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Farmaceutica e biotech in Toscana settori da salvaguardare per Simoncini

Un indotto economico da milioni di euro e migliaia di addetti. È il settore farmaceutico e delle biotecnologie che in toscana come nel resto del mondo fa registrate cifre esorbitanti e che nella regione di pegaso conta circa 20 imprese, di cui 4 multinazionali e una serie di piccole e piccolissime aziende, che rappresentano il 13per cento del fatturato complessivo nazionale del settore e danno lavoro a circa 6 mila addetti. Numeri che collocano la toscana al terzo posto in Italia per la presenza di aziende del settore. A fornire questi numeri è stato l’assessore regionale Gianfranco Simonciniche è intervenuto oggi all’incontro organizzato dalla federazione dei medici di famiglia, nella sessione dedicata alla Pharma&devicevalley in Toscana.
A questi numeri e a queste performance vanno aggiunte le circa 30 imprese che operano nel settore biotech, il 14per cento delle imprese a livello nazionale e contano oltre 3 mila lavoratori. Nel settore biotech, in particolare, la Toscana vanta un primato nel settore ricerca e sviluppo, con oltre 600 ricercatori che si aggiungono ai circa 800 che operano nella farmaceutica. “Considerando il mondo delle life science come formato da biotech, farmaceutico e medical devices – ha concluso l’assessore – con il Por Creo ad oggi sono stati approvati 54 progetti che coinvolgono circa 110 beneficiari per oltre 120.milioni di euro investiti e circa 69.milioni di contributo”.
“E’ un patrimonio in competenze, ricerca e occupazione – ha detto Simoncini – che deriva dalle particolari condizioni esistenti in Toscana: presenza di università e centri di ricerca medica e biotecnologica, grandi imprese multinazionali e tante piccole e piccolissime aziende con una forte propensione all’innovazione. Un patrimonio che la Regione intende non solo salvaguardare, ma anche valorizzare ed accrescere, consapevole che questo settore costituisce una sorta di cartina di tornasole dello sviluppo italiano. E’ qui, infatti, che si concentrano competenze avanzate e professionalità specialistiche innovative e un forte intreccio fra ricerca, trasferimento tecnologico e mondo produttivo”.
L’assessore ha ricordato la proposta già avanzata dal presidente della Regione alle imprese del settore di dare vita ad una Pharma Valley, capace di attrarre investimenti, creare le condizioni per sostenere e favorire ricerca e sviluppo, far lavorare in rete sia i colossi dell’industria farmaceutica, sia le piccole e dinamiche realtà presenti in Toscana.
“Un lavoro – ha spiegato Simoncini – che si affida ad un tavolo comune con i rappresentanti delle imprese e dell’attività del distretto delle scienze della vita, parte integrante del sistema dell’innovazione e del trasferimento tecnologico e dove si opera la sintesi fra mondo della ricerca e mondo produttivo. Un lavoro che potrà superare l’apparente contrapposizione fra la necessità di attirare investimenti nella nostra Regione, avere una presenza qualificata di un’industria così importante, creare fatturato e posti di lavoro e, dall’altro il dover fare costantemente i conti con il necessario contenimento della spesa farmaceutica”.
E’ proprio la presenza di questo quadro che ha spinto alla creazione del distretto delle scienze della vita, nell’ambito del quale sarà possibile far fare un salto di qualità alle politiche dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, alle iniziative per rendere più competitive le imprese a livello internazionale, anche attraverso l’attività dei poli d’innovazione, che ne costituiscono una sorta di braccio operativo e di interfaccia fra ricerca e imprese. A contribuire a orientare il settore della farmaceutica e delle scienze della vita verso obiettivi sempre più alti di qualità e innovazione contribuiranno anche gli investimenti in ricerca e sviluppo, che la Regione, unica regione italiana che finanzia anticipando le risorse del Fesr per finanziare i bandi per sviluppo, ricerca, innovazione.

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