Piagentini: “La Giannini spieghi il velo e il silenzio sui diritti in Iran”

Il ministro Stefania Giannini in Iran con il velo e il “silenzio” sui diritti umani. A commentare la visita a Teheran della lucchese membro del governo Renzi, insieme alla delegazione governativa di cui faceva parte anche il sottosegretario Scalfarotto, è l’attivista Lgbt Massimiliano Piagentini. Che critica il contegno del ministro.

“Si è trattato della prima visita di esponenti di un governo democratico in Iran, dopo la revoca delle sanzioni da parte dell’Europa. Scopo dell’incontro era, come in effetti è stato – commenta Piagentini – riuscire a concludere contratti miliardari tra il governo di Teheran e le imprese nostrane. Quello che è balzato agli occhi è che né il presidente del consiglio, né gli altri due membri dell’esecutivo, si sono sentiti in dovere di spendere una parola sullo stato dei diritti umani in quel Paese. Anzi. La ministra Giannini ha indossato il velo, secondo le usanze locali, e Ivan Scalfarotto ha definito Rouhani, cioè colui che fa impiccare gli omosessuali e arrestare i dissidenti e le donne che portano il velo in modo non appropriato, un riformatore”.
“In nome degli affari e della “ragion di Stato – attacca Piagentini -, i membri del governo italiano si sono inchinati di fronte a un dittatore, lodandolo e facendo finta di non sapere quello che le organizzazioni umanitarie denunciano da tempo. Infatti, secondo i dati dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, sotto la presidenza di Rouhani sono state eseguite più di 2.200 esecuzioni a morte e almeno 53 persone sono già state giustiziate nelle prime due settimane del 2016. È evidente che non ci sia alcuna volontà da parte del ‘riformatore’ di muoversi verso l’abolizione della pena capitale di cui pure l’Italia è tra i maggiori oppositori a livello internazionale. L’impiccagione resta il metodo preferito con cui applicare la legge, ma dal 2013 è in voga anche lapidazione come pena per l’adulterio. La “specialità” del sistema penale iraniano è anche la possibilità di condannare a morte i minori di 18 anni al momento del reato. Dal 2005 al 2015, rileva Amnesty International, sono stati messi a morte 73 minorenni. L’Iran è uno dei tre Paesi asiatici in cui l’omosessualità è punibile con la pena di morte, insieme ad Arabia Saudita e Yemen, non a caso molti omosessuali iraniani vivono da rifugiati in altri Paesi. Alla luce di tutto questo, viene spontaneo rilanciare all’interessata la domanda che le ha rivolto pubblicamente il giornalista e attivista Lgbt Dario Accolla: ‘Come farà – cita Piagentini – la ministra Giannini a metter piede in una scuola al suo rientro in Italia, a parlar di eguaglianza formale tra tutti i cittadini e le cittadine quando ha dimostrato, anche lei, di sottostare a una cultura discriminatoria e misogina? Anche lei, con tanto di foto sorridente. Gli atti sono importanti e sono la cartina di tornasole della nostra credibilità’. Stendendo un velo (un altro…) pietoso sul sottosegretario Scalfarotto, che in Italia firma disegni di legge contro l’omofobia e in Iran loda un dittatore che fa uccidere i gay, vorremmo avere una risposta dalla ministra”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.