L’affondo di Fazzi: “Pera al Colle più alto? Non ha i requisiti”

Duro attacco al senatore da parte dell'ex sindaco: "Manca delle doti di equilibrio e saggezza che si richiedono ad un ruolo tanto importante"

Marcello Pera tra i papabili per la carica di presidente della Repubblica? Per Pietro Fazzi “assolutamente no”. L’ex sindaco di Lucca che con il senatore ha un conto in sospeso per ruggini di ormai 20 anni fa assicura però che la sua opinione non ha nulla a che vedere con questioni politiche locali. Secondo Fazzi Pera “non ha i requisiti per un ruolo che richiede equilibrio e saggezza”.

“Questa conclusione – avverte Fazzi in un post su Facebook – non ha niente a che vedere con la gestione politicamente dissennata e inconcludente delle vicende politico-amministrative locali. Niente a che vedere con l’affondamento della Giunta Proviciale guidata dall’Ingegner Grabau, o con quella del Comune di Lucca che portava il mio nome, no. Nessuna relazione con le vendette consumate a suon di licenziamenti o emarginazioni di coloro che avevano mostrato accenni di dissenso con le sue bizzarrie ei suoi capricci”.

“Penso invece – aggiunge Fazzi – alla dote dell’equilibrio e della prudenza le quali massimamente si richiedono al Capo dello Stato che rappresenta l’unità della nazione”.

“Che dire dei ripetuti attacchi a Papa Francesco – va avanti – del quale è arrivato a chiedere le dimissioni?! ‘Pontificato scandaloso, Bergoglio disorienta i fedeli’. ‘Papa Francesco fa politica ed è contro la tradizione’. Affermazioni tanto gravi – cita Fazzi – quanto gratuite, autentiche invasioni di campo, inaccettabili e rozze, soprattutto da chi si ammanta di un profilo accademico di studioso. Ma non c’è solo il problema dei rapporti con l’Oltretevere. Nell’ottobre del 2002, insediato da poco alla presidenza del Senato, Marcello Pera volle fare outing al TG2, volle informare la nazione che a Palazzo Giustiniani, lui la sera cenava in mutande. Una condotta che rassicura e riempie di orgoglio tutti gli italiani e che non vorremmo mancasse al futuro ospite del Quirinale. Come pure, se non potremo avere un presidente barzellettiere, non vorremmo perderci un grande improvvisatore, come quando il candidato in pectore di Salvini, presiedendo una seduta, incautamente informò il Senato di un attacco terroristico consumato da un pilota di un aereo da turismo che era andato a schiantarsi sul Pirellone. L’affermazione fu smentita dal ministro dell’Interno Scajola e Francesco Rutelli rimbrottò il presidente Pera invitandolo ad una maggiore cautela. In realtà si era trattato di un triste ma banale incidente aereo”.

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