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Bugli: “Alla Toscana nessuna richiesta di centri di permanenza per migranti irregolari”

L’apertura di centri di permanenza per migranti irregolari, come richiesto recentemente dalle forze dell’ordine, è questione da “rivolgere direttamente al governo nazionale. Alla Toscana non è pervenuta alcuna richiesta formale in tale senso”. Lo afferma l’assessore regionale alle politiche per la sicurezza dei cittadini e la cultura della legalità, Vittorio Bugli, rispondendo all’interrogazione sulla sicurezza urbana e il contrasto alla crescente criminalità straniera presentata dal portavoce dell’opposizione e consigliere della Lega Jacopo Alberti.

Al centro dei quesiti posti, la tutela della sicurezza dei cittadini e il crescente degrado che, a detta dei sindacati delle forze dell’ordine, è strettamente connesso, almeno nella maggioranza dei casi, a cittadini extracomunitari irregolari. Un senso di insicurezza diffuso, insomma, che l’assessore riconosce quando parla di presidio del territorio: “il tema esiste ma la Regione, nel tempo, ha fatto molto”. Bugli cita “azioni e progetti specifici”, richiama le recenti dichiarazioni del ministro degli interni Matteo Salvini che ha annunciato un nuovo decreto sulla sicurezza e ricorda: “non è impresa facile. Il personale è carente perché nel corso degli anni i concorsi non sono stati fatti in tempo e il personale oggi in servizio non è sufficiente”. L’assessore rivendica comunque di aver “chiesto con decisione un rafforzamento” e cita situazioni in cui la carenza di organico si fa particolarmente sentire come nel corpo di polizia di Firenze che è sotto di 400 unità.
“Le competenze sono in mano al governo”, continua Bugli pur citando la messa a disposizione di risorse “in parte già disponibili nella prima variazione di bilancio” e progetti sperimentali come il “rafforzamento dei vigili di quartiere”. L’intenzione è quella di arrivare, magari di concerto con lo stesso ministero e sentite le prefetture e le questure, a un “disciplinare” che contempli la figura del vigile, “anche a sostegno delle forze dell’ordine”. “Quello che stiamo facendo in Toscana – dichiara – non si vede in altre regioni” e a conferma cita alcune politiche messe in campo come la “strumentazione tecnologica”. In tutto 171 progetti per 228 Comuni e un importo di 3milioni e 200 mila euro per la realizzazione di un sistema di videosorveglianza che adesso è già in una fase evolutiva. È in corso, rivela Bugli, una fase di “interconnessione e upgrade dei software” perché le telecamere diventino sempre più “strumento di prevenzione”. E poi ci sono i “progetti speciali” su “argomenti specifici” che hanno coinvolto circa 10 Comuni – Firenze, Prato, Livorno, Pisa, Arezzo, Grosseto, Montecatini e la zona dell’Osmannoro quelli citati da Bugli – e che dovrebbero portare ad un percorso comune ma anche alla “revisione della legge sulla polizia locale”. L’esperienza acquisita sul campo è l’elemento attorno al quale il governo si muove per arrivare a “linee guida utili alla Toscana e alle caratteristiche specifiche di ogni suo territorio”.
Bugli è stato altrettanto chiaro sul tema sicurezza e immigrati: “Siamo intenzionati a dare il nostro contributo a prescindere dal colore della pelle. La microcriminalità va governata in ogni caso”.
La lunga e articolata risposta piace al portavoce dell’opposizione che però avverte: “Si tratta di una soddisfazione a tempo. Ci aspettiamo misure a breve e vigileremo”. Sul nodo dei centri di permanenza e sulla mancata risposta all’appello delle forze dell’ordine che ne chiedono l’apertura anche per contrastare “norme vigenti inadeguate”, Alberti si è dichiarato “assolutamente insoddisfatto”.

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