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Consiglio regionale: stop caporalato in Toscana

La giunta regionale dovrà attivarsi immediatamente nei confronti degli organismi competenti per aumentare il controllo e far sì che la pratica del caporalato cessi il prima possibile. Lo chiede il Consiglio regionale, che, con voti unanimi, ha approvato una mozione presentata dai consiglieri Marco Casucci, Elisa Montemagni e Manuel Vescovi del gruppo Lega Nord. E’ stato Marco Casucci ad illustrarla all’aula, sottolineando che i numeri emersi da un’indagine del Corriere della Sera, edizione Toscana, evidenziano “un’emergenza assoluta”: si parla di oltre tremila lavoratori coinvolti in questo vero e proprio “business”, di cui più della metà sono impiegati nella raccolta dell’uva in Maremma, il resto invece parte da qui per raggiungere altre province.

Casucci ha ricordato inoltre che la vita di questi lavoratori è al limite della sopravvivenza, perché sono pagati, quasi sempre in nero, quaranta euro al giorno, anche per dieci ore di lavoro. A questi soldi poi devono essere tolti una decina di euro per il trasporto con il pulmino sul luogo di lavoro, la bottiglia d’acqua ed il panino, cui si aggiungono circa duecento euro al mese per l’alloggio, spesso fatiscente. A suo giudizio questa piaga si combatte in primo luogo con la regolamentazione dei flussi migratori. Secondo Gabriele Bianchi (M5S) i controlli non bastano. A suo parere la Giunta regionale dovrebbe essere impegnata anche in Conferenza Stato Regioni a porre un freno ai piccoli trattati di libero scambio, come quello siglato recentemente con il Marocco, che danneggiano la commercializzazione dei nostri prodotti. Il capogruppo Leonardo Marras ha annunciato il voto favorevole del Pd, riconoscendo che l’intervento delle istituzioni è stato troppo lento e messo in moto da una denuncia pubblica. A suo parere occorrono altri interventi oltre ai controlli, come l’iniziativa del Governo che fa assumere alle imprese di qualità impegni specifici in termini di responsabilità sociale e di rispetto della sicurezza. Marras ha inoltre auspicato una rapida approvazione del ‘pacchetto Giustizia’, che introduce norme specifiche sul sequestro dei beni in casi simili. Il voto favorevole è stato dichiarato anche da Paolo Sarti (Si), ma “con un certo imbarazzo”, perché “ci sono molte omissioni nel testo”, visto che l’illegalità è presente nelle aziende italiane e toscane, che fanno lavorare gli immigrati a quelle condizioni.

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