Commissione sanità: Più informazione su servizi territoriali

Consiglio comunale aperto sulla sanità: un appuntamento che avrà una data in seguito alla nomina del nuovo direttore generale della Asl Toscana nord ovest. Nell’attesa, la commissione consiliare competente, presieduta da Pilade Ciardetti (Sinistra con Tambellini), ha avviato oggi (21 dicembre) una serie di approfondimenti con interlocutori, operatori e tecnici, dell’azienda sanitaria. “Vogliamo individuare i possibili ambiti di miglioramento per i servizi sociosanitari ai cittadini – ha detto Cristina Petretti (Pd), consigliera con delega alla sanità – sui quali la politica comunale possa agire concretamente”. Questo lo spirito con il quale si è tenuto il primo incontro informativo della commissione con il dottor Marco Farnè, direttore delle cure primarie, responsabile della medicina territoriale. Al centro della sua relazione, l’azione e l’organizzazione dei medici di base in seguito alla convenzione regionale del 2013, divenuta effettiva nel 2014.

Nella zona distretto della Piana di Lucca, che comprende sette comuni (Lucca, Capannori, Porcari, Montecarlo, Altopascio, Pescaglia e Villa Basilica), i medici di medicina generale sono organizzati in cinque Aft (aggregazioni funzionali territoriali). Per ogni Aft, 20 medici di base, a copertura di una popolazione tra i 25 e i 30mila abitanti. Per Lucca, le Aft sono Lucca nord, Lucca ovest, Lucca sud, Capannori e Frangigena (area fino ad Altopascio). “Le aggregazioni funzionali territoriali – ha osservato Farnè – non corrispondono a un edificio con un indirizzo specifico, sono realtà fluide, e probabilmente per questo ancora difficili da identificare per il cittadino. Circa tre volte al mese è convocato il tavolo di coordinamento con i medici di medicina generale: sono momenti di confronto importanti tra colleghi – ha sottolineato Farnè – per mettere in chiaro criticità e opportunità di soluzione. I coordinatori della Aft, inoltre, circa una volta al mese si confrontano con i medici specialistici della Asl di appartenenza. Un dialogo che permette di individuare azioni condivise. Questo metodo di lavoro, oggi strutturato, a Lucca è iniziato con l’esperienza pilota dei team voluti dall’allora direttore Raffaele Faillace, alla fine degli anni novanta”.
L’azione dei medici di base si svolge sul territorio ed è potenziata dalla presenza di équipe infermieristiche composte da 5 infermieri professionali per ogni Aft. Si tratta di figure presenti ogni giorno feriale, dalle 8 alle 19, e – attraverso adeguata turnazione – anche nella fascia mattutina dei giorni festivi. “Perché, tuttavia, manca di fatto al cittadino la cognizione di questi servizi? In parte – ha osservato Cristina Petretti – questo è il fio che pagano i servizi territoriali sull’ospedale, che ha una sua sede fisica riconoscibile. In parte, si rende necessaria una comunicazione capillare, che certo parte dai medici di base, ma può avere un supporto operativo in incontri partecipati in cui fare informazione di quelle che sono le possibilità oltre la gestione dell’emergenza”. “Di fatto – ha detto Farné – succede ancora e succede spesso che per un problema piccolo come può essere lo spostamento involontario del sondino in un paziente anziano a casa, in carico ai servizi territoriali, il familiari chiami il 118 anziché richiedere l’intervento di un infermiere dell’Aft. Importante, in questo senso, è il momento in cui la figura dell’infermiere viene inserita nel percorso di cura: cerchiamo di fare in modo che, per protocollo, la prima visita a domicilio dell’infermiere avvenga in presenza del medico di base, di modo che la famiglia percepisca la presa in carico del paziente”. “Interessante – ha detto Leonardo Dinelli (Pd) – sarebbe facilitare la rete con le scuole, per venire incontro alle esigenze di alunni che, per esempio, hanno necessità di un’iniezione di insulina. Una responsabilità che non può prendersi l’insegnante: ecco che possono essere valorizzate le figure degli infermieri professionali delle Aft”. 
“Molto è stato fatto sul territorio ed è responsabilità di tutti, medici di base e medici ospedalieri, comunicarla al meglio al paziente”, ha osservato Alessandro Di Vito (Siamo Lucca), che sulla riorganizzazione regionale della Asl per aree vaste, aggiunge: “Il peso dell’azienda pisana si è fatto sentire: lì sono il maggior numero di professionalità”. Un dato confermato dalla relazione del dottor Farnè: “I capi dipartimento Asl, che dipendono dal direttore sanitario, decidono dove spingere. Pisa, con la sua università, nell’area vasta della Toscana nord ovest, risulta avvantaggiata. La percezione che hanno anche i medici di base afferenti alla zona distretto di Lucca è che negli ultimi anni si siano perse alcune punte di eccellenza. Ma, attenzione, questo – ha precisato Farnè – non è legato all’apertura del San Luca, quanto al modello regionale mutato. Un dato che emerge è che l’ingresso in ospedale, adesso, passa principalmente dal pronto soccorso: il cittadino ha interiorizzato che all’ospedale si va per le emergenze. Adesso è necessario che si capisca la differenza tra emergenza reale e criticità alla quale trovare risposta attraverso i servizi del territorio”. Servizi come quelli delle cure intermedie oggi al presidio di Campo di Marte o la continuità assistenziale, che saranno approfondite dalle prossime sedute della commissione consiliare sociale.

Elisa Tambellini

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