Sapere, conoscere e cambiare: la sfida dell’Acf

L’associazione ‘Consulenza per la famiglia’ onlus nasce il 2 ottobre del 1978, e da sempre la sua mission è di carattere educativo, culturale e sociale, volta al sostegno psicoeducativo della persona. L’attività specifica dell’Acf è lavorare sulla prevenzione ‘primaria’, cioè aiutare la persona ha cambiare i propri atteggiamenti e comportamenti sociali, aiutandola a creare delle ‘buone e sane relazioni’.

I servizi dell’associazione si esplicano attraverso le quattro aree di intervento: consultorio ‘La famiglia’, centro ‘Accoglienza alla vita’, Sos Angeli – La voce del silenzio e l’area olistica. Dal 1978 l’Acf ha subito diverse trasformazioni e ‘passaggi di consegne’, perché è stato necessario adeguarsi ad una società in continua trasformazione e il volontariato può avere un futuro solo se sarà in grado di accettare le sfide del tempo presente, del ‘qui ed ora’.

Ma cosa significa fare volontariato all’interno di una struttura molto complessa ed articolata in 4 sezioni?
Il volontario che decide di far parte di questa squadra è una persona che desidera mettere la propria professionalità, competenza, e tempo al servizio dell’altro e questo ‘donarsi’ è un’ottima opportunità per costruire, ogni giorno, un ottimo movimento di crescita personale. Essere volontario credo sia innanzitutto un dovere morale e sociale, significa ascoltare, supportare e adoperarsi prestando la propria opera a chi, in un momento di seria difficoltà, ci sta chiedendo aiuto. Far parte di un’associazione significa apprendere nuove competenze, utili abilità e, come ho già accennato sopra, significa anche crescita personale: fare volontariato cambia, infatti, la prospettiva e fa capire cosa conta davvero nella vita facendo toccare con mano, molto spesso, la sofferenza della persona, ma al contempo un solo grazie, un solo sorriso, due soli occhi pieni di gratitudine ricompensano più di mille parole, più di qualsiasi remunerazione. È certo che ogni giorno ha il suo repertorio di ostacoli, disappunti e contrattempi, perché mettere insieme 18 operatori professionisti, significa confrontarsi con 18 ‘mondi diversi’, modi diversi di vedere e vivere le stesse situazioni. Spesso lo scoraggiamento sfocia nell’umana domanda ‘chi me lo fa fare?’ Credo fermamente che le sole motivazioni non bastino per sostenere ed alimentare un generoso volontariato; bisogna coltivare motivazioni più ‘spirituali’, intime, perché sono le uniche che nutrono la nostra volontà e rinnovano instancabilmente la nostra disponibilità, facendoci raggiungere due importanti obiettivi:una crescita umana molto forte, perché vivere è donarsi e una solidarietà vera che trasforma l’umanità in fraternità. E insieme alla solidarietà, c’è un altro ingrediente fondamentale che rappresenta il fondamento etico del volontariato: la gratuità. Essa ne qualifica il modus operandi e lo distingue da tutte le forme di azione sociale. I volontari dell’Acf non ricevono alcun compenso e la consulenza è gratuita per l’utente. Con questo primo articolo, ho voluto mettere in risalto cosa significa fare volontariato e il ruolo del volontario e concludo ringraziando tutti coloro che ogni giorno dedicano del tempo prezioso all’Acf. Nei prossimi articoli entrerò nello specifico di ogni area di intervento. Per chi desidera avere informazioni può chiamare la segreteria, aperta dal lunedi al giovedi, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 al numero 327.4168832 oppure al numero 340.8258578 (Patrizia).

Patrizia Giannoni
Presidente dell’Acf

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