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Rossi: mi ricandido anche con un rinvio a giudizio

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, proprio nel giorno in cui Monitor Regioni gli assegna la palma di governatore più gradito di tutta Italia con oltre il 56% delle preferenze, sgombra ogni dubbio e annuncia che si ricandiderà a governatore della Toscana anche in caso di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta per il “buco” dell’Asl di Massa. “Certo che mi ricandido, anche con un rinvio a giudizio – ha detto Rossi – . La magistratura fa il suo compito e credo che ci si debba sottoporre ai giudizi come già successo per il Parlamento o per esponenti del Governo”. Rossi lo dichiara anche alla luce degli accadimenti in Emilia Romagna, dove la corsa per le primarie del Pd di Matteo Richetti si è bloccata in concomitanza con un avviso di garanzia per peculato. L’inchiesta dell’Asl di Massa “influisce per niente sulla mia ricandidatura”, sostiene Rossi, che è sotto indagine per falso ideologico per il buco dell’azienda sanitaria locale: “Sulla Asl di Massa – ha detto – sono state fatte tutte le verifiche e noi siamo in una botte di ferro da questo punto di vista”.

Rossi commenta poi anche il caso delle primarie per scegliere i consiglieri regionali. Un’idea – sostiene – “che non ha funzionato”. “Nell’ultima campagna elettorale hanno partecipato 100mila cittadini, pochi rispetto all’intero corpo elettorale. Avrebbero dovuto partecipare almeno la metà per rendere universalistico il sistema”, per essere rappresentative. “Forse non siamo un Paese abituato a questo”. Rossi lo ha detto intervenendo in aula di palazzo Panciatichi nel dibattito per l’approvazione della nuova legge elettorale. Il riferimento è alle primarie per scegliere i candidati in Consiglio regionale nel 2010. Un meccanismo facoltativo del quale si è avvalso il Partito Democratico per superare la composizione bloccata delle liste per il Consiglio regionale. Rossi, lamenta che col precedente sistema “sapevamo prima delle elezioni quale sarebbe stata la composizione del Consiglio. La reintroduzione delle preferenze ci dà una mano anche avendo vissuto la precedente campagna elettorale dopo aver fatto le liste nel dibattito politico rischiavano di restare solo i candidati presidente, il resto non interessavano più. Le preferenze sono una sfida per tutti coloro che sono candidati e che consentono di riconnetterci al territorio. Una sfida positiva”. La stessa scelta di introdurre un listino bloccato opzionale di tre candidati “non è tale da far venir meno l’impalcatura che ridà lo scettro al cittadino, col ritorno alle preferenze”.

 

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