Salviamo la manifattura: “Da rigettare la seconda proposta di project financing di Coima”

Conclusioni riassunte in 50 schede messe a disposizione del sindaco, della giunta e dei consiglieri comunali: "Il privato non può scegliere il bene che i Comune conferisce"

“La seconda proposta di project financing presentata da Coima Sgr e Rocco e Puccetti architetti è anch’essa, come la prima, radicalmente da rigettare. Salvo modeste modifiche già in precedenza ipotizzate dagli stessi proponenti, la proposta ricalca infatti interamente la prima, già respinta dalla giunta Tambellini, ed è ben lontana dal contenere quegli elementi di novità che lo stesso sindaco aveva espressamente richiesto al fine di  tutelare la parte pubblica e il suo patrimonio”. Dopo i necessari giorni di approfondimento delle oltre 400 pagine protocollate in Comune dalla società di Milano e dallo studio di architettura lucchese, per conto dell’unico investitore Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il coordinamento Salviamo la Manifattura è giunto alle sue conclusioni attraverso un’attenta valutazione eseguita con l’ausilio degli esperti che ne fanno parte. Conclusioni riassunte in 50 schede che stamani sono state messe a disposizione del sindaco, dal consigliere di SiAmo Lucca, Alessandro Di Vito che del gruppo è componente, dell’intera giunta e dei consiglieri comunali.

“Partiamo intanto dalla questione tecnica fondamentale, i numeri del project – si legge nella nota del gruppo trasversale formato da professionisti, esponenti della società civile e politici di diversi schieramenti – La seconda proposta, come del resto la prima, non tiene minimamente conto del fatto che le aree di sosta che la società di gestione vorrebbe in concessione sono già gravate da un diritto reale a favore della Metro, la quale, proprio tramite la gestione di quei parcheggi consegue attualmente proventi che vanno in larga parte proprio al Comune di Lucca. Un esproprio che priverebbe fra l’altro l’amministrazione di un incasso di oltre 30 milioni di euro in 40 anni. Di tali proventi nella proposta di project non vi è traccia, non si computano: un’omissione che, a nostro parere, invalida completamente il progetto”.

Secondo il coordinamento Salviamo la Manifattura, dunque, l’omettere di attribuire valore a tale icontributo che il Comune fornirebbe al progetto, invalida qualsiasi valutazione economica del project financing stesso. “Il Piano economico finanziario e la corrispondente valutazione value for money, è priva di qualsiasi validità perché appunto non tiene conto della reale situazione delle aree d’intervento – spiega ancora il gruppo – Ma, oltre a questa evidente distonia rispetto alle norme, c’e di piu. Sono infatti gli stessi proponenti che chiedono al Comune un contributo economico e, piuttosto che quantificarlo in denaro, lo identificano in un ben determinato immobile, gli edifici della porzione sud della ex manifattura; non solo: ciò espressamente fanno allo scopo di incrementare la redditività della loro proposta di project, per passare in sostanza da un Tir di progetto del 5,50% ad uno del 7,22%. Dalla lettura delle disposizioni di legge si evince, al contrario, che solo la pubblica amministrazione può decidere di contribuire al progetto con parte del proprio patrimonio, e per giunta nell’esclusivo fine di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario. Non è dato in sostanza che sia il proponente a scegliersi un bene del patrimonio pubblico, né certo allo scopo di incrementare la redditività della propria proposta di partenariato pubblico-privato”.

Secondo il coordinamento Salviamo la Manifattura, anche l’apertura di Coima ad una compartecipazione futura del Comune agli incassi del privato, è fumo negli occhi. “Nella nuova proposta di project si prevede che se le aree di sosta supereranno una certa soglia di incassi – conclude la nota – la società di gestione ne darà una parte al Comune di Lucca, ma questa cifra sarebbe di poche migliaia di euro l’anno, cifra assolutamente risibile rispetto alla misura del danno che abbiamo valutato aggirarsi intorno a 32 milioni di euro. Comprensiva, oltre che dalla perdita degli incassi dei parcheggi (31 milioni e 447mila euro in 40 anni), anche del mancato introito della tassa di occupazione suolo pubblico Cosap (800mila euro) e la perdita definitiva della proprietà pubblica dell’ex  Manifattura per 3,2 milioni di euro”.

“La verità – conclude la nota del coordinamento – è che quella presentata non è affatto una proposta di project financing. Invece il project financing è qui utilizzato strumentalmente al solo scopo di acquisire la proprietà dell’ex Manifattura al prezzo più conveniente possibile. Ciò che preoccupa è il danno economico incommensurabile che ne deriverebbe alla città”.

Scarica qui il documento completo di valutazione del project financing di Coima

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