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Olio contraffatto, Confcommercio Toscana: “Più controlli, Regione promuova patti di filiera”

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Fipe Confcommercio Toscana interviene sull’attuale tema dell’olio di oliva commercializzato come “extravergine” da alcuni noti gruppi alimentari.
Il presidente regionale Aldo Cursano polemizza duramente con l’accaduto: “Ci hanno imposto le bottiglie antirabbocco, come se l’involucro fosse più importante del suo contenuto. I fatti di cronaca dimostrano tristemente che le vere e grandi frodi sono a monte, e che il mondo della ristorazione e della somministrazione in generale è parte lesa”. “Al ristoratore – continua Cursano – interessa proporre al cliente un olio extra vergine di qualità perché la fidelizzazione e il rapporto di fiducia con i consumatori è molto più importante dei pochi euro che andremmo a risparmiare mettendo sulle tavole un olio di bassa lega. Il ristoratore non rivende l’olio, lo consuma”.

Gli fa eco Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana e segretario regionale Fipe. “Il 25 novembre 2014 è diventato obbligatorio il tappo antirabbocco, ovvero il dispositivo di chiusura che impedisce di riutilizzare la bottiglia dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta. Nemmeno un anno dopo un fatto di cronaca viene a dimostrare – se ce ne fosse stato bisogno – che quella dell’antirabbocco si tratta di una misura inutile, se non dannosa per le piccole imprese della ristorazione”. Secondo l’associazione di categoria la legge antirabbocco ha fatto il gioco delle grandi industrie di imbottigliamento: bellissimi tappi ma olio mediocre se non contraffatto. “Un patto di filiera produttori/ristoratori – afferma Marinoni – avrebbe invece favorito gli interessi dei piccoli produttori onesti, e sarebbe stato possibile tracciare la provenienza dell’olio con fatture e bolle”.
Fipe Confcommercio Toscana chiede quindi al governo di tornare indietro su una norma insensata, alle autorità competenti maggiori controlli sull’olio commercializzato, e alla Regione Toscana di continuare a lavorare per l’istituzione di importanti rapporti di filiera con i piccoli produttori, che favoriscono i contadini locali, la ristorazione di qualità e l’immagine dei territori.

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