Laura Di Simo ricorda Giuseppe Maffei: “La città ha perso un terapeuta paziente e acuto”

Una lettera-ringraziamento al dottor Giuseppe Maffei per il suo metodo umano e "profondamente maieutico"

Un ricordo commosso della figura umana e professionale di Giuseppe Maffei, psicoanalista lucchese scomparso lo scorso 18 settembre. Lo riceviamo dalla professoressa Laura Di Simo e volentieri lo pubblichiamo, di seguito, integralmente. 

Durante il lockdown mi sono dedicata, con piacere, ad aiutare i nipoti impantanati nella Dad. Uno di loro doveva affrontare l’esame di maturità: si è trattato, allora, di correggere, aggiustare, talvolta arricchire, la tesina che il giovane maturando doveva presentare alla commissione giudicatrice. Il lavoro, intitolato Simmetria e asimmetria, affrontava prevalentemente tematiche scientifiche ma, data la natura filosofica dell’argomento, finiva per coinvolgere qualsiasi altro genere culturale.

Ed è allora che abbiamo deciso di introdurre qualche breve considerazione su un personaggio che, nei primi decenni del XX secolo, avrebbe rivoluzionato tutta la cultura del mondo occidentale: Sigmund Freud, che in quegli anni rendeva pubblici i suoi studi sull’io e consolidava il suo metodo psicoanalitico. Così, quasi per caso, ho ritrovato nella mia libreria alcuni numeri della rivista Materiali per il piacere della psicoanalisi: me li aveva regalati il direttore stesso, il professor Giuseppe Maffei.

Giuseppe Maffei si è spento pochi giorni fa, dopo una lunga malattia, lasciando un vuoto assordante, non solo nella famiglia e negli amici più intimi, ma anche nella città stessa, attonita e senza parole. Anch’io, in questo momento di silenzioso raccoglimento, ho mentalmente ripercorso le tappe del mio vissuto e quindi del mio lavoro di insegnante. Nel mio rapporto con i giovani, non sempre facile, ho cercato di trasmettere loro la voglia di guardarsi dentro, di ascoltarsi, per acquisire senso critico, prima che verso gli altri, verso sé stessi.

Questo ho imparato, insieme a tanto altro, dal professor Maffei, nella nostra annosa frequentazione. Nei momenti bui della mia vita mi ha sempre accolto, a costo di compiere alcune trasgressioni alla regola professionale: anche per questo mi sento onorata. Infatti, nel corso della mia lunga terapia, spesso ho avvertito che l’affetto e l’amicizia si intrecciavano all’esercizio della psicoanalisi. D’altronde una profonda vicinanza aveva legato le nostre famiglie, i nostri genitori, ancor prima della mia nascita.

Con la sua guida paziente e acuta, profondamente maieutica, ha saputo far emergere il meglio di me, portare alla luce qualità che io stessa stentavo a riconoscermi. Così ho imparato a reggere il silenzio, senza riempirlo di parole vuote, ho imparato ad aspettare che affiorassero confusamente immagini, sentimenti, sogni, desideri, che, poco a poco, prendevano forma, ordine e senso. In altre parole, con il suo aiuto, mi sono costruita “individuo”. Il suo metodo, i suoi messaggi, la sua umanità, in piccole dosi è rimasta dentro di me, come credo in tutti coloro che lo hanno frequentato, a lenire le sofferenze, diradare il buio, supportare la vita. Grazie Pucci.

Laura Di Simo

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.