Colucci: “Percorsi di trekking lunga la via fluviale fra Lucca, Pisa e Livorno”

Far rivivere la storica via fluviale fra Lucca, Pisa e Livorno come percorso per trekking per un turismo slow alla riscoperta delle eccellenza del passato. È questa l’idea che propone al dibattito Francesco Colucci (+Europa).

“Il porto lucchese situato in prossimità delle Mura di Lucca – dice – davanti Porta S. Pietro e chiamato nei secoli porto della Formica, porto Fiumicello, porto dei Navicelli, si collegava a Pisa e Livorno, partendo dal rio Formica per proseguire attraverso Ozzori, Rogio, canale dei Navicelli, lungo il lago di Sesto fino a Vicopisano dove sottopassava l’Arno, per continuare come canale Imperiale fino al mare. Questo storico collegamento con Pisa e Livorno non riguardava solo Lucca, ma attraverso il Lago di Sesto, anche i paesi del Compitese, con il loro porto, la piana capannorese, Porcari e Altopascio che aveva allora un grande porto sotto la Torre della Smarrita, che chi ha la mia età ha visto prima che fosse ricoperto. Una famosa e essenziale via di acqua, navigabile fin da tempi antichissimi, di origine quasi certamente Romana se non Etrusca, rimasta in funzione fino a fine Ottocento. L’esistenza di questa via d’acqua che partendo da Lucca arrivava nei secoli, prima al porto pisano e poi al Porto di Livorno attraverso i fossi della Venezia, è documentata dal secolo VIII, ed è stata di importanza strategica per creare la ricchezza commerciale della città di Lucca. Attraverso questa via d’acqua si esportavano in tutta Europa i prodotti lucchesi, sete, olio e si importavano alimenti e il sale in un interscambio continuo.  Per l’olio lucchese esistono ancora nella Venezia livornese i bottini dell’olio, che danno nome ora ad una grande piazza: cisterne sotterranee dove veniva stivato l’olio in attesa di partire per le Americhe e i paesi europei. Èanche documentato che per la costruzione dell’ultimo tratto delle Mura lucchesi, il trasporto di pietre, terra e materiale di costruzione avveniva dalle cave di Guamo per l’ultimo tratto di questa via fluviale. L’importanza di questa via d’acqua cominciò a decadere con l’arrivo della ferrovia e la stazione di Lucca, guarda caso, fu costruita accanto al porto, con una visione moderna di accesso unico alla città, di persone e cose”.
“Fino agli anni Cinquanta – ricorda Colucci – sul fosso della Formica hanno continuato a transitare i barchini, condotti dai contadini che coltivavano vicino al Rio e che andavano a vendere gli ortaggi al mercato delle erbe in piazza Anfiteatro. Oggi il porto non è più visibile perché è stato riempito all’inizio del Novecemto, anche il correre delle acque del rio Formica a San Concordio è stato coperto per allargare la omonima strada. Dal territorio di Capannori fino al mare questa via d’acqua è tutt’ora esistente seguendo il Rogio e il canale dei Navicelli con due possibilità da Vicopisano: con l’Arno attraversando Pisa o con il canale Imperiale attraversando Livorno. Vie d’acqua i cui argini possono essere adattai in un percorso per trekking a piedi, in bici e a cavallo, come in parte già realizzato sulla sponda destra dell’Arno”.
“Far rivivere questa storica via d’acqua – conclude – fra Lucca e il Mare con un nuovo percorso trekking che esalti la natura delle nostre campagne incoraggiando lo sport e lo svago all’aria aperta, a piedi, in bici e a cavallo è una meta possibile da realizzare. Una occasione da non perdere anche per un turismo eco-compatibile”

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