Liberazione, lettera aperta dell’Anpi al sindaco: “In sordina la celebrazione degli eroi del Ponte dei Frati”
L’associazione dei partigiani: “La celebrazione non divide: distingue fra chi ama la Costituzione e chi non può o. non vuole dirlo”
Una lettera aperta, all’indomani delle celebrazioni della Liberazione di Lucca, dal presidente Anpi Lucca, Romano Zipolini, al sindaco Mario Pardini.
“ Anpi tutela la memoria e la storia di Lucca e la Città non dimentica i propri Partigiani – esordisce la lettera – Non dimentica e non fa dimenticare i 4 giovani che salvarono l’onore dei lucchesi e l’integrità della città. Nel 2022, lo rammentammo alla giunta, appena insediata, e al sindaco, che ammise, candidamente, di ignorare quei fatti. Dovette, tuttavia, riconoscere il valore militare e non solo simbolico dell’evento, e, per almeno due anni, lo ha celebrato pubblicamente, invitando Anpi, custode della memoria, le associazioni tutte, le forze politiche e sindacali e, soprattutto, i cittadini. Quest’anno: neppure una comunicazione ufficiale, non un invito. Solo una comunicazione per l’evento istituzionale (e vorremo vedere), ma silenzio sul fatto più rilevante della nostra storia cittadina”.
“ E cosi, vi è stata solo una celebrazione frettolosa, sbrigativa, al Ponte dei Frati, quasi di soppiatto, comunicata informalmente a pochissimi privati – proseue Anpi – Non una parola sul fascismo e le sue atrocità. Noi dell’Anpi c’eravamo lo stesso. E quelle parole le abbiamo dette. Diciamo al sindaco: non è un dispetto. È un onore che si deve a chi ha fondato le istituzioni, che lei è stato chiamato a rappresentare. È stato ricordato l’evento istituzionale della Liberazione, ma non gli eroi che ne furono protagonisti”.
“Signor sindaco – prosegue l’Anpi – la celebrazione dei Partigiani non divide: distingue. Distingue tra coloro che amano la Costituzione e la sua storia e chi ha timore, o non è libero neppure di menzionare i Partigiani. Credevamo di essere riusciti a far comprendere che la Liberazione è stata una lotta di popolo e non una “guerra tra fazioni” contrapposte. Ma non è ancora così. Quel popolo di donne e uomini era composto non solo dai partigiane/i in armi, ma anche da militari, da tanta parte del clero, contadini, operai, studenti, intellettuali e professori, e persino da soldati tedeschi, che avevano abbandonato la divisa disonorata dagli orrori, per unirsi alle formazioni partigiane. Come ebbe modo di scrivere Piero Calamandrei: “Avevano sentito quell’impulso diffuso, generato da una voce sotterranea che indicava agli italiani di buona volontà la via della ribellione e del riscatto”. E allora li ricordiamo ancora noi i nostri combattenti per la libertà e l’uguaglianza. E li abbiamo onorati, giovedì sera, entrando simbolicamente in Lucca, per celebrare la liberazione dal nazismo e dal fascismo, assieme a decine di associazioni, partiti e sindacati e, soprattutto, di liberi cittadini”.
“Questa è la storia – ricorda l’Anpi – Era l’alba del 4 settembre 1944, quando due plotoni della formazione Mario Bonacchi, dopo aver strisciato tra i granturchi, aprirono il fuoco all’improvviso, a cinquanta metri dal corpo di guardia tedesco, presso il Ponte dei Frati sul canale Ozzeri. Questa azione permise ad una piccola pattuglia di 4 patrioti, di attraversare il ponte dei Frati e raggiungere le truppe alleate, attestate presso Vorno, riuscendo a portare il messaggio del Cln, a firma del partigiano Vannuccio Vanni, che invitava gli americani a non bombardare la città, dal momento che i partigiani avevano già provveduto a liberarla”.
“Peccato signori amministratori che rappresentate Lucca – conclude la missiva – Una occasione persa di rispettare la Città e la sua storia“.


