Le relazioni ai tempi del coronavirus: distanza forzata in amore

le relazioni ai tempi del coronavirus Consultorio La Famiglia

Inizia oggi un nuovo appuntamento dell’Acf. Due psicologi parlano delle relazioni al tempo dell’isolamento forzato per il coronavirus. Lo faranno ogni lunedì, con un intervento a cadenza settimanale. 

Si può continuare a stare insieme senza stare insieme?

Questa è una domanda che, più che mai in questo momento di nuova, surreale quotidianità, si pongono gran parte delle coppie che stanno vivendo la propria quarantena a distanza.

Se prima avere un compagno o una compagna “fuori dal comune” era considerato un complimento, adesso può diventare un vero e proprio reato.

Ma tornando alla domanda iniziale la risposta è: DIPENDE!

Ma da cosa in particolare? Dai meccanismi che governano il modo di funzionare della coppia stessa. Proviamo a usare la bussola per orientarci un po’!

Se la coppia è in crisi, infatti, la distanza probabilmente finirà per rivelare tutte quelle difficoltà già esistenti e magari taciute o tenute latenti grazie ad uno stile di vita frenetico che consente troppo spesso di evadere e procrastinare il tentativo di risolverle.

Avete presente la partita di calcetto con gli amici 8 sere su 7 o la lezione di zumba tutti i giorni all’ora di cena?

Se al contrario, uno dei due partner, oppure entrambi, vivono con eccessiva fusionalità il rapporto del tipo: “ci amiamo solo se facciamo tutto sempre insieme”, può succedere che la distanza venga vissuta in modo insopportabile per cui la mancata presenza fisica dell’altro diviene anche assenza emotiva.

Nel caso in cui, invece, i partner abbiano imparato ad alternare spazi condivisi con altri privati, vissuti come preziosi ed indispensabili per la sopravvivenza non solo individuale, ma anche della coppia stessa, probabilmente i due si ritroveranno in una situazione in cui “l’altro interiorizzato” (riprendendo un concetto tanto caro alla psicoanalisi) diventa fonte di rassicurazione anche in una situazione di distanza forzata.

Non vi spaventate! In “psicologhese” parlare di “altro interiorizzato” non significa esserselo mangiato, ma indica che quando una coppia si forma ognuno dei partner si crea un’immagine dell’altro che col passare del tempo diventa parte integrante di noi. Questa presenza interna costituisce una base sicura e continua ad essere tale anche quando i due non si vedono per molto tempo…come nel nostro caso.

Dopo il buon Freud ci sono voluti tanti anni e altrettanti strizzacervelli per capire che questo probabilmente rappresenta il fondamento di una coppia che funziona e a lungo…

E nel caso invece di una convivenza forzata?

(Continua…)

A cura del dottor Daniele Filippi e della dottoressa Gaia Bullentini 
psicologo  e psicologa

Illustrazione di Alfredo Chiappori (tratta dal libro ‘Commedie e drammi nel matrimonio’ di Guglielmo Gulotta)

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.