“Tambellini come Putin e Bolsonaro”, il sindaco chiede 50mila euro a Bindocci foto

Il consigliere M5S: "Vogliono un risarcimento per aver definito vergognosa l'azione legale contro un comitato. E' una intimidazione cui non cedo"

Cinquantamila euro da versare entro e non oltre quindici giorni. È questa la cifra messa nero su bianco nella lettera pervenuta al consigliere pentastellato Massimiliano Bindocci dall’avvocato Carlo di Bugno con una richiesta di risarcimento danni al sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini.

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A essere contestate sono le parole utilizzate dal consigliere comunale in due diverse interviste alla stampa – “intollerabile e raccapricciante” – riferite al modo di procedere, secondo l’esponente M5S, dell’amministrazione e la frase “deve rispettare chi dissente, non può volere danni dai più deboli” in cui Bindocci ha definito l’azione legale intrapresa dall’ente di palazzo Orsetti contro il comitato di San Concordio “vergognosa“. Ma non è finita.

Sarebbe stato un post pubblicato dal consigliere comunale sulla propria pagina Facebook a far scattare la richiesta di risarcimento danni: “taglia più alberi di Bolsonaro ed è meno democratico di Putin“, riferito al sindaco Alessandro Tambellini, sulle vicende sempre legate al quartiere San Concordio. Parole che, nella replica alle diffide, sono state definite dall’avvocato di Bindocci “assolutamente ironiche, satiriche e volutamente amplificate”. Il legale del sindaco ha ritenuto tuttavia di procedere ed è partita la lettera con la richiesta di un risarcimento danni.

Ma il punto, per il consigliere pentastellato, non è tanto la richiesta in sé, “che ad ogni modo non riuscirei a pagare”, ha ammesso – quanto il messaggio e le implicazioni politiche. Che per il consigliere si sommano alla ormai nota vicenda del comitato Per S. Concordio, oggetto di un’azione legale da parte di Palazzo Orsetti per aver tacciato il Comune – la giunta ma anche gli uffici – di aver compiuto presunti falsi e violazioni per l’ottenimento dei finanziamenti dei quartieri social.

“Non è tanto la richiesta di risarcimento economico in sé, che ad ogni modo con un Isee da 16 mila euro non posso permettermi di pagare  – ha spiegato questa mattina (1 aprile) Massimiliano Bindocci a Palazzo Santini -, quanto il modo in cui il sindaco (o chi per lui) mi ha chiesto questi soldi, a me e ai cittadini che fanno parte del comitato di San Concordio. Nessun confronto verbale prima, ma una lettera nella quale si decide di portare i comuni cittadini che protestano per un progetto che non piace, magari sì, alzando un po’ i toni, in tribunale diventa un messaggio minatorio che allontana le persone dalla politica anziché avvicinarle, come invece dovrebbe auspicare un primo cittadino. Uguale nei confronti dell’opposizione: se esci dagli schemi dei giochi già fatti e chiedi ambiente, tutela dei più deboli diventi pericoloso e ti arrivano queste lettere. Io questa cosa non la accetto: sono richieste che possono rovinare intere famiglie, compromettere il futuro dei figli. C’è un problema di libertà, di diritto di critica, di democrazia. Chiaramente non è Tambellini di persona che la impedisce, ma è questo tipo di atteggiamento intimidatorio che fa paura e rende evidente che la città soffre di un’emergenza democratica”.

Il consigliere pentastellato, spalleggiato da alcuni rappresentati del comitato San Concordio e dal consigliere di Difendere Lucca presenti nella sala biblioteca di Palazzo Santini, ha poi confermato che parteciperà ma non parlerà e voterà in consiglio fino a una prossima risoluzione.

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