Foibe, Minniti (Lega) attacca l’Anpi: “Nega i massacri”

Bufera in casa Lega dopo la nota inviata dall’Anpi in merito al Giorno del ricordo. Il consigliere Giovanni Minniti, infatti, va all’attacco e afferma: “L’Anpi provinciale interviene sulla giornata in ricordo delle vittime delle foibe parlando di uso strumentale della memoria e ravvisando la necessità di contestualizzare ‘fatti ed antefatti in un territorio che era stato vittima di una feroce e violenta occupazione fascista’”.

“Appare chiaro – prosegue Minniti – che per i partigiani lucchesi, chi vuole commemorare il massacro di decine di migliaia di italiani ed il successivo esodo delle popolazioni giuliane, istriane e dalmate vuole strumentalizzare, mentre sarebbe opportuno contestualizzare ovvero considerare che le uccisioni di massa e l’infoibamento erano la giustificata reazione all’occupazione fascista. In buona sostanza, per i partigiani locali, i loro colleghi titini hanno avuto buone ragioni per fare pulizia etnica ed uccidere innocenti del tutto estranei al regime fascista la cui unica colpa era abitare i territori occupati dagli jugoslavi. Le tesi dell’Anpi – attacca Minniti – sono agghiaccianti ma non mi meravigliano in quanto i comunisti italiani hanno sempre negato la tragedia delle foibe cancellandola dalla coscienza nazionale per motivi ideologici e per non incrinare l’amicizia con il regime di Tito sicchè, sulle vittime delle foibe e sui profughi, nel dopoguerra è calato un colpevole silenzio che per i partigiani lucchesi dovrebbe proseguire ancora oggi atteso che, per loro, il ricordo è bieca strumentalizzazione. L’Anpi ha perso una buona occasione per tacere – scrive il consigliere della Lega – Il giorno del ricordo deve essere adeguatamente celebrato da tutti per risvegliare la memoria dei nostri connazionali che patirono la furia criminale comunista senza che il loro Paese tendesse la mano per accoglierli degnamente e per pronunciare la parola fine sull’omertà, sulla storia fasulla, sulle menzogne di chi non ha mai avuto e non ha ancora oggi il coraggio di ammettere la verità storica di una immensa tragedia nazionale di cui molti sopravvissuti conservano ancora laceranti ricordi. Quanta sofferenza nei nostri connazionali delle terre di confine: massacrati da un regime totalitario e violento, respinti dal’odio ideologico del primo dopoguerra, dimenticati oggi da chi ha velleità revisioniste. In questo caso – conclude Minniti – ricordare è un dovere morale”. 

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