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Saccardi: “Bene screening oncologici, ma mai abbassare la guardia”

Buona l’adesione dei cittadini toscani ai tre screening oncologici proposti ogni anno dalla Regione (mammografico, cervicale e colorettale). Sia l’estensione (cioè l’offerta da parte della Regione) che l’adesione (la risposta dei cittadini) sono superiori di diversi punti al dato medio nazionale e a quello dell’Italia centrale. Ma se per lo screening della cervice uterina l’adesione è soddisfacente, e per la mammografia si registra una lieve flessione negli anni, per lo screening del colon retto (un tipo di cancro considerato “big killer”) si registrano cedimenti preoccupanti, soprattutto nella popolazione maschile.

I risultati degli screening oncologici del 2017 sono stati presentati stamani nell’auditorium di Santa Apollonia, nel corso del convegno “I programmi di screening oncologico della Regione Toscana: situazione attuale e prospettive future”, organizzato da Ispro e Regione Toscana, alla presenza dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, che ha fatto il suo saluto al convegno dopo quello di Gianni Amunni, direttore generale Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica).
“La Toscana punta molto sulla prevenzione – ha detto Stefania Saccardi – e gli screening sono un fiore all’occhiello della nostra regione. Dobbiamo però non abbassare la guardia, perché i dati contenuti in questo Rapporto dell’Ispro relativo al 2017, se da un lato ci dicono che in Toscana estensione e adesione sono soddisfacenti e superiori a quelle della altre regioni e del dato medio nazionale, dall’altro però ci mettono in allarme e ci parlano di un calo, in particolare per quanto riguarda lo screening colorettale, soprattutto nella popolazione maschile. Un altro punto di debolezza è la grande variabilità tra le diverse realtà locali: dobbiamo quindi puntare a raggiungere una maggiore omogenietà su tutto il territorio regionale”.
“All’interno di Ispro – ha informato il direttore generale di Ispro Gianni Amunni – è stato istituito un coordinamento screening, fra i cui obiettivi vi è quello di evidenziare le criticità, analizzare le cause, individuare azioni migliorative e monitorare i risultati successivi. Tale Coordinamento, insediatosi nella primavera del 2018, ha già cominciato la propria attività, cercando di promuovere sinergie atte a rafforzare e potenziare la struttura informatica, elemento essenziale per la sopravvivenza dei programmi di screening. Altro elemento all’attenzione del Coordinamento è la redazione di un documento sui requisiti essenziali dello screening, che possa rappresentare un vademecum organizzativo-gestionale di supporto ai programmi, alla luce della recente riorganizzazione regionale”.
Screening mammografico Nel 2017 nella nostra regione sono state invitate a fare la mammografia 248.516 donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, con una estensione pari al 95,1%, stabile rispetto agli anni precedenti. Relativamente all’adesione, le donne che hanno partecipato sono state 163.316, per un valore medio regionale del 70,8%. E’ importante ricordare che è in fase di implementazione l’allargamento di questo screening ad altre fasce di età: Ispro, che per conto della Asl Toscana centro coordina lo screening sul territorio della ex Azienda 10 di Firenze, ha già cominciato nel 2017 ad invitare le coorti delle 45 enni. Sia l’area fiorentina che quella pratese sono invece ormai da anni in linea con le indicazioni regionali, invitando la fascia di età 70-74. Se confrontato con il dato nazionale 2016 (56%) e per macro area Italia Centro (52%), il val ore medio regionale di adesione è superiore rispettivamente di oltre 14 e 18 punti percentuali.
Screening cervicale (cervice uterina) Da qualche anno la nostra regione vive l’era di uno screening a doppia via: infatti, recependo le indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2019, è previsto di invitare a Pap test ogni 3 anni le donne di età 25-33 anni e a test Hpv ogni 5 anni quelle dai 34 ai 64 anni. Le indicazioni regionali hanno inoltre sancito che la processazione di tutti i test Hpv e delle eventuali citologie di triage nei casi positivi all’Hpv sia centralizzata nel Laboratorio di prevenzione oncologica di Ispro.
In linea con la programmazione regionale, nel 2017 l’implementazione dello screening con test Hpv è stata attivata nella maggior parte del territorio. Solo la realtà pisana e quella pistoiese mancano ancora all’appello, a causa di problematiche di gestione informatica dei campioni e delle risposte e di qualche difficoltà organizzativa.
Nel 2017 sono state invitate 290.613 donne di cui 162.905 a Pap test e 118.619 a test Hpv. L’estensione complessiva, con un aggiustamento che tiene conto della implementazione dell’Hpv, è del 114,7% (la percentuale è superiore a 100 perché è stato chiamato un numero di donne maggiore di quanto in teoria dovuto), in aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2016. Relativamente alla adesione hanno complessivamente partecipato all’offerta di screening 144.102 donne e di queste, 64.236 sono quelle che hanno aderito al test Hpv. L’adesione è stata quindi complessivamente del 53,3%.
Se confrontato con il dato nazionale del 2016, pari a 40,5%, il valore medio regionale di adesione è superiore di circa 13 punti percentuali, mentre comparato con il valore della macro area Centro disponibile per il periodo 2015-2016, tale valore è addirittura superiore di 16 punti percentuali.
Screening colorettale Nella nostra regione donne e uomini di 50-69 anni vengono invitati ogni 2 anni a fare il test per la ricerca del sangue occulto fecale. Nel 2017 sono state invitate 488.186 persone, con un valore medio regionale del 92,7% che, seppure buono, evidenzia una calo progressivo nell’ultimo triennio, con una riduzione di quasi 7 punti percentuali rispetto al 2015. La variabilità è quanto mai ampia: da un 35,5% di Pistoia ad un 111,8% di Arezzo, e certamente la scarsa copertura del territorio pistoiese pesa sul valore medio complessivo.
Nel 2017 hanno aderito al test di screening 224.263 persone con una adesione media pari al 47,8%, in progressivo calo negli ultimi 4 anni (meno 5 punti percentuali dal 2015 al 2017). Si conferma una maggior adesione delle donne (50,5%) rispetto agli uomini (44,9%), fenomeno ben conosciuto anche nel resto d’Italia. Quando comparato con il dato nazionale e quello della macro area Centro relativi al 2016, il valore medio regionale è comunque superiore ad entrambi di 7,8 e 11,8 punti percentuali.

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