata a fare. L’investitore poi, sia chiaro, ha pieno diritto a chiedere e proporre ciò che ritiene migliore a supporto della propria proposta.

– È abbastanza evidente che uno dei motivi di contestazione nei confronti del project financing per la riqualificazione della zona sud della manifattura sia stata una certa fuga in avanti dei proponenti anche a discapito della comunicazione istituzionale del Comune. Qualcosa in questo senso è emerso nell’interlocuzione successiva con Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Coima Sgr? Il Comune ’si è fatto sentire’ per rimettere in chiaro le ‘gerarchie’? Come e con chi?

Non si è voluto intendere che, molto semplicemente, quella di Coima Sgr è una proposta di project financing riferita a piazze e parcheggi. L’amministrazione si è presa il tempo di valutarla, anche attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato. Ci sono alcuni aspetti critici che devono essere chiariti e altri aspetti da migliorare. Per esempio, la questione dei parcheggi.

– È solo una questione di burocrazia l’impossibilità di realizzare in tempi rapidi importanti progetti per contenitori di proprietà pubblica non più utilizzati? Cosa poteva essere fatto diversamente e meglio e quando?

Se, scrivendo le leggi, partiamo dal presupposto che l’Italia sia una repubblica fondata sulla corruzione, ci confronteremo sempre con un apparato normativo che ostacola gli interventi anziché facilitarli. L’Italia sconta le conseguenze di questa impostazione, che purtroppo ha anche le sue ragioni di essere. A questo si somma una certa dissonanza tra la formulazione dei bandi e le reali necessità di un territorio.

Il Piuss è nato sotto un’altra amministrazione, che ha avuto il merito di portare a Lucca ingenti risorse. Ricordiamo che il 23 luglio 2009 venne sottoscritta una convenzione tra Comune e Provveditorato delle Opere pubbliche Toscana-Umbria per i progetti, la direzione lavori, collaudi e appalto dei 14 interventi previsti per Lucca. Il Provveditorato, come stazione appaltante, avrebbe dovuto consegnare il lavoro al Comune, “chiavi in mano”. I preliminari vennero elaborati dalla squadra messa su dal Comune, mentre i progetti definitivi vennero affidati al Provveditorato e gli esecutivi, trattandosi di appalti integrati, vennero sviluppati dalle ditte che si erano aggiudicate i lavori. Questioni giudiziarie fecero saltare questo percorso e seguire l’intero iter divenne competenza del Comune. Un’incombenza pachidermica e imprevista che determinò sfasamenti nei cronoprogrammi. I progetti poi presentavano non pochi problemi…

– Nelle ultime settimane una parte dell’opposizione (Martinelli, Testaferrata, Torrini, Consani) ha assunto una posizione diversa nei confronti del progetto per la manifattura sud. Questo può essere funzionale anche a un diverso tipo di confronto verso l’adozione e l’approvazione del piano operativo?

Non sta a me entrare nel modo di fare opposizione, certo un atteggiamento costruttivo e collaborativo potrebbe favorire il confronto su temi importanti per il futuro della città. Per la manifattura stiamo assistendo, talvolta, a toni da caccia alle streghe conditi da aloni di mistero che non aiutano nella comprensione delle questioni che sono spesso complesse e necessitano di approfondimenti. Focus che in commissione urbanistica vengono condotti in un clima di generale attenzione e interesse da parte di tutti i consiglieri.

– Pur nel delicato compito di assessore all’urbanistica, che tipo di città vorrebbe vedere nel medio lungo periodo?

Vorrei una città che completi il programma e la visione dell’amministrazione Tambellini.
Più inclusiva possibile, sicura, capace di esprimere al meglio le potenzialità che ha, in grado di recuperare un divario di cose non fatte per decisioni non prese, e mi riferisco soprattutto alle infrastrutture: terminal bus, raddoppio della ferrovia, completamento dell’asse suburbano, sistema tangenziale nord-sud, casello a Mugnano con parcheggio scambiatore in prossimità di Lucca est per drenare veicoli dalla circonvallazione.

Vorrei una più solida ossatura del sistema urbano: fognature finalmente adeguate, così come la rete idrica; servizi sempre più commisurati ai bisogni delle persone e attrezzature all’altezza di una città consapevole del valore che lo sport esprime. Una cura del verde diffusa e una manutenzione e cura del territorio ordinaria sentita come investimento. La riqualificazione della manifattura finalmente terminata, la palestra per tutti alla Bacchettoni, i luoghi della cultura rinnovati insieme alla Cavallerizza con un adeguato sistema museale, un mercato del Carmine riattivato alle esigenze del 2020, i luoghi dell’istruzione sicuri, accessibili, aperti. Una città con politiche della salute capaci di guardare in prospettiva valorizzando sempre più i servizi territoriali. Insomma una città ordinata e armonica, dove si sta bene, con piani e regolamenti semplificati e chiari, gestibili. Con un’infrastruttura informatica finalmente al passo con i tempi e… potrei anche continuare ma mi fermo qui altrimenti rischio di fare un programma elettorale. Consideri che molte cose di quelle che ho detto saranno terminate o avviate entro la fine di questa consiliatura per la quale il sindaco Tambellini sta dando veramente molto.

– Un’ultima domanda: nel 2022 si torna al voto per le comunali. Ultimamente ha espresso una sorta di road map per il rilancio del Pd, e dei partiti in generale, che siano più protesi all’ascolto della gente. Visto che si parla tanto dell’ipotesi di un sindaco donna può rappresentare anche una sorta di autocandidatura al ruolo?

Una figura come quella del sindaco, o della sindaca, passa o dovrebbe passare da un confronto ampio tra i cittadini, i gruppi civici e le forze politiche sui bisogni della città e quindi su un programma concreto e più condiviso possibile. Intorno a questo dibattito deve emergere una persona che in quel momento sarà in grado di guidare al meglio il processo verso l’affermazione elettorale. Non credo nelle autocandidature e, riguardo a me, oggi ho altri desideri.

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