Rossi: “Su scuola ed università serve un grande dibattito nazionale”

“La cosiddetta Buona scuola non ha risposto a una domanda fondamentale. Non è stata in grado di rispondere, in questi anni, a cosa deve servire davvero la scuola, cioè a formare, a fornire ai giovani quella cultura di base che deve permettere loro di avere strumenti di analisi e una capacità critica. Anche l’università, oggi, presenta preoccupanti segni di crisi nella sua missione di formazione e di costruzione di una nuova generazione di donne e di uomini consapevoli e dotati di adeguata cultura. In Italia, ormai, siamo tornati a una università di classe. A questo processo dobbiamo opporci. E la Regione, su questo punto, è impegnata, nella consapevolezza che la partita è in mano soprattutto al governo nazionale”.
Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenendo oggi (22 aprile) all’assemblea del Forum nazionale dei giovani che si è svolta a Firenze. Il Forum raduna oltre settanta tra associazioni ed organizzazioni di giovani e di studenti in rappresentanza di circa 4 milioni di ragazzi e ragazze di ogni parte d’Italia.

Dopo l’introduzione della presidente nazionale del Forum, Maria Cristina Pisani, che ha ricordato come la Toscana sia una delle poche amministrazioni regionali ad aver previsto specifiche politiche a favoredelle fasce giovanili e della formazione finalizzata all’inserimento nelmondo del lavoro, il presidente Rossi ha ricordato il programma Giovanisì, destinato a “favorire l’incontro tra domanda ed offerta” e ha posto l’attenzione sui temi della scuola, della formazione e dell’università, chiedendo “un grande dibattito sulla scuola e sul suo mondo nonché su quello universitario” e sulla “necessità di superare il numero chiuso negli atenei, magari lasciandolo solo per alcuni percorsi di studio particolari, ma non certo ponendolo alla base del sistema universitario, come purtroppo è oggi”.
Il presidente Rossi ha inoltre ricordato che “se in Toscana le borse di studio coprono il 13 per centro delle richieste, contro il 9 per cento della media nazionale, è perché la Regione mette in campo delle risorse proprie” e ha sottolineato che “oggi in Europa siamo penultimi per numeroi laureati, davanti solo alla Romania, a dimostrazione di una formazione universitaria ormai svalutata ed elitaria”.
“Si vive in una società poco capace di guardare ai giovani e al futuro – ha concluso Rossi – Una società che non è in grado di valorizzare la propria cultura, la propria formazione e la propria  università, è espressione di un Paese che vive in retroguardia. E’ una situazione complessiva, quella italiana, ormai insosteibile e che grida vendetta”.

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