Stop al project sulla manifattura sud, Fondazione Crl ‘rammaricata’: “Un’impresa che avrebbe garantito 36 milioni di beneficio per il Comune”

L'ente di San Micheletto: "L'interesse pubblico è quello che ci ha mosso in questa proposta in uno spirito di servizio per la città e il territorio"

“Un grande rammarico”. Questo il commento laconico della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca all’indomani del niet del Comune al project financing

“La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – spiega una nota dell’ente di San Micheletto – da alcuni anni ha intravisto nella rigenerazione urbana e sociale dell’area sud della ex Manifattura Tabacchi una grande opportunità di crescita e sviluppo per la città e il territorio. Coinvolgendo Coima Sgr ha inteso mettere in campo una realtà leader nel settore, le cui competenze e capacità sono testimoniate dai risultati raggiunti in altri processi di recupero già portati a termine con pieno successo. C’è infatti profondo rammarico, come si diceva, per quanto abbiamo appreso tra ieri e oggi, soprattutto per quel che concerne le notizie uscite a mezzo stampa. Amarezza, ovviamente, per la decisione presa dall’amministrazione comunale, che ha fatto le proprie valutazioni e deciso di imporre uno stop a un project financing più volte analizzato e rimodulato per venire incontro alle richieste del Comune stesso“.

“Una proposta – spiega la Fondazione – descrivibile attraverso numeri ormai noti e importanti in termini di impatto economico, sociale e ambientale: 60 milioni di euro di investimenti per intervenire su 30mila metri quadri dell’ex complesso industriale da bonificare e recuperare secondo criteri di sostenibilità ambientale assolutamente certificati (Leed e Well). Nell’area ben 10mila metri quadri sarebbero stati gli spazi pubblici riaperti al pubblico utilizzo, assieme a 3500 metri quadri dedicati ad attività culturali a servizio della città e ai 4mila metri quadri dove era possibile immaginare laboratori artigianali, servizi, ristorazione e commercio esperienziale. Per non dimenticare l’attenzione all’innovazione con 8mila metri quadri destinati alla Manifattura 4.0: distretto d’avanguardia nel campo della digitalizzazione. Secondo i nostri calcoli, condotti in base ad analisi validate da società nazionali di primaria importanza, questa grande impresa avrebbe garantito circa 36 milioni di euro di beneficio complessivo netto per il Comune di Lucca nell’orizzonte dei quarant’anni (quasi un milione all’anno), attivando 1400 nuove unità di lavoro annue su un orizzonte di 20 anni e sostenendo il tessuto economico e sociale della città con un aumento dell’1,6% del Pil lucchese”.

Si ravvisava quindi un interesse pubblico ‘significativo’, che – è bene ribadirlo – ha costituito da subito l’unico movente che ha indotto la Fondazione ad impegnarsi così a fondo nel progetto. Ancor più significativo è il fatto che il beneficio netto a favore del Comune sarebbe stato garantito al Comune senza alcun esborso iniziale da parte di questo (fatto salvo il contributo degli immobili) e spostando integralmente sui proponenti ogni rischio rispetto alle bonifiche, ai lavori, alle manutenzioni delle opere realizzate e al risultato commerciale derivante dalla gestione dei parcheggi. Purtroppo non è stato sufficiente. La Fondazione avrebbe investito direttamente il proprio patrimonio, motivo per cui, come detto fin dall’inizio, non sarebbe stato possibile immaginare uno sforzo superiore. Il patrimonio della Fondazione, non va dimenticato, genera le risorse con cui ogni anno arrivano milioni di euro in contributi per il territorio. Va preservato e amministrato secondo principi di sostenibilità”.

Ma il rammarico – dice ancora la Fondazione – è ancor più grande perché tale ‘stop’ è stato motivato con una “mancanza di interesse pubblico”, quando in realtà i presupposti di questa ‘avventura’ nascevano proprio da una valutazione opposta e in uno spirito di servizio per la città e il territorio, come avviene per ogni intervento portato avanti o sostenuto dalla Fondazione. Un interesse pubblico che, in maniera indiretta, avrebbe portato benefici al tessuto economico e imprenditoriale locale, anche solo pensando alle ditte – tutte lucchesi – che avrebbero lavorato nella realizzazione del grande cantiere. L’amministrazione comunale ha agito secondo i principi di imparzialità e buona amministrazione che le sono riconosciuti per legge e aveva – ci mancherebbe! – ogni diritto di respingere la proposta, ma se queste sono le motivazioni del loro rifiuto, di certo ci saremmo aspettati una risposta in tempi decisamente più rapidi”.

“Prevale l’amarezza – conclude la nota – ma questa comunque è anche l’occasione per ringraziare tutte quelle parti della città e del territorio, alcune più attive, altre silenziose ma presenti, che hanno voluto sostenere il progetto, ma soprattutto hanno abbracciato, come noi, l’idea di dar vita a un processo virtuoso di recupero in grado di generare in tempi rapidi benessere, coesione sociale e bellezza. Esattamente come è avvenuto nella parte est della città grazie al restauro del complesso conventuale di San Francesco“.

 

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