Rene tolto per errore, 3 medici condannati a 6 mesi

Aveva chiesto un risarcimento di un milione e 400mila euro e 600mila euro di provvisionale, ma per il giudice dovrà ricevere 600mila euro come indennizzo (provvisorio) per un errore medico che gli ha cambiato la vita. Alla famiglia di Guido Dal Porto, l’imprenditore 59enne di San Ginese cui è stato asportato il rene sano, durante un intervento all’ospedale San Luca, dovrà giungere un risarcimento complessivo di 900mila euro, se si aggiungono a quelli della vittima i 100mila euro per ciascuno che per la sentenza di primo grado spettano a moglie e ai due figli. I tre imputati, invece, sono stati condannati a 6 mesi di reclusione ciascuno. Per tutti e tre il giudice ha disposto anche un anno di interdizione dalla professione medica. Una pena in linea rispetto alle richieste della procura che aveva proposto una condanna a 6 mesi per i due chirurghi e a 5 per la radiologa e il giudice ha deciso di condannare tutti e tre gli imputati alla pena massima prevista per l’accusa di lesioni colpose gravi. Inizialmente tuttavia il pm Elena Leone aveva chiesto 3 anni e mezzo per la radiologa e 4 anni e mezzo per i due medici, ma l’accusa nel corso del processo era passata dalle lesioni dolose gravi a quella di lesioni colpose gravi.

E’ questa la sentenza letta questa mattina (10 giugno) dal giudice Stefano Billet davanti a Guido Dal Porto che non è voluto mancare all’udienza, accompagnato dal figlio maggiore. Quando ha ascoltato la lettura del dispositivo si è commosso. Poi ha tirato un sospiro di sollievo, dopo tre anni di battaglie e tensioni per il processo. Con una forza mai venuta meno per affrontare un presente in cui è ancora precario il suo stato di salute. “Sono soddisfatto”, sono state le prime parole che ha rivolto al suo avvocato Veronica Nelli, che in questi anni lo ha assistito. Un caso di mala sanità quello che ha inevitabilmente travolto l’esistenza dell’imprenditore e della sua famiglia su cui si erano accesi i riflettori nazionali e il cui primo grado di giudizio si è concluso con la sentenza di oggi. Il giudice ha condannato i tre imputati al pagamento della provvisionale complessiva di 900mila euro in solido con l’Asl: la loro pena è sospesa, con la condizionale del pagamento dei risarcimenti stabiliti dalla sentenza.
I professionisti alla sbarra per quell’intervento eseguito il 14 aprile del 2016 al San Luca erano la radiologa Claudia Gianni. Per l’accusa aveva repertato la Tac sbagliandosi a trascrivere l’organo da rimuovere, commettendo un errore di scambio del lato destro per il sinistro. Due, invece, gli urologi che erano finiti a processo e che sono stati condannati ciascuno a 6 mesi: Stefano Torcigliani, il medico che compì l’intervento, e Giuseppe Silvestri, medico che era presente in sala operatoria come secondo operatore.
Il processo si è sviluppato dalle indagini dei carabinieri del Norm di Lucca e del Nas di Livorno a cui la procura affidò gli accertamenti del caso dopo la denuncia presentata dall’avvocato di Dal Porto. Il caso era scoppiato circa un mese dopo dall’intervento, quando era emerso, in vista di un controllo, l’errore commesso durante l’operazione. I medici dell’Asl con personale per il sostegno psicologico si erano recati a casa di Dal Porto, dando la drammatica notizia. Subito l’imprenditore si rivolse al suo avvocato di fiducia, Veronica Nelli, che presentò un esposto. Da qui l’apertura dell’indagine. Cui erano seguiti sequestri e acquisizioni di strumentazioni e documentazione relativa all’intervento eseguito all’ospedale San Luca. “La sentenza di primo grado – spiega l’avvocato Nelli subito dopo il termine dell’udienza – ci rende abbastanza soddisfatti. Il giudice ha deciso di condannare gli imputati alla pena massima prevista per il reato contestato”. Ora si attenderanno le mosse della difesa, pronti ad un eventuale ricorso in appello, prima di valutare un eventuale procedimento civile.

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