Ok a regolamento polizia locale, ma è polemica sul voto

Sì in consiglio comunale al nuovo regolamento di polizia urbana. Il testo, voluto dall’assessore alla sicurezza Francesco Raspini, che ha voluto svecchiare un regolamento di 70 anni fa, è stato il frutto del lavoro degli uffici ma anche delle osservazioni e delle richieste degli emendamenti dei cittadini che hanno aderito al percorso partecipativo (per i principali contenuti del regolamento leggi qui).
Dopo la polemica sulla modalità con cui si sarebbe affrontato il voto, ovvero il regolamento nel suo complesso oppure articolo per articolo, come avrebbe preferito il pentastellato Bindocci, ad illustrare la formazione e le novità del regolamento è stato l’assessore Raspini.
“Il regolamento di polizia urbana del ‘43 – ha ricordato – era stato realizzato quando la specializzazione normativa non era così elevato e quindi il testo era molto corposo. Nel frattempo, però, sono aumentate le fattispecie, legate a degrado, vandalismo, accattonaggio e altro, che non integrano vere e proprie fattispecie di reato e su cui però i sindaci sono chiamati a intervenire. Nel frattempo negli anni Duemila sono intervenute una serie di normative che hanno attribuito sempre più funzioni ai sindaci, nelle quali si stabiliscono norme stringenti su vari fenomeni che incidono su convivenza e vivibilità”.

“Modificare un regolamento – spiega Raspini – assumersi la briga di mettere mano a un insieme di norme tutto sommato semplici ma particolarmente delicate è stato un lavoro abbastanza importante di cui ringrazio pubblicamente gli uffici, sia l’ufficio della polizia municipale sia i dipendenti del comando sia la segreteria del Consiglio, che non ha mai fatto mancare il proprio apporto. Potevamo fare solo internamente la valutazione delle fattispecie da normare ma invece abbiamo deciso, vista la materia che ha un connotato tecnico ma anche di senso comune, di provare a chiedere una integrazione alla cittadinanza. Hanno partecipato quasi 30 soggetti fra singoli cittadini, associazioni e associazioni e associazioni di categoria e anche partiti. Questo ha rappresentato un aggravio per la difficoltà di trasformare in termini giuridici le proposte generiche. In alcuno casi si è trattato di contributi generici che non è stato possibile inserire in testi normativi, rimasti agli atti della commissione e che possono essere futuri atti di indirizzo. Poi ci sono contributi di carattere giuridico che hanno ricevuto parere di regolarità tecnica, altri no o perché contrari a norme nazionali o attinenti a tematiche fuori dal regolamento di polizia urbana come, ad esempio, il verde pubblico”.
Al centro del regolamento sicuramente la questione della musica nei locali, per cui è stato previsto il limite delle 24 all’esterno di pub e ristoranti: “Quanto al rapporto su residenza e attività commerciali – spiega Raspini – non pensiamo di aver trovato il massimo equilibrio del mondo, ma abbiamo lavorato con una capacità di tutti di fare sintesi. Abbiamo trovato un punto di equilibrio che è parso accettabile, anche se è suscettibile di regolazioni così come di deroghe, ma complessivamente accettambile. Credo sia importante valorizzare il contributo che è venuto dalle stesse associazioni di categoria, che rappresentano l’interesse delle aziende. Sono soluzioni su cui si potrà tornare, ma anche il dibattito che si è creato ha iniziato a porre le basi per un lavoro approfondito sul tema”.
La presidente della commissione che si occupa dei regolamenti, Rita Nelli, ha ricordato l’iter dentro e fuori la commissione per l’approvazione delle novità del regolamento. Per Gabriele Olivati (Lucca Civica) il testo che si va ad approvare è “un atto importante – spiega – e in continuità amministrativa, visto che già nella scorsa consiliatura si era approvato un atto in cui si valutava la possibilità di realizzare un nuovo regolamento di polizia urbana”.
