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Crisi edilizia, sindacati chiedono sblocco opere in Toscana

27mila posti di lavoro persi in 10 anni in Toscana. Questa mattina (15 novembre) i principali sindacati hanno organizzato tre presìdi a Firenze, Arezzo e Livorno.  I manifestanti hanno indossato delle pettorine arancioni da lavoro, con lo slogan dell’iniziativa. “Vogliamo che le nostre rivendicazioni siano condivise e oggetto di un’azione comune con le istituzioni locali a partire dalla Regione stessa – hanno detto hanno detto i segretari generali toscani di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana Giulia Bartoli, Simona Riccio e Ernesto D’Anna -. Insieme abbiamo iniziato alcuni percorsi che devono vedere la luce come un protocollo con le grandi stazioni appaltanti, l’applicazione della congruità, il contrasto alle irregolarità e al dumping contrattuale, la regolarità negli appalti, provando, insieme ad arginare alcuni effetti dello Sblocca Cantieri. Siano portate a compimento le opere strategiche, infrastrutturali e non”.

Sbloccare le principali opere infrastrutturali in Toscana varrebbe, a detta dei sindacati, 6 miliardi di euro, per oltre 98mila unità di lavoro attivate per l’intero indotto. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana stimano che la ricaduta per il settore delle costruzioni sia di circa 15mila nuovi posti di lavoro in 5 anni. Tra le opere su cui i sindacati fanno stima ci sono anche gli Assi viari e il raddoppio della linea ferroviaria Pistoia-Lucca. L’avvio di questi lavori potrebbe far fronte a dieci anni di crisi economica che in Toscana hanno portato 27mila posti di lavoro in meno nel settore edile, 41 per cento in meno degli addetti e 31 per cento in meno delle imprese. La provincia che evidenzia il dato peggiore è Arezzo con una perdita, dal 2009 al 2019, del 57 per cento. Le province in cui il dato ha retto di più l’impatto della crisi sono state Firenze e Pistoia, con un calo di addetti del 27 per cento. I settori del legno, dei laterizi e del cemento hanno visto dimezzare volumi e occupazione. E anche la sicurezza sul lavoro è peggiorata: nel 2019 sono 2 mila 200 gli infortuni denunciati in edilizia in 9 mesi, quasi 190 nel mese di settembre. Inoltre, nel secondo trimestre 2019 i lavoratori a Partita iva (spesso in maniera involontaria) hanno toccato il 48,7 per cento del totale: una situazione di frantumazione che preoccupa e che rischia di riportare a qualche anno fa, quando i lavoratori autonomi avevano superato i lavoratori dipendenti. Per sbloccare la situazione i sindacati chiedono interventi anche sulla terza corsia A1, terza corsia A11, Tirrenica, Fano-Grosseto, Alta velocità Firenze, raddoppio linea ferroviaria Pistoia-Lucca, raddoppio ed elettrificazione linea ferroviaria Empoli Granaiolo, raddoppio Pontremoli-Aulla, Darsena Europa e raccordi a Livorno, interventi Piombino, Masterplan aeroporti Firenze e Pisa. I sindacati chiedono al governo e alla regione di portare a compimento le opere infrastrutturali strategiche per la Toscana e favorire il trasporto su ferro intervenendo anche su altre tratte al momento non programmate, intervenire nella messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e nell’edilizia scolastica, salvaguardare il know how toscano nei settori manifatturieri come legno e laterizi, investire in piccoli interventi per la viabilità interna, favorire le imprese regolari, combattere le irregolarità, il dumping contrattuale e l’illegalità negli appalti e una maggiore tutela della salute e sicurezza sul lavoro, con l’introduzione della patente a punti e l’inasprimento e certezza delle pene.

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