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Lotta all’usura in Toscana, più prevenzione e supporto dalle banche

Ristabilire un rapporto di collaborazione con le banche e potenziare gli strumenti di prevenzione (a partire dalle scuole) sul fenomeno. Sono stati questi gli aspetti principali analizzati stamattina nel corso della presentazione del bilancio di missione 2013 della Fondazione toscana per la prevenzione usura Onlus che si è tenuta stamattina (10 aprile) in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati. Insieme alla vicepresidente della Regione sono intervenuti il presidente della Fondazione Lelio Grossi, il capo segreteria del viceministro dell’Interno ed il presidente della commissione regionale Abi Toscana Giancarlo Barbieri.

La vicepresidente della Regione ha dapprima sottolineato come la Fondazione rappresenti un esempio quasi unico in Italia, sostenendo la necessità di continuare e potenziare l’impegno della Regione condotto a suo fianco in tutti questi anni. Ricordando poi le misure adottate dalla Regione a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie in difficoltà, con l’approvazione della legge 45, ha evidenziato quindi l’esigenza di valutarle ed eventualmente apportare correzioni. La vicepresidente ha quindi spiegato l’importanza di lavorare sulla prevenzione per ridurre al minimo la possibilità di caduta nelle maglie di un fenomeno, l’usura, che ha mille volti, a partire dall’educazione fin dai banchi di scuola ad esempio sulla gestione del bilancio familiare e si è detta disponibile a collaborare con la Fondazione su questo terreno considerato fondamentale.
Il presidente della Fondazione Grossi, illustrando il bilancio di missione 2013, ha soffermato la propria attenzione soprattutto sul rapporto con le banche. Ha spiegato le cause principali di ricorso all’aiuto della Fondazione: separazioni, mancanza di lavoro, problemi di salute, ma che quella più preoccupante è la perdita del lavoro che colpisce famiglie virtuose, costrette a ricorrere all’indebitamento con il rischio di perdere la propria casa. Il rapporto con le banche, ha dichiarato, è fondamentale ma la riduzione progressiva del loro supporto è evidenziata dai numeri: il 50 per cento delle proposte avanzate nell’ultimo anno, 132 interventi di garanzia per quasi 8 milioni di euro, sono state declinate dalle banche mentre appena 4 anni fa la percentuale era del 10 per cento. Quindi ha precisato come una pratica completamente istruita dai centri di ascolto, che dovrebbe avere una risposta entro 30 giorni, resti senza almeno per 5 mesi in media e che sarebbe più utile averne una, anche se negativa, subito piuttosto che far passare il tempo, far ingigantire il problema e rendere a quel punto difficile dare una risposta. Grossi ha poi concluso diffondendo altri dati interessanti, come i 1.816 finanziamenti garantiti dal 1998 per un totale di oltre 78 milioni di euro, oltre il 50 per cento dei quali a garanzia della propria abitazione.
Uno dei provvedimenti introdotti dalla legge regionale 45 (entrata in vigore ad agosto 2013 per dare sostegno finanziario a famiglie e lavoratori in difficoltà) è il fondo regionale da 1,5 milioni di euro messo a disposizione della Fondazione per fornire garanzie integrative ed agevolare l’accensione di mutui alle famiglie toscane in gravi difficoltà finanziarie. La Fondazione, che opera a titolo completamente gratuito senza cioè recuperare alcuna spesa o commissione, può rilasciare una garanzia del 25% dell’importo del mutuo concesso dalla banca. A questo si aggiunge la garanzia del 50 per cento che sempre la Fondazione rilascia utilizzando il fondo statale previsto dalla legge 108 del 1996, portando così la garanzia fino al 75 per cento. A partire da ottobre 2013, quando cioè Regione e Fondazione hanno siglato l’accordo di collaborazione, le richieste per garanzie integrative avanzate ai centri di ascolto della Fondazione sono state 44 per oltre 4 milioni di euro. Finora il fondo regionale è stato impegnato per 660 mila euro.
La collaborazione della Fondazione con la Regione è iniziata nel 1998, pochi mesi dopo aver ottenuto dal Ministero del tesoro l’iscrizione nel Registro delle Fondazioni ed Associazioni autorizzate a svolgere attività di prevenzione dell’usura. La rete di centri di ascolto è cresciuta dai 10 iniziali fino ad arrivare ai 42 attuali, presenti in tutte le province. I volontari impegnati sono 188.

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