Caso diamanti, in centinaia al corteo di protesta – Ft foto

Mobilitazione a Lucca per il caso diamanti. Erano oltre cinquecento quelli che, questa mattina (20 maggio), hanno preso parte al corteo organizzato dai dipendenti del banco Bpm per dissociarsi dal caso che ha portato alla scoperta di presunte truffe negli investimenti in diamanti proposti attraverso il tramite di due società finanziarie. “I veri dimanti sono i clienti – dice Corrado Giani, Cisl -. Rivendichiamo la dignità dei bancari che si smarcano nettamente dai banchieri, i quali devono assumersi le proprie responsabilità rifornendo integralmente alla clientela gli investimenti in diamanti”. Alle 10,30 piazza Maria ha accolto centinaia di dipendenti che con i sindacati si sono messi alla testa di un corteo che ha attraversato la città verso piazza San Giusto, di fronte alla sede della Cassa di Risparmio di Lucca – controllata della Bpm. In città sarebbero stati numerosi – oltre 30, stando alle associazioni dei consumatori – i casi di lucchesi rimasti truffati. Una fiumana di persone, intonando slogan come: “Rimborsate tutto”, hanno attraversato il centro storico. Sciopero, oggi (20 maggio), anche per le province di Genova, Verona e Venezia.

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Da tempo le organizzazioni sindacali di Banco Bpm rivendicano la totale buona fede dei lavoratori a cui sarebbero state date delle informazioni: “Del tutto fuorvinati sulle caratteristiche dell’investimento in diamanti – denunciano le sigle -. La banca si faccia carico di tutte le le proprie responsabilità, tenendo esenti i clienti da ogni perdita e rimborsando quanto investito dietro il ritiro delle pietre e i loro certificati”. A fronte del rifiuto aziendale, ribadito anche nel tentativo di conciliazione del 29 aprile scorso, lo sciopero dei lavoratori del gruppo Banco Bpm della Toscana, nella provincia di Lucca, insieme alle province di La Spezia, Genova, Verona e Venezia. Coinvolti i clienti e le associazioni dei consumatori, tra cui Fidel consumatori rapresentata a livello nazionale da Massimo Falorni: “I dipendenti e le rappresentanze bancarie hanno invitato i risparmiatori truffati, che in totale sono 22mila. Tutti i dipendenti che sono qui oggi, invece, erano in buona fede verso l’investimento. E’ la prima manifestazione che vede presenti anche i clienti e vuole chiarire tre punti fondamentali: sostenibilità sociale, serietà e trasparenza negli investimenti. A livello nazionale abbiamo un tavolo di lavoro aperto e il nostro scopo é la garanzia di un rimborso integrale. Facciamo pressione perché la banca si sieda a questo tavolo e faccia il suo dovere”, ha dichiarato il presidente nazionale di Fidel consumatori. “Porteremo avanti le nostre iniziative a sostegno dei clienti e stiamo percorrendo tutte le strade per arrivare ad una soluzione – ha detto Fabio Cappolella, presidente provinciale di Fidel consumatori -. Il nostro obiettivo primario è l’apertura di un tavolo a livello nazionale finalizzato al recupero delle somme investite”. “Il caso diamanti è pericoloso – dichiara Massimo Bani, segretario generale Cisl Toscana nord – perchè mina seriamente la fiducia nei risparmiatori in un momento storico già di per sé difficile e in cui, al contrario, c’è bisogno di recuperare fiducia negli investimenti. I risparmiatori devono ricevere tutto quello che gli deve essere rimborsato. Altrimenti si crea, come sta accadendo – conclude -, un clima difficile in cui il cliente non distingue più bancario e banchiere e, ciò che è più grave, alimenta la sfiducia nel sistema”. Tra tutti i dipendenti coinvolti: “A risentire maggiormente del peso della tensione sono state le operatrici donne agli sportelli, che spesso hanno dovuto far fronte a discussioni con il clientein stato di agitazione. Con Unisin – dice Simonica Mennetti – siamo particolarmente vicini anche a questa problematica e alle operatrici donne lasciate sole”. 
Trenta i risparmiatori lucchesi che sarebbero stati indotti da alcuni istituti bancari ad investire in diamanti e che poi si sono visti dimezzare il valore del loro investimento. Secondo quanto informa Aducons, in ballo, complessivamente, ci sarebbero circa 600mila euro di risparmi. I risparmiatori in questione sostengono: “Di essere stati truffati dopo essere stati spinti ad investire fondi attraverso due società che avrebbero operato con l’intermediazione di alcuni istituti bancari in diamanti, il cui prezzo però – come sottolineano le associazioni di categoria -, sarebbe stato nettamente superiore al loro effettivo valore”.

Rebecca Del Carlo

 

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