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Province, commissari per le grandi opere

“Semplificare la successione della Regione nei procedimenti e nei rapporti in corso relativi alle funzioni trasferite; spostare di sei mesi il trasferimento della funzione di controllo degli impianti termici alla Regione e dettare disposizioni correttive sul personale e sui trasferimenti che coinvolgono unioni e comuni capoluogo”. Questi, come ha spiegato il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), sono i principali obiettivi della nuova legge sul riordino delle funzioni delle Province e della Città metropolitana.

L’atto è stato approvato a maggioranza dall’aula con il voto favorevole del Pd e il voto contrario compatto delle opposizioni: Lega Nord, M5S, Fi, Sì e Fdi. Con la legge regionale del 30 ottobre scorso l’attenzione è stata concentrata sul trasferimento del personale; con questo testo si affrontano le questioni ancora aperte.
Nel dettaglio su diverse materie come agricoltura, caccia, pesca, formazione, ambiente, energia, difesa del suolo e relativi procedimenti di Valutazione d’impatto ambientale (Via) si punta a trasferire al più presto alla Regione la quasi totalità dei procedimenti di autorizzazione in corso ed altre attività che non hanno riflessi finanziari.
In questo modo si cerca di ridurre il sistema degli ‘avvalimenti’ di personale regionale da parte delle province, per le attività che restano tra le loro competenze. Nella stessa prospettiva si prevede la possibilità di nominare commissari per la realizzazione di opere pubbliche di interesse particolare.
Un punto critico riguarda la successione della Regione nelle quote delle nove società provinciali, che gestiscono i controlli termici sugli impianti di climatizzazione. Le difficoltà incontrate dalle Province nella riorganizzazione aziendale determinano la necessità di una proroga di sei mesi, fino al 1 luglio 2016, per il trasferimento.
Con l’occasione vengono introdotti alcuni correttivi sul personale e sui trasferimenti di funzioni, che coinvolgono unioni e comuni capoluogo.
Il testo di legge interviene anche sulle funzioni esercitate dalla Regione per le politiche attive del lavoro, per garantire una gestione unitaria delle attività amministrative, in particolare quelle necessarie alla gestione delle risorse degli enti locali. La continuità dei servizi sarà assicurata dalla creazione di uffici comuni tra Province, Città metropolitana e Regione, lasciando aperta la possibilità di ulteriori modalità di collaborazione, in particolare con l’utilizzo di sistemi informatici.
Per quanto riguarda la viabilità, si amplia la possibilità di ricorrere, con convenzione, a forme di gestione unitaria del personale regionale e provinciale. Le convenzioni possono prevedere l’utilizzo del personale a titolo gratuito, in condizioni di reciprocità. Si amplia anche la possibilità di ‘avvalimenti’ di personale regionale da parte delle unioni dei comuni.
“Un cartificio”, così il portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi (Lega Nord), ha definito tutta la questione relativa alle “Province abolite”. “Ci sono questioni che fan capire che la Provincia non è poi così tanto morta. Nel momento in cui penso di fare uffici comuni sto creando dei costi”. Voto contrario all’atto e preoccupazione sono state espresse da Borghi per lo spostamento di “procedure come Vas e Via”. “Così – ha detto – si allontanano i territori con il rischio che queste procedure vengano annacquate”.
Gabriele Bianchi ha ribadito la “forte contrarietà” del M5S a questo atto. “Si lasciano ancora alle Province incarichi e gestioni – ha detto il consigliere regionale”. “Ancora oggi – ha detto Bianchi – non sappiamo in capo a chi siano una serie di competenze e chi abbia il controllo del territorio”.
Il capogruppo Pd Leonardo Marras ha espresso un “sì convinto” ad “un complesso di norme molto attese e delicate”. “L’operazione è gigantesca – ha detto Marras – ma tutto si svolge con rapidità”. “Migliaia di persone – ha aggiunto il capogruppo – hanno aderito ad accordi, senza che nessuno si sia trovato nel portale della mobilità o abbia fatto ricorsi con armonia”. “Da questa riforma dipendono tante condizioni di servizio e di rapporto dell’impresa, della famiglia e dei cittadini”. “Abbiamo preso questa strada – ha concluso – e dobbiamo portarla fino in fondo, convinti e confortati dagli esiti fin qui raggiunti”. “Quello che viene chiamato riordino delle Province – ha concluso il consigliere della Lega Nord Jacopo Alberti – è in realtà un disordino”. Alberti ha fatto presente la necessità di rendere “operative al più presto le deleghe”.

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