Frigo: “Sbagliato chiudere i centri estetici”

La responsabile del commercio Fdi: "Si sono create disparità con i saloni di parrucchieri"

Centri estetici, sbagliata la chiusura. A dirlo è Annamaria Frigo, responsabile di Fdi per il commercio.

“Lavorando nei settori estetica e acconciatura da molti anni anche dal punto di vista della formazione – afferma -, non posso rimanere in silenzio di fronte alla decisione presa dal governo, di lasciare chiusi i centri estetici nelle Regioni dichiarate rosse. L’attività di estetica è da sempre accumunata all’attività di acconciatura, le 2 attività hanno infatti lo stesso codice Ateco – 093.02 servizi dei parrucchieri e di trattamenti di bellezza e sono disciplinate a livello nazionale  dalla stessa normativa.  Entrambi i comparti durante la chiusura dei mesi primaverili hanno investito enormemente per garantire alla propria clientela  la riapertura in sicurezza e il suo mantenimento anche in previsione di una recrudescenza del virus”.

“Adesso – aggiunge Frigo .- la decisione del Governo di chiudere i Centri Estetici nelle Regioni Rosse è una vera e propria doccia fredda per le estetiste che da sempre erano state equiparate ai colleghi acconciatori. Una decisione che non valorizza  gli sforzi e gli investimenti fatti dal comparto estetico, un mancato riconoscimento  dell’impegno sia in termini energetici che economici. Il Governo ha affermato che non è una decisione politica, ma voluta dal Cts (comitato tecnico scientifico)che ritiene uno dei fattori più alti di rischio , l’assembramento in spazi ristretti. Ma proprio per questo non possiamo che essere in disaccordo. Nel centro estetico non ci sono mai stati assembramenti, nemmeno prima dell’avvento del virus, si riceve per appuntamento da sempre, l’estetista è da sola in cabina con la propria clientela , e proprio per garantire questo e una maggiore attenzione per la sanificazione e l’igiene(che comunque ci contraddistinguono da sempre)  sono stati rallentati i ritmi di lavoro. Le Associazioni di Categoria che tanto hanno fatto per la riapertura anticipata dei 2 settori a Maggio , stanno adesso lottando per la revisione dei parametri  che hanno portato alla chiusura. Ricordiamo che una nazione non vive senza salute , ma nemmeno senza economia. Il comparto ha fatto tutto quello che gli è stato prescritto, ma adesso vuole lavorare, senza incertezze e paure.  Aggiungere alla perdita di fatturato dei mesi primaverili (la stagione corpo e’ stata persa completamente), la perdita delle vendite prenatalizie , significherebbe portare alla chiusura molte di noi . Per non parlare dell’impatto che la mancata attività dei centri estetici porta nell’indotto dell’industria cosmetica”.

“In Italia attualmente ci sono circa 80.000 saloni di acconciatura e 30.000 centri estetici, questi numeri  mi inducono a pensare che probabilmente dal punto di vista economico- sottolinea – sia stato più conveniente sacrificare l’estetica. Si stima che circa 400.000 persone lavorino nell’ambito dei centri estetici , 400.000 possibili voti, 400.000 famiglie. Proprio l’attenta valutazione  di questi dati e la dimostrazione di quanto sia importante la funzione sociale che i nostri settori  rivestono  dovrebbero farci capire come intraprendere la strada futura. Spero, e in questo mi rivolgo a tutte le colleghe estetiste e anche agli acconciatori, che le battaglie per la sopravvivenza che ci hanno visti più uniti, non si concludano quando saremo tornati alla normalità . Gli scenari stanno cambiando velocemente e noi ci troveremo ad affrontare  nuove sfide, prima fra tutte e importantissima  la  Revisione della Legge 1/90. Una revisione quanto mai necessaria per rafforzare maggiormente i comparti a livello nazionale. Ognuno di noi deve essere consapevole che il Sacrificio economico richiesto agli italiani , non è stato equamente distribuito, ma continua ad essere totalmente a carico delle piccole e medie imprese e di tutte le Partite Iva, impegnate in molti settori”.

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