Enrico Torrini di SiAmo Lucca torna sul tema della necessità di approfondimento maggiore dei contenuti del regolamento: “Ci sono, nel testo – dice il consigliere di opposizione – delle evidenti disparità di trattamento fra chi vive in città e chi è in periferia, a discapito proprio di chi ha deciso di stare lontano dal centro. Lo stesso vale per le possibilità di utilizzare i locali in città e in periferia. Proprio per affrontare i diversi temi e le sollecitazioni emerse, sarebbe stato meglio rallentare il percorso di approvazione affinché quello che si va ad approvare sia il regolamento di Lucca e dei lucchesi”.
Il consigliere di Casapound, Fabio Barsanti, illustra quelli che sono i tre emendamenti presentati dal suo movimento al regolamento nella fase partecipativa. “Il primo – dice Barsanti – è quello che chiede di eliminare i negozi di vendita di frutta e verdura fra le attività per cui è previsto il divieto di esposizione della merce all’esterno dei locali. La frutta e la verdura, infatti, è a nostro parere diverso rispetto all’esposizione di paccottiglia. Poi la questione dell’accattonaggio, che è una questione che abbiamo spesso affrontato e per cui riteniamo ci sia la necessità di prevedere anche qualche forma di sanzione economica per colpire chi pratica l’accattonaggio, specialmente chi lo fa in maniera insistente e in certe zone della città. Infine i locali, alcuni dei quali troppo piccoli per poter fare attività musicale al proprio interno. Per contemperare le varie esigenze avevamo per questo proposto una proroga nell’orario, almeno nella serata del sabato”.
L’assessore Raspini coglie una prima occasione di replica dopo le parole di Barsanti. Alla sollecitazione di Torrini, che parlava di necessità di fare cassa sul divieto di stendere i panni sulle vie pubbliche dice: “Non abbiamo necessità di fare cassa. Le amministrazioni hanno problemi di altro tipo e mi sento di dire che questo rischio non c’è. Sul resto comprendo le obiezioni che sono state fatte. In questo giorni del Summer Festival la questura ha dato delle indicazioni precise di utilizzare certi materiali per la vendita da asporto, quindi non siamo i soli attori che possono fare prescizioni e che ci sono in ballo”. Poi a Barsanti: “L’emendamento sui negozi di frutta e verdura non è stato possibile accoglierlo, lo è stata invece una osservazione per eliminare dal divieto l’ambito della soglia del negozio. Quello che noi vietiamo, comunque, è il posizionamento di merce fuori dal negozio senza autorizzazione. Capita, infatti, che vengano messi fuori in certe occasioni banchetti che espongono merce senza titolo. Quando alla sanzione su chi dà denaro, al di là di come si pensa, è impossibile: ci sono delle sentenze che stabiliscono che chiedere denaro in maniera pacifica, non molesta non fastidiosa, è attività lecita”.
Infine la questione della musica nei locali: “La musica non è contemplata come correlat alla attività commerciale. Si tratta di punti di equilibrio provvisori ma chi fa impresa deve sapere che chi apre in centro storico ha più difficoltà che altrove per fare una certa attività. L’idea di mezzanotte per questo ci è sembrata punto di equilibrio. E non impedisce deroghe”.
Di Vito (SiAmo Lucca) solleva alcune obiezioni puntuali su alcuni articoli del regolamento, concordando con i colleghi sul fatto che ci sarebbe stata una necessità ulteriore di dibattito rispetto a quella concessa. Torna sul tema dell’accattonaggio la consigliera di Lei Lucca, Donatella Buonriposi: “Chiedo di porre una particolare attenzione – dice – all’accattonaccio delle donne straniere con bambini. Per qualcuno, infatti, si tratta di un fatto culturale, ma è molto grave. Così quando ci sono gli animali”.
