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Politica
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Blitz contro lo scaffale del ricordo, Rifondazione: “I lucchesi non si piegheranno al revisionismo storico”

13 maggio 2025 | 15:55
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Blitz contro lo scaffale del ricordo, Rifondazione: “I lucchesi non si piegheranno al revisionismo storico”

Il Circolo della Piana: “Spazi pubblici assediati con iniziative sulle foibe in concomitanza con le ricorrenze antifasciste”

Polemiche sul blitz alla biblioteca Agorà in occasione dell’inaugurazione dello ‘Scaffale del ricordo’, interviene Rifondazione Comunista, circolo della Piana di Lucca.

“Cari sindaco Pardini, giunta comunale di Lucca, senatore Menia – scrivono dal partito – è inutile che alziate i toni e assediate gli spazi pubblici con iniziative sulle foibe in concomitanza con le ricorrenze antifasciste, i lucchesi non si piegheranno al vostro revisionismo storico. Non siamo interessati a rivendicare o giustificare la posa dei cartelli antifascisti all’Agorà, bensì a ribadire che un’iniziativa sulle foibe durante il giorno dell’Europa, anniversario della vittoria sul nazifascismo, è un’operazione vergognosa volta a coprire i crimini del fascismo, responsabile dello scoppio della guerra e della violentissima occupazione dei territori jugoslavi”.

“Sappiamo da che parte stare: quella della resistenza antifascista. Non siamo negazionisti delle tragiche vicende del confine orientale – dice il Prc – Crediamo che la storia vada raccontata tutta, e non serva nascondere la violenza della guerra civile per capire chi si trovava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata della storia.  A disprezzare la democrazia e la costituzione, nate dalla resistenza, è in primo luogo chi si definisce “fascista del terzo millennio”, chi rivendica l’adesione a formazioni politiche come Casapound, colpevole negli anni di decine di aggressioni e violenze nella nostra città, o il Movimento Sociale Italiano, responsabile di gravi atti di terrorismo negli anni di piombo. Appoggiare cartelli su dei tavoli, come abbiamo appreso sia stato fatto, non si può chiamare lesione della libertà di espressione; in nessun modo vi è stato impedito di lanciare il vostro messaggio”.
“Le minacce di denunce verso gli autori del gesto sono pura propaganda – conclude la nota – non ci risulta che né l’atto, né le scritte “basta revisionismi” e “morte al fascismo” (quindi a un’idea, non a persone) presenti sui cartelli, siano considerabili reati”.