Azione legale contro il comitato, lettera aperta al sindaco: “Così la politica certifica il suo fallimento”

Un cittadino si rivolge a Tambellini: "Si è ripetuto lo stesso schema di quando la gente chiedeva la partecipazione sull'ex Manifattura"

“Sono convinto che quando la politica per dirimere le controversie, le divergenze, le proprie carenze, per rispondere alle contestazioni ha bisogno di appellarsi alla magistratura, commette l’errore di smascherare il proprio fallimento, la propria incapacità; è una vera delusione per la fiducia dei cittadini che dalla politica e ancor più dalla politica amministrativa si aspettano le soluzioni dei problemi alla loro convivenza”. E’ quanto scrive Paolo Pieri, un cittadino che ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta al sindaco Alessandro Tambellini di fronte alla notizia dell’azione legale intrapresa contro un comitato.

“Leggere sulla stampa che lei e la sua amministrazione avete denunciato il Comitato di S. Concordio e il comitato Salviamo il porto della Formica chiedendo qualche centinaio di migliaia di euro di risarcimento ad alcuni suoi componenti non solo mi amareggia ma mi indigna – si legge nella lettera -. Dopo aver rifiutato qualsiasi confronto, dopo non aver ascoltato e rifiutato di dare risposte ai cittadini che avevano inviato istanze con numerose firme, e qui mi permetta di ricordare che è stato lo stesso copione di quanto è accaduto per quei comitati che si sono impegnati nella battaglia della ex Manifattura dando battaglia (questa volta con successo) anche con la richiesta di un percorso partecipativo da voi negato senza motivazione. A S. Concordio i cittadini che avevano con ragionevoli e giustificate motivazioni tentato di contrastare la realizzazione di quel mostro osceno che oggi è sotto gli occhi di tutti e che niente ha a che fare con la storia e l’urbanizzazione del quartiere, arriva da lei e la sua amministrazione la vendetta volta a silenziare i dissidenti e a minacciare quanti in futuro osassero porsi contro chi è al potere e ha il ‘dovere di amministrare'”.

“Io mi auguro – prosegue la lettera  che il nuovo sindaco della nuova amministrazione (qualunque essa sia) che andremo ad eleggere tra pochi mesi come primo atto politico, per recuperare e ristabilire un corretto e democratico rapporto con la cittadinanza, per dimostrare davvero che chi è chiamato ad amministrare il comune vuole porsi in ascolto e favorire la partecipazione, non solo come slogan elettorale, annulli questo pessimo atto”.

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