Prosegue anche nell’intervento la critica del consigliere del Movimento Cinque Stelle Bindocci, che parla di “modalità vergognose, che violano le principali libertà di un consigliere comunale. Un argomento di forma, che mina tutta la discussione”. Nel merito, secondo Bindocci “bisognava fare prima un documento di indirizzo e spiegare cosa si voleva fare – dice – Invece si è scelto di fare una cosa forzatissima e a tappe forzate per intervenire su un testo vecchissimo. E’ stato fatto un regolamento abborracciato con indicazioni generiche che non servono a nulla, laddove dovremmo redigere questi testi facendo una cosa organica perché servono risposte ai problemi emersi dalla città”.
Dubbi sulla effettiva partecipazione da parte del capogruppo di SiAmo Lucca, Remo Santini: “Si parla della modifica di un regolamento del 1943 – dice – di cui si è iniziato a parlare ad aprile, anche sulla stampa. Poi c’è stato un passaggio in giunta l’8 maggio e poi un incontro pubblico aperto a tutta la cittadinanza. Mi piacerebbe condividere l’entusiasmo dell’assessore sulla partecipazione. Ma è puro e semplice ottimismo. Le 29 osservazioni arrivate, infatti, non sono state presentate ognuno da una persona diversa. Forse sono una ventina i cittadini che hanno pensato di dire la loro. Andava avviato un vero percorso partecipativo”. Poi sul merito, in particolare sui provvedimenti che riguardano la sicurezza: “Se non ci sarà qualcuno che questo regolamento nuovo che verrà approvato stasera lo farà rispettare non si andrà da nessuna parte – dice – Parlo di un fatto personale avvenuto prima del Consiglio: in piazza Santa Maria sono stato circondato da 4 persone che chiedevano l’obolo e quando mi sono rifiutato non sono stato trattato nel migliore dei modi. Se le norme non vengono applicate si va poco lontano. L’intervento del consigliere Olivati, inoltre, mi fortifica in una mia convinzione: anche per lui, infatti, ilcentro non deve diventare una Disneyland. Se continuano ad aprire locali ovinque senza che nessuno intervenga, però, si presenterà un problema”. “Non si può però – conclude – essere soddisfatti di questa fretta. Due mesi e mezzo rispetto a 70 anni sono davvero pochi”.
Anche Minniti (Lega) si sofferma sul tema della sicurezza e sottolinea l’importanza dello strumento in capo al sindaco dell’ordine di allontanamento dalla città per 48 ore per chi si macchia di condotte di un certo tipo. Uno strumento che poi può essere seguito dal Daspo urbano per ordine del questore.
A difendere, dopo l’intervento di Santini, la partecipazione intorno al regolamento, è il consigliere di Lucca Civica, Gabriele Olivati: “È una partecipazione che, seppur bassa e sempre incrementabile – dice – che ci rende orgogliosi. Prima le opportunità dei cittadini di dire la propria erano zero, noi abbiamo aperto una porta verso la cosa pubblica”.
Prima del voto anche una precisazione del sindaco Alessandro Tambellini sul tema dell’accattonaggio: “Più volte mi arrivano informazioni di persone rintracciate e segnalate per queste attività – dice – Si tratta molto spesso di persone che provengono da altri luoghi e non sono abitanti a Lucca. Ma l’azione di controllo esiste sistematicamente. Lo posso garantire in particolare rispetto a quello molesto e insistente”.
Dopo una votazione articolo per articolo e solo per gli articolo emendati prima del voto sul regolamento si rinnova la polemica sulle modalità con cui si è proceduto nell’assise. All’invito di Ciardetti (Sinistra con Tambellini) ad una opposizione costruttiva sono seguiti di dubbi di Torrini (SiAmo Lucca) e di Barsanti (Casapound) che hanno annunciato l’astensione sul documento. Bindocci (M5S) annuncia di non partecipare al voto proprio in polemica contro una modalità di discussione che, dice, ha tolto ogni possibilità di approfondimento in aula “anche ai consiglieri di maggioranza che, palesemente, non sapevano cosa stavano votando”.
Il testo alla fine viene approvato con 20 voti favorevoli, 3 astenuti e un non voto.
Durante il dibattito da registrare anche un malore da parte della consigliera di Forza Italia, Simona Testaferrata, che si è presto ripresa ma si è assentata dall’aula.

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