Quartieri social a San Concordio, Viviani insiste: “Ci sono state anomalie”

Il candidato consigliere di Lista Civile risponde al sindaco. E anche la sua squadra rilancia: "Da Tambellini il solito tono ironico e derisorio"

Quartieri social a San Concordio, è polemica fra il sindaco Alessandro Tambellini e lista Civile. In particolare è Massimo Viviani, candidato al consiglio comunale per Lista Civile, a tornare sulla vicenda chiamato in causa dalla replica a un suo intervento, da parte del sindaco Alessandro Tambellini. L’ingegner Viviani insiste nel sottolineare alcune che secondo il suo punto di vista sono “anomalie” nell’iter per l’affidamento dei lavori.

“Ringrazio il sindaco dell’attenzione verso di me e, diffidandolo dal mettere in discussione la mia professionalità e competenza – scrive -, ammetto che sulla mia conoscenza dei fatti dei quartieri social ha ragione per metà: partiamo da ciò che conosco. Quando il sindaco chiese al Consiglio comunale il 29 maggio 2018 di cedere la gestione di tutta l’operazione ad Erp sappiamo che quest’ultimo era già attivo da tempo per affidare i lavori di progettazione; circostanza certamente anomala. Tre giorni prima che il sindaco approvasse assieme alla sua giunta il progetto definitivo – delibera 164/2018 – da inviare alla presidenza del Consiglio per il finanziamento, due assessori si ritrovarono assieme al dirigente responsabile per rilevare l’incompletezza della progettazione e per decidere comunque di procedere con l’approvazione e la richiesta dei finanziamenti. Altra anomalia? La successione delle determine di approvazione delle progettazioni esecutive e varianti è culminata con la distruzione di parte della resede del plesso scolastico di San Concordio nonostante la progettazione definitiva non lo prevedesse e, non secondario, la modifica del patrimonio di un ente non dovrebbe essere un atto di semplice gestione dirigenziale. Ebbene, se vengono riconosciute questa serie di anomalie, la determina non rappresenta più il permesso a costruire e i lavori diventano abusivi. Tutti questi atti avrebbero potuto essere impugnati a suo tempo, ma non è questo l’oggetto del contendere”.

“Perché noi – aggiunge – crediamo in una amministrazione trasparente in cui i cittadini possano fidarsi dei propri amministratori senza dover filtrare ogni determina o delibera e auspichiamo un Consiglio Comunale che non sia chiamato solo a ratificare scelte preconfezionate. Non crediamo altresì in un confronto muscolare a colpi di esposti alla magistratura; c’è un piano della prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e c’è un responsabile, il segretario Comunale, garante dell’azione amministrativa, che è stato messo al corrente di tutto quanto e che saprà certamente cosa fare e a cui il sindaco potrà rivolgersi se vorrà sapere, grazie alle nostre competenze, qualche fatto in più sul procedimento dei quartieri social”.

“La parte che certamente conosco meno – afferma – è quella relativa alle scuse del comitato. Tutto parte con una determina che impegna soldi pubblici per citare in sede civile quattro cittadini rei di non condividere l’operato dell’amministrazione nel proprio quartiere. Poi più nulla fino alla recente nota del sindaco di aver ricevuto le scuse da parte di due abitanti di San Concordio, dopo averle pubblicamente richieste durante il Consiglio comunale del 26 aprile. Scuse accettate per cancellare la richiesta di 100.000 euro. Da quanto riportato da vari articoli di stampa, non è dato a noi di conoscere se il testo delle scuse sia stato redatto in proprio o imposto dall’amministrazione ma sappiamo che contiene giudizi di correttezza dell’amministrazione; che la richiesta danni non era tesa a reprimere il dissenso e che vengono prese le distanze da alcune persone o gruppi politici. Siccome riteniamo che la libertà di opinione sia da garantire in assoluto, vorremmo che le scuse fossero aliene da contenuti inquietanti quali la ritrattazione del proprio pensiero, la dichiarazione di assenza di forzature (come se centomila euro da pagare non lo fossero) e, cosa più grave, la presa di distanza da persone e gruppi politici attivi elettoralmente. Pensiamo quindi necessario che il Sindaco permetta di rendere pubblica quella lettera di scuse perché sia chiaro a tutti che cosa ha richiesto e accettato. Non si può imporre il segreto ad un atto che ha grande importanza sociale, perché i cittadini tutti hanno il diritto di conoscere a che cosa si espongono quando esprimono un dissenso. Oggi una esorbitante richiesta di 100 mila euro è toccata a noi; aspettiamo quanto e a chi toccherà domani”.

Anche Lista Civile prende la parola a difesa di Viviani: “Ancora una volta il sindaco Tambellini mostra contro l’ingegner Massimo Viviani, nostro candidato alle elezioni amministrative, il tono ironico e derisorio che ha connotato la sua esperienza amministrativa. Sarebbe stato molto più costruttivo che altrettanto sprezzo e coraggio esibito con cittadini comuni dissenzienti o con chi esprimeva critiche in Consiglio comunale lo avesse mostrato nel compiere scelte qualificanti per la città. Su questo fronte la sua amministrazione si è mostrata forte con i deboli e debole con i forti; anche il nascondersi dietro i nomi (o gli enti) non è che l’ennesima manifestazione di una debolezza strutturale di un’esperienza alla quale, attraverso il suo delfino, non vorremmo condannare la città per altri 10 anni”.

“Peraltro – aggiunge Lista Civile -, se dovessimo applicare lo stesso metro dell’ironia a un sindaco che ha dichiarato non rilevare interesse pubblico per un progetto presentato come ‘occasione unica e irripetibile’ per più anni, o ricordando la recente vicenda ‘Ambiente’, avremmo materiale per un’ intera annata di Striscia la Notizia o Zelig. Ancora una volta l’incauta e umorale sortita del sindaco ci conferma nell’impegno di interrompere, nell’interesse della città, qualsiasi continuità con un’esperienza di governo cittadino rivelatasi modesta, autoreferenziale e a tratti anche sprezzante”.

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