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Toscana, crescono dell’8 per cento le produzioni certificate

La filiera agroalimentare Dop, Igp e Agriqualità in Toscana nel 2018 è cresciuta dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. I dati della ricerca Ismea presentati nel corso della prima edizione del BuyFood Toscana a Siena dipingono un settore economico in sviluppo, con oltre 74mila occupati, di cui 13mila nelle produzioni a indicazione certificata.

“Questi dati dimostrano – spiega Remaschi – l’attenzione dei consumatori per le produzioni toscane di qualità ed in particolare per le produzioni biologiche, che hanno come valore aggiunto un maggior rispetto per l’ambiente e per la salubrità. La strada è aperta, ora sta a noi continuare a a mantenere alto il livello qualitativo, rispettare i disciplinari, puntare sulla tracciabilità e in alcuni reparti puntare anche ad accrescere la quantità della materia prima, perché talvolta le produzioni sono ‘di nicchia’ e nonostante ci sia interesse da parte dei mercati, scarseggiano i prodotti”.
“Iniziative come BuyFood Toscana – ha concluso l’assessore – servono anche a far dialogare tra loro le realtà produttive e aiutarle a trovare insieme soluzioni che diano respiro ancora maggiore a questo settore”.

I dati
La Toscana è la nona regione d’Italia per valore prodotto nell’ambito dell’agroalimentare a indicazione geografica: 111 milioni di euro, escludendo il comparto del settore panetteria e pasticceria, che potrebbe portare il totale a 130 milioni di euro (stime Idonea per BuyFood). Complessivamente il settore agroalimentare toscano genera un valore aggiunto di 3,5 miliardi di euro, pari al 6% del totale nazionale, impiegando circa 74mila occupati, pari al 4,4% del totale della regione. Di questi, circa 13390 persone lavorano nella filiera dei prodotti certificati. I due comparti della filiera a indicazione geografica certificata in cui il ruolo della Toscana è più rilevante a livello nazionale, escluso l’universo del vino, sono l’olio (18 milioni di euro, 11mila produttori, 68mila ettari coltivati) e le carni fresche (12,4 milioni di euro, 722 allevamenti, 5650 capi bovini, 11700 capi ovini e poco meno di 8mila capi suini).
Anche nel settore dei prodotti derivati dalla lavorazione della carne – come i salumi – la Toscana (50 milioni di euro) trova un suo rilevante collocamento, posizionandosi al quinto posto in Italia, dietro alle regioni del Nord. Con 715 allevamenti dedicati, il comparto dei formaggi Dop genera un valore di 30 milioni di euro, collocando la Toscana all’ottavo posto della graduatoria. Il settore dei prodotti ortofrutticoli e cerealicoli, che coinvolge comunque 283 aziende estese per una superficie di 1060 ettari esclusivamente dedicati a prodotti Dop e Igp.
Il settore panetteria e pasticceria, che dà origine a vere e proprie icone del gusto quali i cantuccini toscani, il pane toscano, i Ricciarelli di Siena e il Panforte di Siena, che rendono la regione protagonista nel Paese e all’estero: 85 i produttori coinvolti e 1400 gli ettari di superficie agricola per la produzione delle materie prime. L’export regionale riferito all’agroalimentare a indicazione geografica genera un valore di circa 50 milioni di euro ed è estremamente caratterizzato: oltre il 45% del valore esportato dalla Toscana in ambito di Ig del food, è coperto dall’olio Toscano, quota che sale al 50 per cento circa se si aggiunge l’export dell’olio Chianti Classico Dop.
Un ulteriore 45 per cento circa è costituito dai prodotti legati alla zootecnia, primo fra tutti il prosciutto toscano, seguito da pecorino toscano e finocchiona.

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