Il Pd: “La condanna di Santini? Ci auguriamo metta un macigno su un certo modo di fare politica”

I dem vanno all'attacco: "Nel dispositivo dell’ordinanza si legge che il tribunale di Lucca accerta e dichiara la natura diffamatoria delle espressioni proferite da Remo Santini"

“Quando la discussione politica approda nelle aule dei tribunali non c’è mai da rallegrarsi, a maggior ragione se i giudici sanciscono che la controversia in questione non è rimasta nell’alveo della normale dialettica tra le parti ma ha valicato il confine della diffamazione, meritando la condanna al risarcimento danni: per la precisione nel dispositivo dell’ordinanza si legge che il tribunale di Lucca accerta e dichiara la natura diffamatoria delle espressioni proferite da Remo Santini”.

Comincia così il comunicato a firma del Pd Comunale di Lucca in merito alla lite giudiziaria tra Francesco Raspini e Remo Santini, da pochissimo giunta a conclusione.

“La vicenda che ha visto di fronte l’assessore Francesco Raspini e il consigliere comunale di opposizione e giornalista Remo Santini non meriterebbe forse di essere commentata da un partito, se non risultasse emblematica di un modo di fare politica messo in atto da alcuni settori del centrodestra cittadino che come Pd abbiamo sempre rigettato e combattuto e di cui l’ex candidato sindaco Santini è stato il principale artefice. Un’impostazione – si legge nella nota del Pd – basata sul mancato riconoscimento dell’avversario, sul continuo gettare discredito sulle persone, sull’insinuazione costante, fino alla menzogna e alla diffamazione, così come sancito dal Tribunale di Lucca in sede civile (e non penale come qualche male informato consigliere ha commentato evocando la Procura della Repubblica)”.

“Fin dagli esordi della consiliatura il centrodestra guidato da Santini si è distinto per la totale assenza di spirito di collaborazione, a partire dal mancato riconoscimento del risultato elettorale, con tanto di ricorso al Tar e prospettazione di gravi irregolarità poi del tutto smentite dal tribunale amministrativo regionale, e dalla costante messa in discussione della legittimità della giunta e del sindaco, che portò l’opposizione ad astenersi addirittura su una pratica formale ma fondamentale come la convalida degli eletti”.

“E poi una continua allusione e strumentalizzazione a danno di persone vicine al centrosinistra con il solo fine di screditare l’amministrazione comunale, come quando si è voluto gettare un’ombra su assunzioni del tutto regolari e trasparenti, avvenute per scorrimento di graduatoria, previo concorso pubblico, come era assolutamente chiaro per chi avesse voluto leggere gli atti. Ci chiediamo: ma un giornalista prima di esprimersi non dovrebbe accertare i fatti all’esito di un serio e diligente lavoro di ricerca? (parole della Corte di Cassazione) – aggiunge il Pd -. In conclusione, al di là della vicenda specifica, pensiamo che questo pronunciamento del Tribunale di Lucca ponga un macigno su un certo modo di fare politica e sulla credibilità di chi lo ha fatto proprio in questi anni. Ci auguriamo che questo passaggio metta la parole fine ad una stagione dei veleni che troppo a lungo ha inquinato il dibattito pubblico in città”.

“Noi crediamo profondamente – conclude il Pd comunale – che il confronto politico debba avvenire nei luoghi deputati secondo il metodo democratico. Pensiamo altresì che il rispetto delle persone, anche quando politicamente avversarie, sia un prerequisito fondamentale per una dialettica sana e davvero costruttiva per la città. Speriamo che da oggi questo convincimento possa divenire patrimonio condiviso anche dal centrodestra”.

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