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Mugnai su fecondazione eterologa: “Rossi in cerca di popolarità”

Toscana prima regione in Italia ad approvare ieri (28 luglio) una delibera che regolamenta la fecondazione eterologa, a cui ha dato il via libera di fatto una recente sentenza della Corte Costituzionale. Le norme entreranno in vigore nel territorio toscano con la pubblicazione dell’atto nel bollettino ufficiale e avranno la finalità, come spiega l’assessorato alla Sanità, di garantire che le donazioni avvengano attraverso protocolli medico-sanitari rigorosi e si assicuri piena ed effettiva gratuità delle donazioni, per scongiurare così rischi di commercializzazione. La decisione della giunta non è però piaciuta al vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai di Forza Italia e al suo capogruppo Giovanni Santini che accusano il presidente Enrico Rossi di voler fare il primo della classe rischiando di generare proprio ciò che dice di voler sventare.

Secondo Mugnai infatti un tale intervento fatto in una fase in cui il governo ancora sta pensando a come normare la materia, rischia di produrre un sistema potenzialmente confliggente o comunque non allineato al livello nazionale “per il solo gusto di guadagnarsi il quarto d’ora di celebrità sulle testate nazionali che riportano una Toscana avanti popolo”. Non si riserva parole pesanti Mungai che accusa Rossi di volersi attirare popolarità su un tema sanitario così delicato. Ma non è il primo passo falso che Rossi fa in tema di sanità accusa il vicepresidente della commissione. “Le Società della Salute – sostiene Mugnai – vennero presentate nel 2004 , da l’allora assessore alla salute Enrico Rossi, come quell’intuizione nei modelli gestionali che avrebbe fatto svoltare il sistema sanitario toscano per poi propagarsi come una folata rigenerante su tutto il territorio nazionale. Eccole lì, invece: stroncate a tutti i livelli e salvate per il rotto della cuffia da un Pd incapace di ammettere gli errori. Anno 2012: il governo si prepara a valutare la rimodulazione dei ticket e l’ormai governatore Rossi che fa? Va avanti solo, con aumento, fasciazione e tutto tranne l’organizzazione, in pieno agosto, con un contraccolpo da velo pietoso e senza ottenere gli introiti sperati. No comment. Poi venne l’era della legge sui farmaci cannabinoidi, un autentico specchietto per le allodole che, in assenza di regolamenti attuativi, non ha mai prodotto alcun effetto concreto. E ora Rossi ci riprova con la legge sulla fecondazione eterologa”. “Soprattutto quando si ha a che fare di temi così delicati non solo sotto il profilo etico e giuridico ma anche umano, per persone che vivono come un dramma l’impossibilità di avere figli, sarebbe il caso di adottare maggior prudenza”, riflettono gli esponenti di Fi. “Invece si è preferita la via del blitz – proseguono – portando in giunta una delibera fuori sacco, così da avere grande visibilità ma senza pensare alle aspettative che rischiano di rimanere deluse aggiungendo dolore a dolore. Si poteva scegliere altrimenti, magari lavorando senza riflettori per contribuire alla definizione puntuale di un quadro normativo generale, ma si è preferito invece alzare penne e pennacchi”. “Comprendiamo la fregola di Rossi che, vedendo minata la strada verso la sua ricandidatura, tenta di blindare con questi primati da cartolina la posizione sua e dei suoi uomini in giunta. Beh però allora – osservano Mugnai e Santini – potrebbe farlo sulle cose concrete con cui tiene paralizzata l’Italia tipo il nodo Alta Velocità, la Due Mari e le infrastrutture in genere, visto che aver portato a casa l’ultimo via libera sulla variante al Pit non mette certo al sicuro il sistema aeroportuale toscano, bensì rappresenta una parte nella commedia in cui protagonista è Enac, cui spetterà l’ultima parola. Ma no: è assai più facile comporre delibere-bandiera, fumogeni propedeutici per fare i bravi-bravissimi in una materia, la sanità, sulla quale in quattro anni di legislatura non si è riusciti nemmeno a elaborare uno straccio di Piano sanitario regionale. Per quello, che è una cosa che serve ma luccica meno, si è dovuti ricorrere a un raffazzonamento tra bozze vetuste e buone intenzioni, scavalcando tutto e tutti fino a procurarsi il richiamo dello stesso collegio di garanzia statutaria. Fuga all’indietro”.

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