Giannini (Pd): “La Del Bianco non inviti Bolsonaro a Lucca”

La presidente dell’associazione Lucchesi nel mondo, Ilaria Del Bianco, ha scritto (ma non invitato in città) a Lucca Jair Messias Bolsonaro, neo eletto presidente del Brasile di origini lucchesi. Un fatto che non va giù a Gianni Giannini, consigliere comunale del Pd, che con una lettera aperta invita Del Bianco a tornare sui suoi passi in nome dei “valori della città”. “È l’ennesima conferma – scrive Giannini – della confusione interpretativa della vantata ‘lucchesità’ tanto cara alla borghesia lucchese e spudoratamente cavalcata dalla destra locale, a prescindere da princìpi di coerenza intellettuale. Proviamo pertanto a fare chiarezza”.

“Ai primi del Novecento – argomenta il consigliere – come tanti concittadini e connazionali, due lucchesi di S. Anna partono per terre assai lontane in cerca di fortuna. Oggi si chiamerebbero migranti economici, e secondo recenti interpretazioni ideologiche non avrebbero diritto di asilo né tanto meno di accoglienza. Non solo, sbarcano in un paese di prima accoglienza (Sudafrica) ma probabilmente, non trovando soddisfazione delle loro aspettative, decidono di migrare verso un paese ancora più lontano, il Brasile”. “Sicuramente – prosegue Giannini – lavorano duro, forse clandestini. Sicuramente subiscono malversazioni ed accettano umiliazioni. Vivono in un paese difficile con vicende politiche che ne formano le coscienze. Quando arriva la dittatura hanno ormai superato la miseria della loro condizione iniziale ed ai figli offrono il meglio che la loro condizione possa dare. Al resto provvede la propaganda del regime. Come tanti emigranti che ce l’hanno fatta (di tutte le nazionalità e latitudini), guardano a chi è rimasto indietro con disprezzo, e ogni diversità dallo status conquistato diventa un nemico da cui guardarsi. Ordine e disciplina garantiscono la condizione di privilegio raggiunto. I valori della democrazia sono un argomento da lasciare ai diseredati senza vitalità d’iniziativa che affollano le favelas che circondano le città opulente e piene di ricchi turisti. Il mondo ormai è cambiato. La comunicazione moderna riesce a far interpretare sentimenti anche in contrasto con gli interessi del ceto sociale di appartenenza”. “Ed ecco che – prosegue – approfittando di condizioni politiche favorevoli, si genera il mostro sempre in agguato che con promesse di restaurazione del vecchio vivere, divide, separa, classifica il popolo per categorie senza prospettive future e categorie che, a patto di tacitare la coscienza, hanno il benestare a vivere ed accrescere il proprio futuro. Sommersi e salvati che saranno i sudditi del nuovo regime in via di realizzazione”. “Che cosa accomuna il motto della città di Lucca, libertas, con l’esponente di spicco del più becero sentire fascista dei moderni anni della politica brasiliana? Quale augurio – si chiede ancora Giannini – di gran lavoro potrà mai realizzare per il proprio paese, se non quello di confermare le promesse elettorali sulle sue posizioni contro omosessuali, donne, neri, continuando ad esprimere ammirazione per la dittatura che decenni fa amministrò il Brasile? Può senz’altro confermare i suoi proponimenti di abolire l’educazione sessuale nelle scuole, negare i diritti civili ai gay e ostacolare qualsiasi modifica alle attuali leggi restrittive in tema di aborto, riaffermando il disprezzo espresso in campagna elettorale contro le donne (“giusto che guadagnino meno perché costose durante la maternità”), omosessuali ed altre minoranze”. “Ebbene – incalza Giannini – signora presidente dell’associazione Lucchesi nel mondo, in forza della tradizione democratica della nostra città e nel rispetto del motto che la caratterizza, tutti ci auguriamo che prima di esprimere entusiasmo per un figlio di questa terra che raggiunge posizioni di spicco nel mondo, si abbia la coscienza di valutare se quell’uomo rispecchia i valori della città che lei andrà a rappresentare. Quando a Brasilia o forse a Rio incontrerà il nuovo presidente del Brasile Jair Messias Bolsonaro, discendente della città dall’arborato cerchio, non lo inviti a visitare la terra dei suoi avi. Gli parli di diritti civili, di solidarietà, di tolleranza e di quanto la città di Lucca sia lontana dalla rappresentazione che lui ha della società. Non lo solletichi con promesse di iscrizioni nell’albo d’oro dell’associazione che rappresenta, né con la possibilità di fargli dono delle chiavi della città, né tanto meno gli manifesti onore e vanto della città di Lucca. Da accorto politico, siamo convinti che abbia ben presente che certe riconoscenze sollecitate per ideologia, si siano dimostrate catastrofiche per altri presidenti rivelatisi non degni. Ecco perché non potrà accettare il suo invito”.

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.