Decreto sicurezza, sindaco all’Anci ribadisce il no foto

Un coro di no dei sindaci al decreto sicurezza. C’era anche il primo cittadino di Lucca, Alessandro Tambellini, accompagnato dall’assessore al sociale Lucia Del Chiaro, questa mattina (10 gennaio) a Roma all’incontro del direttivo di Anci nazionale convocato proprio su questo tema. L’appuntamento, che era allargato ai primi cittadini provenienti dai capoluoghi di provincia e regione italiani, è servito per discutere dei problemi che il decreto sicurezza emanato dal Governo pone nella gestione delle persone migranti da parte delle amministrazioni. Al termine dell’incontro, che è andato avanti per circa tre ore, il sindaco Tambellini ha ribadito la necessità di modificare il decreto sicurezza.

“L’associazione nazionale dei comuni italiani ha espresso una linea unitaria – dichiara Tambellini -. Nonostante le diverse sensibilità, tutti noi sindaci abbiamo rappresentato la necessità che da parte del Governo vengano introdotte delle modifiche alla legge per consentire ai Comuni di superare una serie di incertezze che riguardano l’applicabilità della legge ordinaria sull’anagrafe e ciò che invece imporrebbe il decreto sicurezza. Abbiamo ribadito unitariamente – prosegue il sindaco – la necessità di introdurre correttivi che consentano alle persone migranti di continuare ad avere garantita l’erogazione di tutta una serie di servizi fondamentali, come l’accesso alle cure, nel momento in cui lasciano i centri di accoglienza. Tutti abbiamo convenuto infine sul fatto che lasciare queste persone abbandonate a loro stesse provocherebbe situazioni incontrollate e dunque di maggiore potenziale pericolo per i territori”.
Adesso Anci, forte dell’assenso unitario venuto dai sindaci nell’incontro di questa mattina, è pronta a presentare le proprie richieste al presidente del consiglio Giuseppe Conte lunedì prossimo (14 gennaio): mantenere l’accesso agli Sprar per le persone vulnerabili, in particolare per le famiglie con minori; chiarire come avviene la presa in carico da parte del servizio sanitario, in modo che non si creino disparità di trattamento da regione a regione; fare in modo che le Prefetture comunichino ai sindaci le presenze di persone migranti nei centri di accoglienza, così che i primi cittadini abbiano un quadro reale delle presenze sui rispettivi territori.

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