Ius soli, Bianucci: “Ecco perché aderisco a sciopero fame”

Assessori e consiglieri aderiscono allo sciopero della fame per lo ius soli. A spiegare i motivi personali della scelta il capogruppo di Sinistra con Tambellini, Daniele Bianucci.
Bianucci parte da tre citazioni. “Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità” (Dalla dichiarazione di indipendenza americana 1776). “Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti” (Dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino – Francia 1789). “Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” (Dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – Nazioni Unite – Parigi 1948).

“Ho voluto fare queste citazioni – dice Bianucci – da tre pietre miliari del cammino storico dell’affermazione dei diritti dell’uomo, per inquadrare la discussione sulla norma relativa al cosiddetto “ius soli”. Non si tratta a mio avviso in primo luogo di un semplice tecnicismo. Per cui si tratta di scegliere quale metodo adottare tra quelli in uso nel mondo per riconoscere la cittadinanza alle persone che vivono in un paese, tra il cosiddetto “ius sanguinis” di origine germanico barbarica, che riconosce in sostanza la cittadinanza di un paese ai figli di persone che hanno la cittadinanza di quel paese, e appunto lo ius soli che riconosce la cittadinanza a chi nasce in quel paese (spesso con una serie di limitazioni e condizioni). Né si tratta semplicemente di riconoscere la cittadinanza ai migranti che si trovano sul nostro territorio sic et simpliciter. La questione è invece più profonda. Siamo in un’epoca di migrazioni. Dovute a molti fattori. Distanza crescente tra ricchi e poveri, cambiamenti climatici, guerre, denatalità nei paesi più sviluppati. E, ci dicono gli esperti, questo fenomeno è destinato a durare nei prossimi decenni. Masse sempre più ingenti cambieranno il paese in cui vivono e andranno a cercare lavoro e una vita decente in altri paesi”.
“In questo quadro – dice Bianucci – di per sé lo ius soli è intuitivamente e fattualmente il sistema che meglio riesce a garantire quei diritti universali dell’uomo citati nella dichiarazione americana e francese, non per niente due Stati che adottano il sistema dello ius soli, consacrati nella dichiarazione delle Nazioni Unite, ma anche nella nostra Costituzione. D’altronde lo ius soli della proposta di legge di cui stiamo discutendo è in realtà molto temperato e si incrocia con il cosiddetto ius culturae. Infatti i figli di migranti nati in Italia potranno diventare cittadini italiani se i genitori hanno il “permesso di soggiorno di lungo periodo”, riconosciuto a chi abbia soggiornato legalmente e in via continuativa per 5 anni sul territorio nazionale. Per chi non proviene da un paese dell’Unione europea sono richiesti anche reddito minimo, alloggio idoneo, conoscenza della lingua. La riforma introduce, come detto anche lo ius culturae, secondo cui può ottenere la cittadinanza il minore straniero arrivato prima di 12 anni che abbia frequentato in Italia uno o più cicli scolastici. Si sta discutendo complessivamente di circa 800 mila persone potenzialmente interessate”.
“Ritengo – conclude Bianucci – che la forza di un paese, di una cultura, di un sistema democratico stia nella sua capacità di integrazione, di garantire a tutti eguali diritti, di confrontarsi con le diversità integrandole in un sistema condiviso di valori, che sono quelli delineati dalla nostra meravigliosa Costituzione. Per questo, assieme a tanti lucchesi, aderisco allo sciopero della fame, promosso per sollecitare l’approvazione della legge sullo ius soli. Perché ci risulterebbe difficile guardare negli occhi quei bambini e ragazzi che da anni vivono e studiano nel nostro paese e nella nostra città, se non facessimo di tutto per garantire loro quei diritti inalienabili e quella libera ricerca della felicità che da secoli ormai scriviamo nei nostri più importanti documenti”.

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