Lista Civile: “Altro che protagonista, Lucca in ambito infrastrutturale è ferma”

Il gruppo che sostiene il candidato sindaco Elvio Cecchini: "Città totalmente irrilevante nel programma generale di sviluppo della Regione”

“L’incontro svoltosi a Palazzo Ducale lo scorso 10 maggio, tutto targato Pd, voleva raccontare una Lucca protagonista nell’area vasta: infrastrutture, mobilità e sviluppo territoriale. Una narrazione esclusivamente elettorale del migliore dei mondi possibili e di un radioso futuro della città di Lucca”. La pensa così Lista Civile per Cecchini sindaco, che commenta: “Peccato però – dicono dalla lista – che nella conferenza tenutasi a Livorno (6 maggio 2022 – Stati generali delle infrastrutture: ferrovie, trasporto marittimo, aeroporti e strade) alla presenza delle massime cariche regionali e nazionali sia tecniche che politiche, con la conclusione del ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini, si sia fatto il punto sulle prospettive della nostra Regione e quindi della nostra città per il prossimo futuro. Che non vede Lucca come protagonista e nemmeno beneficiaria perché totalmente irrilevante nel programma generale di sviluppo della Regione”.

“Ma quello che ha certamente colpito di più – prosegue la nota – è stato l’intervento del nostro sindaco che in un consesso di tale rilevanza si è lasciato andare affermando, testuale: “Perché trent’anni fa a Lucca lavoravano tutti, non lavoravano soltanto coloro che avevano scritto nel loro Dna la parola fancazzisti”. Nessun problema di occupazione o di difficoltà individuale; chi non trovava lavoro era solo perché aveva nel suo Dna scritto a carattere indelebile il termine fancazzista, cioè vagabondo, perditempo. A parte l’inaccettabile nota razzista, è veramente incredibile pensare di avere un sindaco che in un convegno di rilevanza nazionale si permette di qualificare in maniera oltraggiosa parte dei suoi concittadini”.

Lucca in ambito infrastrutturale è ferma – dice Lista Civile – non ci sono prospettive reali di cambiamento né di finanziamento, manca una visione che non sia limitata a quella dei convegni di partito e non potrebbe essere altrimenti perché la qualità delle proposte, delle cose fatte e delle troppe non fatte, sono la testimonianza di un globale fallimento dell’amministrazione che ci ha governato fino ad ora e che si propone per una ideale prosecuzione con il tambelliniano delfino Raspini”.

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