Partito Comunista: “Vendita Manifattura? La Fondazione non può partecipare al bando”

Il Pc attacca l'amministrazione: "Sarà Coima a spuntare di nuovo all'orizzonte"

No alla vendita della manifattura, sì al processo partecipativo. E’ questa la posizione ribadita dal Partito comunista di Lucca: “Pd e co. ci riprovano – sostengono -: dopo il naufragio del progetto coima fondazione, quando mancano solo sei mesi alla scadenza del loro mandato, cercano di vendere a tutti i costi parte della ex manifattura sud. Tutto questo in barba ad una città che gli si è rivoltata contro, grazie al lavoro di comitati ed associazioni che sono riusciti in pochi mesi a raccogliere 1400 firme per il processo partecipativo riguardante la porzione citata della manifattura.  Da Panchieri a Tambellini, la levata di scudi del pd e affini è unanime: deve essere la fondazione a vincere l’asta per rilevare la parte dell’immobile messa in vendita”.

“L’amministrazione evita di dire, volutamente a questo punto – si aggiunge -, che la Fondazione ha un contratto con Coima che le impedisce di acquistare in proprio o agevolare l’acquisto da parte di terzi dell’immobile ex Manifattura Tabacchi e Coima ha l’esclusiva su qualunque operazione commerciale (vendita e affitto) relativa all’immobile. Quindi Fondazione Crl non può partecipare al bando. Lo farà il fondo gestito da Coima. Aperte le porte alla fondazione (e coima)  si spalancano i portoni a tagetik, multinazionale olandese di software, che entrerebbe nel centro storico senza alcun tipo di impegno, capace di andarsene quando più gli torna e conviene, come del resto fanno tutte le multinazionali presenti sul nostro territorio da anni (vedi Gkn a Campi Bisenzio)”.

“La maschera del sindaco e di tutti i consiglieri di centro sinistra – sostengono – è finalmente calata e non si discosta da quella che oramai è diventata la fu sinistra a livello nazionale: un manipolo di faccendieri e servi che strizzano di continuo l’occhio a banche e multinazionali.  Se l’amministrazione avesse impiegato gli stessi sforzi con cui sta provando a svendere la parte sud della ex manifattura alla fondazione per occuparsi dello stato disastrato e di profonda crisi economica e sociale in cui versano le nostre periferie, staremo parlando di un’altra città: meno attrattiva, forse, per gli squali della speculazione edilizia ma più a misura di cittadino. Per questo noi ribadiamo il nostro più totale disprezzo verso un modo di concepire la politica non solo dannoso alla credibilità della politica stessa ma volto esclusivamente a fare gli interessi di pochi nei confronti dei molti. La posizione del Partito Comunista è chiara: si al rifacimento della parte sud ma con un procedimento che mantenga la proprietà dell’immobile (tutto) pubblica, cioè di tutti. Si al processo partecipativo chiesto da comitati e associazioni con le loro 1400 firme”.

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