Zucconi (Fdi): “Cambio sesso in un minore, sentenza sbagliata”

Il deputato: "Il ragazzo andava ascoltato ma non assecondato"

“Una sentenza sbagliata”. Così il deputato Fdi Riccardo Zucconi definisce il pronunciamento del giudice del tribunale civile di Lucca che, secondo caso in Italia, ha autorizzato il cambio di sesso in un minorenne.

“Al di là della scelta e delle motivazioni strettamente personali che non mi permetto assolutamente di giudicare, quello che mi lascia stupito è il fatto di come si possa concedere il cambio di sesso e dei dati anagrafici ad un minorenne,  considerando anche il fatto che un successivo intervento chirurgico avrebbe conseguenze irreversibili a livello fisico e psicologico – osserva Zucconi -. Se già come Fratelli d’Italia eravamo contrari al ddl Zan, che vorrebbe introdurre l’educazione gender persino ai bambini delle scuole elementari, riconoscendo inoltre a ognuno il diritto di autoproclamare il proprio sesso, leggere oggi di un tribunale che agisce anticipando la legge stessa su un percorso di cambio di sesso per un minorenne, mi fa rabbrividire. Ricordiamo tra l’altro che sono sempre più numerosi i casi di persone che si sono pentite della transizione precoce e che hanno addirittura accusato cliniche e medici per aver agito troppo in fretta, così come sono molti gli stati gender-friendly che pian piano stanno facendo marcia indietro, vietando i cambiamenti di sesso per gli adolescenti”.

“Ritengo che un minore vada innanzi tutto ascoltato e consigliato – prosegue -, non immediatamente assecondato in una scelta che non deve essere ne’ affrettata ne’ facilitata proprio per evitarne le conseguenze irreparabili a fronte di una maturità complessiva che ancora non c’è. L’educazione emotiva e sessuale di un bambino e di un giovane deve essere soprattutto svolta dai genitori che ben conoscono le sensibilità e lo sviluppo della personalità dei propri figli: un compito che non può essere sottratto alla famiglia soprattutto quando lo si voglia affidare a promozioni ideologiche in ambito pubblico, come vorrebbero i sostenitori del ddl Zan. Rispettiamo e tuteliamo i nostri giovani, ma per certe scelte, a maggior ragione se irreversibili, non possiamo né dobbiamo mai anticipare i tempi, proprio a tutela di quanti siano alle prese con dolorosi problemi esistenziali legati alla sessualità”.

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