Siamo Lucca: mercato del riuso, non rispettato il bando

“Gli organizzatori del Mercato del riuso al Foro Boario non si attengono alle regole, ma il Comune si volta dall’altra parte come fa spesso. Perché se applicasse alla lettera la concessione, visto che non è stata rispettata, dovrebbe revocare l’assegnazione dello spazio”. E’ questa la pesante accusa che rivolge all’amministrazione lista civica SìAmoLucca.

“Il bando infatti prevede che l’iniziativa parta dalle 14 però, come se nulla fosse (e ne siamo stati testimoni oculari) l’ultima volta che si è tenuta, la manifestazione è iniziata alle 8 del sabato, mentre il camioncino della ristorazione ha aperto alle 9 – attacca la lista civica -. Ci domandiamo: l’amministrazione può fare una determina che prevede certi paletti e poi permettere che si faccia l’esatto contrario? Perchè i vigili urbani non sono intervenuti? Si usano due pesi e due misure? Cosa ha da dire in proposito l’assessore Mercanti?”. Secondo la lista civica ci sarebbero irregolarità anche per quanto riguarda il pagamento del suolo pubblico, che l’organizzazione deve versare 15 giorni prima della manifestazione, fatto in passato con ritardo. “Siamo curiosi di vedere cosa accadrà per i prossimi appuntamenti con il Mercato del Riuso, previsto al Foro Boario per il 9 e 10 novembre – prosegue SìAmoLucca -. I mezzi per allestire i banchi di vendita saranno fatti entrare nuovamente alle 6 come successo l’ultima volta, per partire con l’apertura al pubblico già al mattino? Capiamo che sia piu’ redditizio avere un maggior numero di ore a disposizione, ma se uno dei tanti punti controversi del bando prevede che si possa aprire solo il pomeriggio, così deve essere. Insomma, ci sono cittadini che di serie A, che possono fare cio’ che vogliono senza incorrere in provvedimenti, e cittadini di serie B che invece devono pagare sempre per gli errori commessi? La determina parla chiaro – aggiunge la lista civica -: l’organizzazione e la gestione dell’evento è subordinata al rispetto di alcune condizioni, pena la revoca. Ci risulta che oltre a quella dell’orario e dei pagamenti, non sia rispettata nemmeno la condizione che l’attività deve limitarsi esclusivamente alla cessione o al libero scambio di oggetti usati di modico valore non superiore a duecentocinquanta euro, e senza che la stessa possa assumere il carattere della vendita professionale. Infine risulta che gli operatori non fossero in possesso della dichiarazione attestante i requisiti di moralità di cui all’articolo 71 numero 59/2010. Fare finta di nulla, quando gli fa comodo, è la caratteristica di questa amministrazione comunale: ancora più grave è che la polizia municipale non dia seguito all’accertamento delle irregolarità”.

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