Manifattura sud, scintille dopo un post dell’avvocato Giorgi. Cantini: “Si dimetta da Gesam”

Intervento anche dell'assessora al sociale Giglioli: "Rifletta chi diceva che l'amministrazione era prona ai poteri forti"

Il Comune di Lucca ieri (7 luglio) ha dichiarato non accettabile la proposta di project financing presentata da Coima Sgr, braccio operativo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, per il recupero della manifattura sud. Una pagina dolente di cronaca amministrativa, giunta dopo mesi di interventi in cui sono state espresse posizioni contrastanti e che, soprattutto su Facebook, hanno tenuto banco. Dai comitati alle liste civiche e ai partiti politici, in pochi si sono astenuti dal dire qualcosa sulla proposta di investimento da 60 milioni che avrebbe conferito una nuova identità all’ex opificio dei tabacchi in centro storico.

Manifattura sud, stop dal Comune al project financing: “Manca l’interesse pubblico”

Tra i più attivi sostenitori dell’irragionevolezza della proposta che il Comune, prima di respingere, ha a lungo valutato col supporto di consulenze esterne al gruppo di lavoro designato, c’è l’avvocata Lodovica Giorgi di Salviamo la manifattura. Una delle prime, ieri, a gioire della notizia dello stop con un “abbiamo vinto” seguito da tanti punti esclamativi sul suo profilo social. Una soddisfazione alla quale è seguito un affondo, con la pubblicazione di un editoriale uscito su Toscanatoday. A corredo dell’articolo, un’immagine piuttosto esaustiva: “dimissioni”, scritto in rosso, sulla foto della manifattura sud e l’invito a leggere un pezzo.

È la stessa legale, però, a chiarire che non si trattava affatto di una richiesta di dimissioni del sindaco, ma solo un invito a leggere le riflessioni contenute nell’articolo.

Ma qualcuno, dai banchi della maggioranza, non ci ha visto più. Il capogruppo di Lucca Civica, Claudio Cantini, si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa e ha postato lo screenshot del post di Lodovica Giorgi, commentando ironicamente: “Ma se foste nominati fiduciari di un’amministrazione in una partecipata del Comune e non foste d’accordo con il sindaco e la stessa amministrazione, per prima cosa non dareste le dimissioni per un minimo di coerenza e di dignità personale? Chiedo per un amico, eh…”

Il riferimento è alla posizione ricoperta, per designazione pubblica, da Lodovica Giorgi in Gesam Reti Spa – azienda municipalizzata del Comune di Lucca che annovera l’avvocata tra i consiglieri di amministrazione, secondo il rinnovo delle nomine verbalizzato il 29 aprile 2019.

dimissioni giorgi cantini

Interviene il consigliere Enrico Torrini del Gruppo misto: “Ma le vostre nomine non erano quelle derivanti dalle pubbliche consultazioni, trasparenti, basate sulle competenze e non riconducibili a nomine politiche? In tal caso perché domandare le dimissioni?”

Domanda che non rimane senza risposta. Ancora Cantini: “Le nostre nomine sono trasparenti, ma comunque incarichi fiduciari, sia pure a persone competenti. Credo che la buona creanza (per non dire la propria coscienza) dovrebbe fare in modo che, andando contro chi ha dato un incarico di questo genere (e in modo così pesante), per prima cosa si rinunciasse all’incarico”.

Rivendica la linearità della posizione del Comune in questi mesi di approfondimento della proposta anche l’assessora alle politiche sociali Valeria Giglioli, che scrive: “Ci hanno detto che era tutto già deciso, che ci eravamo piegati ad interessi superiori, che avevamo lavorato nell’ombra, che avevamo abbassato la testa di fronte ai poteri forti. Fino a ieri c’era chi parlava di svendita ai privati. Si è tirata in ballo anche la dignità. Mi pare che oggi chi si è espresso in questo modo dovrebbe farsi qualche domanda“.

“L’amministrazione – prosegue Giglioli – ha lavorato a lungo, si è confrontata su una proposta, le ha dedicato l’attenzione necessaria ad un’idea che prevedeva 60 milioni di investimenti a Lucca e l’opportunità di riportare il lavoro nel cuore della città. Ha chiesto aiuto dove non arrivava con le sue competenze per fare un’analisi precisa, seria, attenta di quella proposta. Poi, a quadro completo, ha tracciato una linea, ponendo delle condizioni. E quando le è stato detto che tali condizioni, a nostro avviso essenziali per la tutela dell’interesse pubblico, non potevano essere accettate, ha messo un punto. Ecco cosa abbiamo fatto, altro che discorsi”.

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