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Rendiconto Regione, ok in Consiglio ma è scontro sulle partecipate

Il Consiglio regionale approva a maggioranza il rendiconto generale della Regione per l’anno finanziario 2014: l’aula di palazzo Panciatichi ha detto sì, con 23 voti a favore (quelli della maggioranza), 13 contrari (dei gruppi di minoranza Lega, M5S, Forza Italia, Fdi) e un astenuto (Tommaso Fattori, Sì-Toscana a sinistra). Il rendiconto generale comprende il conto del bilancio, con i risultati della gestione delle entrate e delle spese, ed il conto del patrimonio, con i risultati della gestione patrimoniale. Al termine dell’esercizio 2014, le previsioni risultano pari a 20 miliardi e 216 milioni di euro, con accertamenti per 11 miliardi e 330 milioni ed impegni per 11 miliardi e 694 milioni, con una differenza negativa nella gestione di competenza di 364 milioni. A fronte di riscossioni per 11 miliardi e 32 milioni di euro, si registrano pagamenti per 10 miliardi e 784 milioni, con un avanzo di cassa di 248 milioni.
I residui attivi sono pari a 5 miliardi e 159 milioni, di cui 3 miliardi e 14 milioni provenienti dal conto residui, con un decremento del 36,16% rispetto all’esercizio precedente, quando ammontavano a 4 miliardi e 722 milioni. I residui passivi sono pari a 5 miliardi e 654 milioni, con un aumento del 5,58% rispetto all’esercizio precedente. Ne sono stati eliminati, per insussistenza, prescrizione o perenzione, per 611 milioni di euro.
L’esercizio 2014 si chiude con un disavanzo finanziario di 247 milioni di euro e con un residuo di cassa di 248 milioni di euro. La situazione patrimoniale presenta un saldo negativo di 3 miliardi e 448 milioni.

Illustrando l’atto in Aula, il consigliere Andrea Pieroni (Pd), vicepresidente della commissione di controllo, partendo dal giudizio di parifica della Corte dei Conti, si è soffermato sulla piena legittimità del Conto consuntivo e sulla prudente gestione di bilancio. “L’analisi dei dati attesta una virtuosità non solo della gestione finanziaria, ma anche del rapporto tra risorse impiegate e obiettivi realizzati – ha detto – E tutto ciò in un ‘contesto difficile’, caratterizzato dalla recessione economica, dall’incertezza sull’ammontare delle risorse statali disponibili, dai tagli introdotti pesantemente a carico delle Regioni, dall’applicazione del patto di stabilità interno e secondo le priorità politico-programmatiche del programma regionale di sviluppo”.
Di diverso avviso il presidente della commissione controllo Jacopo Alberti (Lega Nord) che, con dati alla mano, si è soffermato su alcune “criticità”, definite “bagni di sangue”, come le società partecipate. “La Regione nel 2011 aveva avviato un percorso di dismissioni di società non ritenute strategiche, ed oggi i risultati sono deludenti – ha affermato – ed è la stessa Corte dei Conti che consiglia di rivedere i valori delle partecipazioni”. Da qui l’opportunità di procedere ad un “monitoraggio generale che riguarda tutte le società partecipate, anche effettuando una valutazione scrupolosa di quelle situazioni di perdita di esercizio che possono avere un’influenza diretta sul bilancio regionale”, ha concluso il consigliere, parlando in particolare di Fidi Toscana Spa, Arezzo Fiera e Congressi Srl e del settore termale.

