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Crollo argine Carrione, Rossi: “E’ stata realizzata un’opera diversa dal progetto”

Omissioni, superficialità, incompetenza e comportamenti non adeguati. E’ questo che, in estrema sintesi, ha riscontrato la Commissione d’inchiesta voluta dalla Regione per fare chiarezza sulle cause del crollo dell’argine sul fiume Carrione a Carrara. “E’ stata realizzata, da parte della Provincia di Massa Carrara, un’opera diversa dal progetto – spiega il presidente della Regione Enrico Rossi – senza che nessuno abbia approvato le modifiche. E questa diversità è, probabilmente, la causa del disastro perchè, in pratica, il nuovo muro è stato costruito sul vecchio, che invece andava demolito e ricostruito”. A pochi giorni dal suo insediamento, il 9 novembre scorso, la commissione ha presentato le sue conclusioni.

Il presidente le ha illustrate oggi, annunciando le decisioni prese dalla Giunta che ha rimosso dall’incarico il dirigente del Genio Civile (segreteria dell’ufficio speciale e direzione Autorità di bacino del Magra). Il dirigente rimosso sarà inoltre sottoposto a procedimento disciplinare. “Abbiamo fatto la nostra parte – dice Rossi – e ora ci aspettiamo che anche Provincia e Comune, per le loro competenze, facciano altrettanto”. Se la responsabilità del Genio Civile è quella di non aver riscontrato anomalie rispetto alla legge e non aver chiesto spiegazioni, più gravi appaiono, secondo la commissione, le responsabilità della Provincia che, del progetto, era il soggetto attuatore. “Il progetto non è stato depositato al Genio Civile per il controllo sismico – prosegue Rossi -, non è stato fatto nessun collaudo statico, come previsto dalla legge regionale e da quella statale per le opere di cemento armato, ma solo un certificato di regolare esecuzione redatto dallo stesso progettista e direttore dei lavori. Non solo. Anche a seguito delle segnalazioni di anomalie da parte di ditte e altri enti, la Provincia si accontenta della riconferma del parere del direttore dei lavori e afferma che l’opera non presenta criticità”. Nulla si muove neppure dopo la segnalazione dei Vigili del Fuoco, che è stata fatta anche al Genio Civile che, come sostiene la commissione, “non reagisce e mostra un comportamento sicuramente inadeguato. Il Genio Civile avrebbe almeno dovuto riscontrare l’anomalia rispetto alla legge e chiedere spiegazioni”. “In sostanza, fermo restando la chiarissima responsabilità della Provincia – ribadisce il presidente – riteniamo che il Genio Civile locale non abbia avuto comportamenti adeguati. Quindi, quando riferendomi al tragico evento ho detto che la gente ha diritto si sapere, sulla base della verifica possiamo rispondere oggi che ci sono state incompetenza e superficialità. Il resto, complicità, ruberie, sarà compito della magistratura, che ringrazio, accertarlo”. Il presidente Rossi ha annunciato che sulle nuove 215 opere dichiarate d’urgenza e sbloccate per complessivi 127,5 milioni, la Regione ha scelto di effettuare, oltre al collaudo previsto per legge, anche una ulteriore verifica post collaudo. Per questo sarà attivato un nucleo di tre tecnici, costituito da un ingegnere specializzato, un dirigente del Genio civile, un giovane ingegnere. Con il superamento delle Province la Regione coglierà anche l’occasione per il riordino delle competenze sul governo idraulico, in particolare riportando le funzioni di polizia idraulica, prima esercitate dalla Provincia all’interno del Genio Cvile, che sarà rafforzato.   

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