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Educare alla cittadinanza, sì a mozione Pd per sostegno Regione

Educare le nuove generazioni al bene comune e promuovere la partecipazione civica: la Regione Toscana è chiamata a promuovere la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che intende introdurre ‘l’educazione alla cittadinanza come materia autonoma, con voto indipendente, nelle scuole di ogni ordine e grado’. È quanto prevede una mozione approvata a larga maggioranza dal Consiglio regionale nella seduta di questa mattina (10 ottobre) a San Rossore. La mozione è stata presentata da molti consiglieri del Partito democratico, prima firmataria Elisabetta Meucci. 

La proposta di legge, come ricorda in aula la consigliera del Partito democratico, è promossa dal Comune di Firenze, con il sostegno di Anci, l’associazione dei Comuni: “Solo a Firenze – ha detto Meucci – sono già state raccolte tremila firme”. Il traguardo è quello delle 50mila firme, necessarie per presentare la legge al Parlamento. Gli ambiti di interesse della nuova materia: studio della Costituzione, elementi di educazione civica, studio delle istituzioni dello Stato italiano e dell’Unione europea, diritti umani, educazione digitale, educazione ambientale, elementi fondamentali di diritto e di diritto del lavoro, educazione alla legalità, “oltre ai fondamentali principi e valori della società democratica, come i diritti e i doveri, la libertà e i suoi limiti, il senso civico, la giustizia”. Attraverso l’introduzione dell’educazione alla cittadinanza come materia a sé stante, la proposta di legge, alla quale si intende far aderire la Regione, punta a “educare alla legalità e alla sicurezza nel rispetto reciproco, migliorare i comportamenti e gli stili di vita sostenibili, a partire dall’educazione alimentare, l’educazione digitale, la tutela dell’ambiente e degli spazi comuni”. 
“L’educazione a questi valori – spiega la consigliera Meucci nel suo intervento in aula – non può che partire dalla scuola. L’appoggio dell’Anci testimonia che questo è un sentire comune a tanti sindaci, che avvertono l’urgenza di intervenire per recuperare il senso di appartenenza alla comunità”. E non poteva esserci “luogo più adatto della tenuta di San Rossore”, aggiunge la consigliera, “per approvare una mozione come questa”. Paolo Sarti annuncia il voto di astensione di Sì-Toscana a sinistra, perché “bisogna stare attenti, evitare che questa materia diventi un alibi: stiamo parlando di un compito educativo che appartiene prima di tutto alla famiglia e alla comunità nel suo insieme”. Perplessità sul voto di merito legato a questa materia sono condivise dal Movimento 5 stelle, come spiega Irene Galletti: “L’intento della mozione è positivo, ma l’impostazione va in senso opposto e l’idea del voto è aberrante. Certi valori devono essere trasmessi, non insegnati”. Posizione favorevole annuncia in aula il consigliere Marco Casucci (Lega): “L’iniziativa va nella stessa direzione di una nostra mozione approvata all’unanimità nei mesi scorsi. È partita dal Comune di Firenze, ma è stata condivisa da tante amministrazioni comunali in Toscana”. A favore anche Serena Spinelli (Art.1-Mdp), “sebbene l’idea del voto sulla materia finisca per stridere con l’intento generale”. Poi si rivolge alle forze politiche che nel Consiglio toscano rappresentano i partiti al governo nazionale: “Togliere la prova di storia all’esame di maturità è un’idea che grida vendetta. La storia si studia, non si cancella”. “Investire la scuola di questo compito è un buon punto di partenza”, dichiara la consigliera Valentina Vadi (Pd), che rivolge l’appello ai Movimento 5 stelle e Sì-Toscana a sinistra a rivedere la decisione di astenersi. Posizione confermata dai due gruppi dopo che la proposta di emendamenti non viene accolta dalla maggioranza.

 

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