L’intervento dell’assessore Bugli
“Grazie alla Corte dei Conti per il giudizio di parifica che ha riservato alla Toscana. Diamo atto anche al lavoro dei nostri tecnici che sono professionisti preparati e seri. Certo ci sono sempre margini di miglioramento e dobbiamo comunque cercare di occuparli”. Lo ha detto l’assessore regionale al bilancio Vittorio Bugli, intervenendo in Consiglio regionale a chiusura della presentazione del rendiconto generale per l’anno 2014. “Gli amministratori hanno il compito di portare il bilancio in pareggio”, ha proseguito. “Noi accettiamo la sfida di un paese in difficoltà che vuole provare a farcela e come fanno i cittadini proviamo anche noi a fare sacrifici per abbattere i costi senza sacrificare i servizi. E facciamo economia affrontando i tagli per provare a migliorarci”.
“Le crisi – ha poi proseguito – si affrontano stando sul pezzo, rimboccandosi le maniche, e soprattutto mettendo in campo lo spirito d’innovazione. Questo ha fatto la Toscana. Qualcuno la chiama utopia. Poteva essere utopia anche chiudere 41 ospedali come fece a suo tempo Vannino Chiti. Ma la sua riforma permise di sistemare i conti e avere una delle migliori sanità d’Italia. Così noi, non tagliamo. I servizi li riformiamo”. Poi Bugli ha concluso sottolineando due punti. Sulle partecipate: “Invito a valutare bene la questione – ha detto – Portano 2,5 milioni di rimessa di cui 1,6 milioni sono di Fidi Toscana con cui proviamo a aiutare l’economia che potrebbe andare peggio senza gli aiuti che diamo alle aziende e ai privati”. Infine sui derivati: “La Toscana ha fatto come un amministratore parco che non rischia sugli sbalzi dei tassi. I nostri swap nascono in un periodo in cui le banche non davano mutui a taglio fisso al solo scopo di ‘rendere fisso’ il tasso variabile. In questo modo abbiamo speso meno di quanto avremmo speso per un mutuo, potendo farlo, al tasso fisso. Ci siamo comportati come un capofamiglia”.

Il dibattito in Consiglio
Un coro di no al rendiconto si è alzato dai banchi dei gruppi di minoranza. Giacomo Giannarelli, presidente Movimento 5 Stelle, ha dato il “la” al dibattito augurandosi che “le criticità emerse dal giudizio della Corte dei Conti diventino opportunità”. Accanto a tale richiamo si è inoltre soffermato sulla necessità di trasparenza e chiarezza, ovvero su un bilancio di soldi pubblici che deve essere capito da tutti i cittadini.
Voto contrario anche da parte di Manuel Vescovi, presidente gruppo Lega Nord, ricordando che a fare le spese sono sempre i cittadini, chiamati a far fronte alle perdite.
Senza entrare nei dettagli contabili, Claudio Borghi (Lega Nord, portavoce dell’opposizione) ha invitato le Regioni ad avere più coraggio e a ribellarsi al “gioco al massacro che si scarica sui cittadini: se la stella polare resta quella dei tagli, non stiamo facendo il bene di questa Regione – ha concluso – a furia di tagli si muore”.
Di “modello di bilancio inadeguato, poco trasparente e poco leggibile”, ha parlato Andrea Quartini (Movimento 5 stelle) che si è soffermato su quanto i cittadini toscani siano distanti dalla politica, come dimostrato anche nelle ultime elezioni. Da qui l’invito ad informare i toscani, a renderli partecipi delle scelte della politica, snellendo la macchina burocratica e comunicando chiari programmi.
Voto negativo anche per Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia), secondo il quale occorre partire da un confronto serio, riflettere sulle criticità emerse per iniziare una nuova stagione. In tema di tagli il consigliere, parlando della riforma sanitaria, ha infine ribadito che ci sono già stati. 
Per l’astensione ha invece optato Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra): “Siamo di fronte ad un bilancio sostanzialmente di austerità – ha affermato – ma limitare la gestione ai tagli è pericoloso, e ci auguriamo che si possa davvero voltare pagina, per il bene del nostro Paese”.
Fuori dal coro il presidente del gruppo Pd Leonardo Marras, che ha annunciato voto positivo: “Di fronte alle difficoltà ci sono due soluzioni, o si sceglie di scappare oppure di stare dentro la sfida, senza abbandonare il campo – ha detto – noi abbiamo accettato la sfida”.

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