Marchetti (FI) sui farmaci oncologici: “No a terapie scelte dalla Regione”

“La scelta terapeutica per i pazienti oncologici, come del resto per tutti, non sia prerogativa della politica ma del medico. La Regione non ci metta i piedi per mere ragioni di bilancio, o almeno abbia il coraggio di emanare una delibera che possa essere impugnata”. Così il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Maurizio Marchetti che, in un’interrogazione a risposta scritta rivolta alla giunta regionale, asserisce di essere “entrato in possesso di un documento intitolato Linee di indirizzo per l’ottimizzazione dei percorsi terapeutico assistenziali oncologici all’interno delle aziende sanitarie della regione Toscana” da cui risulterebbe la definizione di un “modello di pianificazione della spesa regionale per i farmaci oncologici”, “come un manuale di istruzioni dove per ogni neoplasia richiamata sopra (tumore della mammella, ovaio, prostata, ma anche polmone, colon retto, vescica, rene, stomaco, ndr) è associato uno più medicinali con accanto le indicazioni percentuali dei pazienti (catalogati per linea o fase di avanzamento del tumore) ammissibili a trattamento”.

Marchetti pone in discussione tanto il metodo (“linee guida frutto esplicito di ‘discussione’ e non allegato ad alcuna deliberazione, quindi la sua ufficialità appare dubbia”=, quanto il merito: “Intendiamo assicurarci che i malati oncologici non vengano trattati come pazienti di serie B per mere ragioni equilibri di bilancio, e che a ciascun paziente sia garantito l’accesso alle cure ed il farmaco più opportuno a curarlo pur nel rispetto dell’appropriatezza prescrittiva ma in ottemperanza del principio di liberà prescrittiva del clinico”. Nel documento che ho avuto, invece, “tra le azioni illustrate come da promuovere “sin da subito” si leggono anche preferenza dei farmaci a minor costo a parità di efficacia e massimizzare il recupero di risorse dall’utilizzo di farmaci biosimilari”.
Ed ecco il poker di quesiti di Marchetti che domanda alla giunta, a cui domanda “se tale documento è stato o sarà condiviso dall’assessorato in quanto la sua ufficialità appare dubbia non essendo allegato ad alcuna deliberazione”, “i motivi per i quali la Regione Toscana, dopo i provvedimenti contro i farmaci per i malati di artrite reumatoide, invalidati – tra l’altro – dal giudice amministrativo, ha ritenuto opportuno prendere di mira i farmaci per i malati oncologici dal momento che, come richiamato nel rapporto Aifa in premessa, la spesa toscana per pazienti oncologici non rappresenterebbe un problema di bilancio”, “i motivi per i quali nel documento (di discussione) si prendono a riferimento principalmente le prime due linee di trattamento e per i pazienti rientranti delle terze e quarte linee non sembrano venire individuate alternative terapeutiche se non un accompagnamento con cure palliative precoci (simultaneus care) che pare anzi applicato anche alle prime linee» e «se le aziende Sanitarie regionali abbiano già adottato queste linee di indirizzo e tradotto in azioni concrete le indicazioni terapeutiche ivi contenute”.

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