Renzi a S. Anna per anagrafe antifascista: è simbolo foto

Il segretario del Pd Matteo Renzi ha raggiunto stamani (15 febbraio) Sant’Anna di Stazzema, luogo di eccidio nazifascista che fece 560 vittime tra la popolazione nell’agosto 1944, per sottoscrivere la sua iscrizione all’anagrafe antifascista. Prima di salire al sacrario, Renzi, accompagnato da ministri e parlamentari, ha parlato con i superstiti e deposto una corona al cippo che ricorda la strage. Con lui c’erano tra gli altri anche il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, il senatore dem Andrea Marcucci, Raffaella Mariani e il candidato alla Camera Stefano Baccelli che si sono iscritti all’anagrafe antifascista.

Era inevitabile la polemica con il leader della Lega Nord Matteo Salvini. “Oggi – ha detto Renzi – vorremmo dare un messaggio forte, senza polemica, per dire che troviamo necessario aderire a un elenco di quelli che dicono che il nazifascismo è stato il male assoluto e che se c’è un luogo simbolo quello è Sant’Anna di Stazzema, e purtroppo non è il solo”.
Renzi lo ha detto dopo aver ricordato la battuta di Salvini sull’anagrafe canina, senza citare il leader leghista. “Quando il sindaco ci ha proposto l”adesione all’anagrafe antifascista qualcuno ha fatto una polemica giuridica, ha detto che l’anagrafe la fanno i cani – aveva premesso Renzi -. Certo l’anagrafe la fanno per i cani, e anche i cittadini in Comune, la fanno tutti gli uomini che hanno bisogno di registrarsi in un elenco”. “Il fascismo appartiene a passato, sì. Però attenzione – ha aggiunto Renzi -, quelle idee sono da combattere ancora oggi. E quando qualcuno spara nelle strade del nostro Paese, e spara avendo sul comodino il Mein Kampf, non dobbiamo sottovalutare la grave emergenza educativa che sta alla base del disastro che abbiamo visto”. “Essere antifascisti è il valore costitutivo della nostra comunità”, ha detto Renzi sottolineando che “la nostra democrazia è solida e forte”. “Questa firma è un simbolo”, ha aggiunto.
“Ho provato sinceramente imbarazzo per lui – ha detto il ministro Martina – e purtroppo non mi stupisce perché un leader politico che non fa una riflessione rispetto a quello che nel suo movimento si sta generando in questo ultimo periodo, e traduce solo in propaganda violenta la sua campagna elettorale, credo che non sia un leader all’altezza di questo Paese”.
“Vorrei invitare veramente Salvini a ragionare – ha detto invece la ministra Valeria Fedeli – a venire qui, a confrontarsi con i superstiti, conoscere la storia, conoscere anche la nostra costituzione. L’anagrafe antifascista che qui si firma è esattamente mettere di nuovo una firma sotto la nostra costituzione”.
Anche il candidato alla Camera Stefano Baccelli, consigliere regionale del Pd, si è iscritto all’anagrafe antifascista. Baccelli ha ricordato che “non bisogna abbassare la guardia, soprattutto quando si tende a liquidare come poco più che ragazzate o episodi insignificanti le tante espressioni di violenza che provengono anche da alcuni gruppi politici presenti in Parlamento. Il fascismo, come è già stato dimostrato soprattutto a spese degli italiani, è un pericolo da non sottovalutare mai”. Baccelli, iscrivendosi poi all’anagrafe nazionale antifascista, l’ha definita “uno strumento innovativo e necessario per fare memoria”.
Questa mattina non sono mancate le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona il dramma della dittatura. “Fui messa al muro per essere fucilata dai tedeschi, non parlatemi di Salvini, non me ne intendo di politica. Però cosa mi ha fatto il nazifascismo me lo ricordo”. Così, parlando coi giornalisti, Adele Pardini, 78 anni, una superstite dell’eccidio di Sant”Anna di Stazzema del 12 agosto 1944 che stamani ha raccontato la sua storia al segretario del Pd Matteo Renzi.
“Avevo 4 anni quel giorno, quando insieme a mia madre e alle mie cinque sorelle fui messa contro un muro dai nazisti, per essere fucilata; a mia madre spararono un colpo alla testa e morì, ma cadendo aprì la porta di un fondo; allora mia sorella più grande, Cesira, aveva 18 anni, mi spinse dentro e mi salvò. Quella mattina persi la mamma, che aveva solo 36 anni e già nove figli, e due delle mie sorelle. Anna, che aveva soltanto 20 giorni fu colpita con sette proiettili”.
“Di Salvini – prosegue – non voglio parlare”, ha continuato Adele rispondendo ai giornalisti che chiedevano delle polemiche sull’anagrafe antifascista, “il mio cervello non risponde a queste cose, io a scuola sono andata poco e di partiti non mi intendo. Ma il nazifascismo, quello lo conosco bene”.
Le adesioni all’anagrafe antifascista di Sant’Anna di Stazzema, aperta il 27 dicembre scorso, hanno raggiunto oggi quota 33.359 unità iscrizioni di cui circa 1.300 dall’estero. Oltre a italiani residenti all’estero, tra le sottoscrizioni ci sono 700 cittadini tedeschi, che si sono iscritti dopo aver appreso dell’iniziativa da organi di stampa. E’ quanto si apprende dal Museo di S. Anna dopo l’iniziativa a cui stamani il Partito democratico ha partecipato. “L’antifascismo è un valore di tutti”, spiega il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona: “Non si tratta di una patente o di un certificato, si tratta di prendere posizione e di dichiarare con forza che il valore dell’antifascismo è fondante della nostra Repubblica e della nostra Costituzione che è nata anche a Sant’Anna di Stazzema. Come recita la Carta di Stazzema, antifascismo significa ‘essere per’: un mondo senza guerre, terrore e forme di oppressione; un futuro migliore, di progresso sostenibile, bellezza e civiltà; la fiducia nell’uomo e nelle sue potenzialità, nella ragione, nella cultura”.
Per iscriversi va compilato un modulo sul sito www.anagrafeantifascista.it. Dalla prossima settimana sono annunciate le versioni in lingua inglese e tedesca oltre a quella in italiano.

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