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FdI: “I problemi della sanità toscana? Colpa di Rossi e del Fiscal Compact”

Il problema della sanità in Toscana? È complesso e riguarda certamente la gestione della Regione Toscana targata Rossi ma trova in parte le sue radici nel cosiddetto Fiscal compact. A sostenerlo è Fratelli d’Italia che, nel 2012, fu tra i pochi partiti a non votarel’adozione del trattato internazionale che prevede di introdurre nella Costituzione l’obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio dello Stato.

“Molti dei problemi italiani nascono da lì – si legge in una nota di FdI – con l’innesto o l’inasprimento di meccanismi che hanno portato ad una politica generale di riduzione della spesa che è andata a colpire anche settori essenziali dell’attività dello Stato fra cui appunto anche quello della Sanità. Le varie leggi di bilancio hanno infatti comportato fra l’altro anche per la Sanità una riduzione delle assunzioni causate proprio dai lasciti di Monti e dalla adesione dell’Italia allo sciagurato Fiscal Compact. In questo quadro di grave miopia politica si è poi innestata la gestione ideologica e centralizzata di Rossi che imperversa da anni, prima come assessore regionale alla sanità poi come presidente, creando problemi fin dal dissesto dell’Usl di Massa”.
“La situazione dell’ospedale Versilia poi – proseguono la nota del partito di Giorgia Meloni – è da tempo nota a tutti con un fenomeno di progressivo smantellamento, con la riduzioni dei posti letto, con l’impoverimento delle eccellenze mediche e specialistiche, con una gestione inaccettabile del reparto di pronto soccorso che mostra la propria inadeguatezza soprattutto nella stagione estiva. L’affidarsi alla buona volontà e al quotidiano sacrificio di quanti come medici, infermieri, Oss, grazie al loro impegno, riescono a salvaguardare gli standard essenziali di assistenza, sta risultando oltre che ingiusto, via via insufficiente. Se poi al blocco delle assunzioni si aggiungono gli effetti di ‘Quota 100’, che vedono solo nell’Usl nord-ovest una uscita di 240 addetti e la scarsità di neolaureati, risulta chiaro che il sistema toscano aggravato da immobilismi e scelte male orientate si sta avviando al collasso. In un quadro nazionale di oggettive difficoltà si inserisce quindi l’opera di una politica ammalata di dirigismo ideologico che trascina lentamente la Toscana fuori dalle eccellenze e penalizza soprattutto quelle province che politicamente risultano meno interessanti”.
“Ma Rossi, novello Attila della sanità Toscana, guardandosi bene dal denunciare gli effetti perversi del Fiscal compact promosso e approvato dalla sua parte politica, ci ha messo pure del suo e, mentre l’assessore Saccardi ammette che ormai la sanità in Toscana è sotto la tutela della ragioneria dello Stato, lui continua a utilizzare fondi della sanità per esternalizzare tutto il possibile ma anche l’impossibile – prosegue la nota -. Esternalizza, cioè affida a privati o cooperative le sanificazioni, le sterilizzazioni, la logistica, i prelievi contribuendo a creare lavoro precario e peggiorando in continuazione i servizi”.
“Messo alle strette dai sindacati che minacciano uno sciopero tanto sacrosanto quanto deleterio, promette l’assunzione di interinali, 70 di qui a settembre. Ma allora non si poteva risolvere prima? Continua nella costosa pratica di consentire l’attività aggiuntiva al costo di 60 euro all’ora con una spesa di 10 milioni di euro solo nel 2018. Ma fa di più: promuove un bando da 10 (poi 4) milioni di euro per garantire vitto e alloggio agli immigrati clandestini, in palese violazione delle leggi nazionali recentemente emanate in tema di sicurezza ma soprattutto in palese violazione del buon senso che prevederebbe che la Regione Toscana impiegasse le risorse per svolgere le mansioni di sua esclusiva competenza e al servizio dei cittadini. Così – conclude FdI – il pronto soccorso del Versilia è diventato praticamente un reparto di breve degenza dove i malati sostano anche per giorni su barelle, senza potersi lavare e nutrire in modo adeguato, in attesa che si liberi un posto letto che non c’è perché il piano di riduzione dei posti letto procede inesorabilmente. Non si può gestire la sanità coi filtri della politica. Fratelli d’Italia ha proposto da sempre che anche i dirigenti sanitari non siano di diretta emanazione politica, come invece accade attualmente ma soprattutto che il diritto alla salute torni ad essere assicurato da politiche serie e non dallo stato economico dei malati, come invece nella rossa Toscana accade purtroppo attualmente. Ci auguriamo che le elezioni regionali del 2020 consentano di invertire questa tendenza ma ci chiediamo già adesso: i nuovi amministratori come troveranno i conti?”.

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