Waters, oltre 20mila al concerto sugli spalti – Ft foto

The Dark Side di Lucca si illumina sotto le Mura all’ex campo Balilla. L’apparizione di Roger Waters è la stella che fa breccia sulla folla, davanti al mega palco sugli spalti. Subito il clima si accende: uno show spettacolare – quello dell’ex frontman dei Pink Floyd –  all’insegna degli effetti speciali, dei messaggi politici e degli appelli alla fratellanza. Per un ‘esercito’ di oltre 20mila fan.
Con l’Us + Them tour Roger Waters è tornato a Lucca dove si era esibito ancora una volta sul palco del Lucca Summer Festival. Lo ha fatto in modo spettacolare, senza risparmiare in ‘effetti speciali’. Non solo per i virtuosismi psichedelici, il maxi schermo o i fuochi d’artificio per il finale. Lo ha fatto soprattutto per l’immortalità della sua musica e per il messaggio di pace e fratellanza lanciato dal mega palco sotto le Mura.

Lo show inizia sulle note di Breathe e il pubblico viene immediatamente travolto da uno spettacolo avvolgente e totalizzante. Si prosegue, subito, con One of these days e con Time, con i 25mila sugli spalti che già cominciano ad intonare le hit dell’ex leader dei Pink Floyd. Non solo pezzi di bravura tecnici e vocali – come del resto era noto – però: a rendere davvero sensazionale lo spettacolo ci pensa anche una scenografia spaziale, fatta da giochi di luce e immagini proiettate a ripetizione sul megaschermo alle spalle dell’artista britannico. Ecco perché il pubblico – sia quello accalacato sul prato del campo Balilla che l’altro, comodamente seduto nei box o sulle gradinate – non può fare a meno di sentirsi parte attiva di un tutto più grande, di uno show davvero galattico, calato come una manna celeste proprio all’ombra delle Mura. C’è spazio, già nel primo set di pezzi proposti, anche per successi assoluti come la struggente Wish you were here: un’esecuzione che viene giù pulita e romantica, impreziosita da due mani gigantesche che tentano di toccare Rogers, ma che, lentamente, si sgretolano sui maxi schermi ed il pubblico che intona all’unisono. E’ un coro potente, inarrestabile, che si leva in aria e sale ancora di più per quel manifesto vivente – rock, politico, sociale e ancora oggi maledettamente attuale – che resta Another brick in the wall, proprio in chiusura della prima parte di concerto, con Rogers che pronuncia Keep resisting – “continuate a resistere” – di fronte alla folla, mentre un’enorme scritta rossa su sfondo nero suggerisce lo stesso concetto: Resist. E’ un messaggio sociale e politico allo stesso tempo quello del rocker che, del resto, non ha mai fatto mistero di preferire la causa degli oppressi alle luci soffuse proiettate dai potenti della terra – Trump in primis – e che a più riprese ha fatto sapere al mondo di essere esplicitamente antifascista. Il palco, intanto, racconta una meravigliosa storia di contaminazioni: con Rogers, per ballare in gruppo, ci sono i bambini di una scuola di ballo di Viareggio. Quindi la pausa, scandita dagli ennesimi applausi di condivisione, anche se la star non è sul palco: gli schermi, infatti, proiettano le scritte You can be our brothers guys – resist anti semitism resist neo-fascism: un invito alla fratellanza, un campanello d’allarme che il cantante sente di dover lanciare, ancora una volta, proprio nel Paese che oggi pone al centro del suo dibattito politico la questione dell’accoglienza.
Poi si riparte forte, con Dogs e, subito dopo, ecco riapparire sopra il cielo di Lucca il maiale volante oggetto della discordia – ritirato da Mimmo D’Alessandro “in segno di lutto” e di protesta per la burocrazia impostagli – per aprire la strada ad una versione tiratissima di Pigs, accompagnata dalla Battersea power station. E Rogers, per l’occasione, indossa provocatoriamente la maschera di un maiale,alzando un cartello inequivocabile: Pigs rule the world, fuck the pigs, per una scena che dribbla in scioltezza i canoni del politically correct e si conclude con un brindisi sul palco. Avanti, quindi, in un crescendo alimentato dalla voce del rocker, sulle note di Money e su quelle, coinvolgenti, di Us and Them, fino all’epilogo contrassegnato da Smell the roses, Brain Damage, Eclipse Comfortably Numb. Nel frattempo, sopra il pubblico vola un secondo maiale, Algie, con su impresso l’ennesimo messaggio politico e sociale della serata: Stay human – restiamo umani. Alla fine Rogers si rivolge alla folla acclamante, scandendo in un italiano fluente un “Grazie, sono molto felice di essere qua”, prima di presentare la band al gran completo. Quindi, ecco il ritorno sul palco, con indosso una kefiah, per ribadire ancora una volta il sostegno a tutti gli oppressi ed i rifugiati e l’appello: “Siamo tutti fratelli e sorelle, siamo essere umani, uguali”. Quasi una preghiera, la sua, che gli vale l’ultimo giusto tributo del pubblico. L’epilogo è sulle note di Comfortably numb, degna conclusione di una serata indimenticabile che rimarrà incastonata a lungo, come una gemma preziosa, nella storia recente di Lucca e non soltanto. 

Rob. Sal.
Pao. Laz.

FOTO – Roger Waters conquista Lucca (di A. Simi)

FOTO – Il concerto di Roger Waters sugli spalti delle Mura

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